Kimmo Pörsti-“Past and Present”
Seacrest
Oy 2021
Un
anno e mezzo fa, in questo spazio, commentavo “Wayfarer”, un album di Kimmo Pörsti che arrivava a distanza di 23 anni dall’esordio.
Il
nome di Kimmo, per chi non lo conoscesse, è legato a doppia mandata ai The
Samurai Of Prog, band di cui è batterista.
Il
suo impegno, sia quello solista che assieme ai Samurai, appare incessante e in
continua evoluzione, una marea musicale che avvolge costantemente gli appassionati della musica progressiva.
Anche
in questo caso il contenitore proposto è gioia pura per gli amanti del genere,
ma penso che il gradimento potrebbe diventare trasversale se l’approccio
arrivasse senza pregiudizio: il mix tra classico e rock può essere affasciante,
qualunque sia l’età di chi decide di tentare un nuovo corso, lontano dalle
imposizioni dei media.
Il
terzo progetto solista di Kimmo si intitola “Past
and Present”, ad indicare una dicotomia tra brani realizzati nel
passato (5 canzoni create tra il 2004 e il 2016, alcune completamente
riarrangiate) e altri nuovi, composti da Kimmo e Rafael Pacha (uno è di
Jari Riitala).
Nonostante
il notevole salto temporale compositivo, l’anima dell’album presenta grande
omogeneità e segni caratteristici inconfondibili, che evidenziano un prog
sinfonico, dove gli aspetti strumentali superano la necessità dell’uso della
lirica, con l’introduzione di elementi folk e cura dei dettagli.
Provo a commentare le singole tracce, cercando di fornire utili indicazioni per l’ascoltatore.
Si
parte con “Awakening” (2:10), con la musica di Kimmo e gli
arrangiamenti di Pacha.
Un
meraviglioso e contenuto “risveglio” che vede i due autori protagonisti come
unici strumentisti, in bilico tra modus acustico e sognante viaggio elettrico.
Non
sempre servono le parole per documentare un attimo magico… le chitarre e le
percussioni sono ottimi sostitutivi, se usate sapientemente.
A
seguire “At Lombardy Convent” (8:40), uno dei brani del passato,
scritto da David Myers.
Fu
inserito nel “Decameron III” (4 CD Box) ma privo di parti percussive.
Quando Kimmo provò ad aggiungere la batteria rimase sorpreso della resa e chiese
all’ex tastierista dei The Musical Box il benestare per poter scrivere una
versione che comprendesse la parte ritmica; è arrivata così una nuova
rielaborazione del tastierista e compositore e a quel punto sono state aggiunte
le parti di Pörsti e Kari Riihimäki.
È il
brano più lungo, una mini-suite che oltre ai musicisti citati (tutta la sezione
ritmica registrata da Kimmo, le chitarre elettriche di Riihimäki e le tastiere
e la chitarra classica di Myers) vede la partecipazione di un ensemble “classico” formato da Cathy Anderson al violoncello, Sara
Traficante al flauto e Christine Chesebrough al violino.
Uno strumentale meraviglioso che non ha bisogno di molti ascolti per essere afferrato: sonorità immaginifiche che scuotono cuore e memoria e permettono di viaggiare e sognare ad occhi aperti.
Il
terzo episodio si intitola “Changewinds” (5:40), il primo cantato
che mette in evidenza le competenze del vocalist Carlos Espejo.
Brano
creato dalla solita coppia Pörsti/Pacha con l’ausilio scritturale di Dan
Schamber, tutti coinvolti strumentalmente all’interno del pezzo. Importante
l’ausilio del resto della famiglia “Pörsti” (Hanna al flauto e Paula
ai cori).
Brano
più tendente al rock, ritmato ma con cambi frequenti di atmosfere, una piena
libertà “prog” che permette di spaziare senza mai cadere nel più semplice pop.
E si
arriva a “Fused” (5:04), musica di Jari Riitala, che si
propone con i suoi strumenti di riferimento (chitarre, tastiere, basso)
unitamente alla batteria di Kimmo.
Un
deciso cambio di passo verso i sentieri del funk, privilegiando un percorso che
profuma di virtuosismo e improvvisazione da palco, e la dinamicità prende il
sopravvento sulla linea melodica.
“Sorrow
and Recovery” (6:26) è attribuita al solo Kimmo Pörsti; a completare la
sezione ritmica il “Samurai” Marco Bernard, il solito Pacha alle
chitarre, Hanna Pörsti al faluto e Ton Scherpenzeel al Synth.
Differenti
strumenti conducono la danza, mentre il sentiero sonoro passa dall’estrema
serenità alla nervosità dei tempi composti, delineando i diversi stati d’animo
che alimentano i percorsi di vita.
E
arriviamo ad un'altra traccia del passato, “Dance of the mistress”
(5:05) che appariva in “Woodlands”, secondo album dei Mist Season (2006)
in cui Kimmo militava.
Nomi usuali per quanto riguarda gli aspetti creativi e oltre ai “soliti due” troviamo Ton Scherpenzeel
alle tastiere e Jan-Olof Strandberg al basso.
Nell’occasione
la musica progressiva si sposa alla tradizione popolare e al folk, un balletto
rock tra natura e paesaggi incontaminati, un tragitto ad ampio respiro che
regala serenità e idee positive.
“Darker
Places” (5:47) è l’altro cantato e vede nuovamente al lavoro Dan
Schamber, che si occupa del testo e della sua proposizione vocale.
Nell’episodio
entrano in gioco nuovi protagonisti: la tromba di Marc Papeghin e i sax
di Marek Arnold.
Sezione
ritmica affidata ancora a Pörsti e Jan-Olof Strandberg, organo per Ton
Scherpenzeel e chitarre affidate e Pacha.
Vero
tuffo nei seventies, versante psichedelico e canterburiano, con la magnifica
voce di Schamber che riporta al giovane Richard Sinclair.
Curiosa
la storia di “Kati” (5:21). Fu composta da Kimmo nel 2000 come
valzer per il matrimonio di Kati e Santeri, suoi amici. Nel 2004 si evolse in un
walzer jazz e fu inserita nel primo album omonimo dei “Mist Season”.
Durante
il processo di registrazione le parti di batteria andarono distrutte, ma
successivamente ricreate attraverso il recupero dei minuscoli frammenti
rimasti. Però, nella testa dell’autore resta l’idea che, un giorno, si arriverà
ad una nuova versione.
Partecipano
nell’occasione Bo Hallgren alle tastiere, Jan-Olof Strandberg al basso,
Hanna Pörsti al flauto e Thomas Berglund alla chitarra elettrica.
Una
magnifica trasformazione che prende vita all’interno del brano stesso: un
passaggio dalla tradizione alla contaminazione che prevede il cambiamento da
brano popolare ad andamento jazz.
“Second
Arrival” (1:52) è un frammento realizzato dalla solita coppia che si
propone anche come unità strumentale.
Il
senso della partenza e del successivo approdo, la conferma che il viaggio sia
esso stesso la meta. Un andamento trionfale che suona come epilogo di una
storia reale.
E si
arriva alla title track, “Past and Present” (6:10), il titolo che
Jan Olof Strandberg diede a una canzone che Kimmo compose per il suo “Made
in Finland”, nel 2012, inclusa in questo album con l’introduzione di nuovi
elementi.
Ancora
in pista Pörsti e Strandberg, spina dorsale del brano, con l’aggiunta di
qualche new entry: Petteri Hirvanen alle chitarre elettriche, Otso
Pakarinen ai sintetizzatori, Risto Salmi al sax e Kimmo
Tapanainen alle tastiere.
Un
ritorno ad un sound funkeggiante diventa la base per interventi solistici
pregiati, e la modernità strumentale diventa il bridge tra il prima e il dopo,
tra il passato e il presente.
A
chiusura un brano tutto italiano e dal sapore antichissimo, performato dalla
coppia Kimmo Pörsti/Otso Pakarinen, quest’ultimo in azione alle tastiere, basso
e chitarre.
Il
titolo è “Nucleo Antirapina” (4:35) e fu scritto da Franco
Bixio/Fabio Frizzi/Vice Tempera come parte della colonna sonora del film "Operazione
Kappa: Sparate a Vista”, del 1977.
Dice Pörsti:
“La canzone ha una caratteristica speciale che la rende piuttosto
interessante da suonare: il tempo è in continuo aumento di velocità per tutta
la durata del brano.”
Non
c’è bisogno di pensarci su molto, almeno per chi ha vissuto il passaggio tra
anni ’70 e ’80, periodo in cui i film polizieschi avevano atmosfere codificate
e riconoscibili all’impatto.
L’impegno tecnico a cui fa riferimento il drummer finlandese permette la realizzazione di un andamento ipnotico ed è forse il culmine del concetto di “passato” evocato nel disco.
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Ancora
una grande proposta da parte del mondo prog targato “Samurai”, un disco
godibilissimo e vario, che vede una volta di più all'opera una squadra di professionisti
alimentati da skills e passioni non comuni, e il risultato è, a mio giudizio,
di altissimo livello.
Molto
curato, come sempre, l’aspetto grafico, con un magnifico packaging - con
booklet di 20 pagine - che è caratteristica specifica del lavoro del team
finlandese, un artwork curato dal mio “disegnatore” musicale preferito, Ed
Unitsky.
Una nota simpatica è evidenziata dallo stesso Kimmo che sottolinea l’importanza di Rafael Pacha: “Il suo contributo è stato talmente importante che avrei potuto denominare l’album “Rafael Pacha and Kimmo Pörsti” e l’ho proposto, ma lui ha gentilmente rifiutato. Inoltre, essendo un maestro in numerosi strumenti, il suo aiuto è stato prezioso - e invalutabile - nel fornirmi grandi idee che mi hanno consentito di completare i miei brani.”
Hanno
partecipato:
Marek
Arnold: sax
Thomas Berglund: chitarre
Marco Bernard: basso
Carlos Espejo: voce
Bo
Hallgren: tastiere
Petteri Hirvanen: chitarre
David Myers: tastiere
Rafael Pacha: chitarre, tastiere, registratori
etc…
Otso Pakarinen: tastiere
Marc Papeghin: tromba
Risto Salmi: sax
Cathy
Anderson: violoncello
Christine Chesebrough: violino
Sara Traficante: flauto
Hanna
Pörsti: flauto
Paula
Pörsti: voci
Kari Riihimäki: chitarre
Jari Riitala: chitarre, tastiere, basso
Dan
Schamber: voci
Ton
Scherpenzeel: tastiere
Jan-Olof
Strandberg: basso
Kimmo Tapanainen: tastiere
Presented in a Mini-LP-style gatefold package
including 20-page booklet,
and wonderful artwork by Ed Unitsky