Mi trovo oggi a commentare “Ioanna Music Company”, di Carmine Ioanna.
Il mio incontro con la sua musica avvenne in occasione del suo esordio discografico, quell’album “Solo” di cui scrissi nel 2014.
Da allora il suo percorso
musicale si è evoluto, tra collaborazioni e impegni musicali personali, ma
quello che propone in questa estate del 2021 ha un sapore particolare, direttamente
collegato alla situazione che si è venuta a creare a causa dell’emergenza
sanitaria e non poteva essere diverso.
Sono molte le storie, alcune simili tra loro, che hanno unito i musicisti del pianeta, ma le reazioni sono state - e ancora sono - diversificate, perché ogni situazione/sensibilità/contesto produce una risposta differente; l’incipit di questo nuovo disco è proposto dall’autore, che mi ha raccontato:
“Dopo la mia esperienza con il Cirque du Soleil, che è
stata bruscamente interrotta dal covid nel marzo del 2020 in Texas - a El Paso
- e quasi otto mesi senza concerti, ho deciso di riunire alcuni tra i miei
musicisti preferiti all’”Adele Solimene”, un piccolo teatro in Irpinia, che
dopo oltre un anno ha riaperto le porte proprio con questa registrazione. Sono
stati tre giorni pieni di emozioni e speranza, cristallizzati in queste 11
tracce, suonate con il cuore.”
Al nome di Carmine Ioanna si
abbina in modo naturale uno degli strumenti tradizionalmente legati alla cultura
popolare, la fisarmonica.
Dal sito di riferimento,
segnalato a fine articolo, è possibile catturare la biografia e le info
fondamentali per scoprire il mondo del musicista avellinese, ma è in ogni caso utile
sottolineare la sua precocità e il suo affrontare la musica - studio e
proposizione - in modo molto aperto, atteggiamento che lo hanno portato ad
oltrepassare il rigore propositivo delle trame classiche a favore del jazz e
dell’improvvisazione che ne è parte fondante: alla fine tutto può convivere.
Sette anni fa, quando toccai con
mano la musica e lo spessore di Ioanna, evidenziai il suo stato di simbiosi con
il “suo accordion”, lo strumento della vita con cui condivide il proprio
sentiero, immagine suggestiva che si fortifica oggi con la nuova produzione.
Fisarmonica come apporto fondamentale all’armonia, strumento spesso descritto nei particolari, nella speranza che le parole possano essere esaustive e determinanti per poterne comprendere l’efficacia, ma credo che l’apprezzamento vero possa arrivare soltanto da chi ha la possibilità di utilizzarla; però… la capacità intrinseca della “fisa” (termine in voga nelle feste di paese piemontesi) di infondere alla musica i vari colori della gamma espressiva le permette di arrivare con immediatezza al cuore dell’ascoltatore, perché è unica la sua capacità di reggere da sola la scena oppure di fondersi in un ensemble gruppale, inserendosi in contesti classici, leggeri, jazz, da ballo serioso (ovvio riferimento al Tango) o popolare.
Tutto ciò è reperibile, a mio
giudizio, in “Ioanna Music Company”, paradigma del pensiero su scritto.
Sono undici le tracce di questo
progetto strumentale, per un totale di quarantotto minuti.
Proverò a snocciolare i vari
episodi, proposti da un team dalle competenze mostruose, indicato a fine
articolo.
Per l'ascolto cliccare sul singolo brano.
Si apre con “Sospeso”,
e iniziano le danze - popolari, balcaniche, gitane - mentre il ritmo tiene il
passo nervosamente, sino all’arrivo di una melodia da film. Dopo due minuti e
trenta, spunta in sordina il sax, che in modo deciso modifica la strada e mi
riporta a qualcosa di conosciuto, al profumo prog dei Van der Graaf Generator
degli esordi. Sono minuti di una libertà espressiva che sfocia in trama
distopica, prima che la melodia riprenda il sopravvento. Batteria protagonista
nell’ultima parte del brano.
“Courtain up” è una
delle pillole del disco, ma la breve durata è comunque sufficiente a rimarcare
la grande qualità e a riproporre il fil rouge del progetto, quella
perlustrazione totale del mondo musicale, abbattendo ogni barriera ideologica e
ogni etichetta che possa ricondurre all’ortodossia.
Intro moderata al pianoforte a
cui segue un ritmo jazzato su cui si innesta un ritornello di facile presa, un
passaggio andata e ritorno dalla fisarmonica alla chitarra, il cui gioco
solistico caratterizza l’intera traccia.
La seguente, lunga, “No border” (oltre sette minuti) propone un mood fatto di deciso spleen e
immagino che il titolo faccia riferimento alla necessità di abbattere le
differenze e i confini che caratterizzano l’umanità.
L’accordion divide il ruolo da
protagonista con il pianoforte, a cui viene lasciata piena libertà di azione,
tra modello classico e fuga verso il ritmo jazzato.
Un concentrato di situazioni - e
conseguenti emozioni - che si susseguono.
“Ioanna Music Company”
è un altro lungo episodio (7.23).
Virata verso il funky che deriva
nel free jazz, sax sugli scudi e sezione ritmica pazzesca: non è certo questa
una spinta al “ballo tradizionale” ma l’esplosione di dinamicità è contagiosa.
Un esempio di come la fisarmonica possa dare un apporto incondizionato in ogni
situazione e filosofia musicale.
“Postcard from dreamland”
è il brano più breve (1.56) e propone qualcosa di differente: andamento lento,
romantico, potenziale colonna sonora da film, sembra solo aspettare un testo
per potersi trasformare in “canzone”.
Magnifica!
Con “Momento” si
approda alla tradizione popolare spinta, quella che dalle nostre parti
significa balera, gioia della festa, unione degli spiriti e dei corpi.
Il clarinetto si inserisce in
modo innovativo nel percorso, perché partendo dal concetto di “ballo liscio”
disegna melodie variegate attraverso virtuosismi di primissimo piano, su tempi
e ritmi davvero complicati.
Con “Samu” si
arriva alla traccia più lunga (7.38).
Non mi è dato di sapere a chi è
rivolta la dedica, ovvero a chi si è ispirato Ioanna, ma è certo che la
malinconia pervade il pezzo, che vede ancora in primo piano l’armonica come
“driver”, con una separazione tra sezione intimistica e jazz.
L’atmosfera è quella che forse
più si addice al momento e la tipica reinterpretazione dell’ascoltatore,
soprattutto in assenza di liriche, potrà condurre in qualsiasi spazio e tempo,
riportando alla memoria immagini di vita vissuta, speranze, rimpianti e una
luce rivolta al futuro.
A seguire “Carioanna”,
una samba velocissima, un duetto tra piano e accordion, un pezzo di bravura in
cui dalla sezione ritmica - fondamentale in queste situazioni - si distacca il
basso per un assolo significativo. Musica, uguale gioia!
Il titolo “Etnies”
precede il concetto di “viaggio” che ritroviamo musicato, oltre cinque minuti
di sonorità dal tempo cadenzato e costante, un sapore orientaleggiante, un
incedere ombroso e faticoso, concetti che sembrerebbero difficili da
decodificare ma che traspaiono netti ad un attento ascolto.
Una carovana in viaggio, verso
l’ignoto, in fuga dal conosciuto, per nulla confortevole.
“Cafè da manha” presenta
uno scorcio di Sud America, bossanova e generico smell di trama “latina”, ritmo
abbordabile per la voglia di dare sfogo alla necessità di ballare senza troppo
impegno. E se su questo tappeto nobile lasciamo danzare una fisarmonica
“impazzita” l'appagamento da ascolto arriva incondizionato.
A conclusione troviamo “Ablò”, l’unica traccia estranea a Ioanna e attribuita a Eric Capone, mani da tastiera del quartetto.
Con questo attimo di nostalgia
Carmine Ioanna chiude il suo album, un saluto in attesa del prossimo impegno,
un chiudere gli occhi dopo una lunga e faticosa giornata di lavoro, la fine di
un viaggio con l’incognita del risultato.
Per questa fermatura del cerchio
arriva la delicatezza propositiva, un cammino in pantofole, un parlare
sottovoce che intenerisce e lascia spazio a differenti interpretazioni.
Un lavoro sontuoso, una miscela
di arie musicali e di tempi che simboleggiano il percorso della vita,
l’incedere tortuoso e il sollievo derivante dalla creazione e dall’ascolto di
melodie sofisticate e al contempo alla portata di tutti, una descrizione del nostro cammino esaltata dal drammatico momento contingente, un contenitore sonoro figlio
di questo tempo e perciò irripetibile.
Ma senza tanti sforzi e voglie di
comprendere la genialità di questo team, sarà sufficiente lasciarsi andare ad
un ascolto libero e scevro da pregiudizi… il piacere arriverà incondizionato,
ripetibile ad ogni nuovo ascolto.
Hanno suonato: Carmine
Ioanna (fisarmonica); Gianpiero Franco (batteria); Eric Capone
(pianoforte e tastiere); Giovanni Montesano (basso e contrabbasso).
Guests: Sophie Martel
(sax soprano); Francesco Bearzatti (sax tenore e clarinetto); Gerardo
Pizza (alto sax); Daniele Castellano (chitarra).
La tracklist
1-Sospeso
2-Courtain up
3-No border
4-Ioanna Music Company
5-Postcard from dreamland
6-Momento
7-Samu
8-Carioanna
9-Etnies
10-Cafè da manha
11-Ablò
“Ioanna Music
Company” è stato composto da Carmine Ioanna, ad eccezione di “Ablò” di Eric
Capone.
Registrato al Teatro
Adele Solimene, Montella, (Avellino), da Sophie Martel. Masterizzato e mixato
al Capone Studio a Champ sur Drac, Grenoble, Francia.
Foto: Roberto
Flammia.
Cover painting:
Romero Pasin. Grafica: Marina Barbensi.
Prodotto da I.M.C.
per Abeat Records.
https://www.carmineioannaofficial.com/
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