lunedì 9 settembre 2024

Patti Smith Group Stadio Comunale, Bologna, Firenze, 9-10 settembre 1979


Patti Smith Group
Stadio Comunale, Bologna, Firenze, 9-10 settembre 1979

“Ne ho abbastanza. E’ finita”. Sono le parole che Patti Smith, la sera del 10 settembre 1979, pronuncia tornando in albergo dopo il concerto tenuto allo stadio di Firenze.



Firenze fu il nostro ultimo lavoro. Arrivammo e io battei le strade, alla ricerca degli schiavi di Michelangelo. C’erano migliaia di ragazzi accampati nelle strette vie del centro. Che cazzo stava succedendo? Passai davanti a un‘edicola e vidi la mia faccia sulla copertina di ogni rivista. Seguita da orde di ragazze urlanti in camicia e cravatta, cercai di raggiungere per vie secondarie l’hotel Minerva. Mi rintanai là per ore, ingurgitando un espresso dopo l’altro. Il nostro ultimo lavoro. In uno stadio di calcio. Chilometri da Michelangelo.”


Patti Smith ricorda bene quello show italiano di fine estate ’79. Lo ricorda per la spropositata folla, 70000 persone (e 50000 il giorno prima al Comunale di Bologna), quando il pubblico medio dei suoi show era di 5-10000 spettatori; lo ricorda per le roventi polemiche e le passioni contrapposte; ma soprattutto lo ricorda perché fu l’ultimo per molti anni, un ultimo walzer eccitato e tormentato, un addio alle scene ritrattato solo nel 1988. Patty Smith era un nome popolare in Italia fin dai giorni di “Horses”, ma le decine di migliaia di giovani convenuti a Bologna e Firenze non era li solo per onorare una donna di musica. Erano li piuttosto per testimoniare, con velleità e passione, la loro fede in un rock taumaturgico, capace di interferire con la storia, la politica, i tempi nuovi. Avevano impresso in mente la Patty Smith rivoluzionaria punk, la guerriera con l’aureola di “vive l’anarchie”, e sbandarono nello scoprire che quel personaggio che si erano dipinti non erra vero, forse non era mai esistito. La Patti Smith che trovarono in carne e ossa parlava si di cambiamenti, ma soprattutto spirituali, e se citava ancora l’adorato Rembaud, e Rilke, e Jean Genet, un posto lo riservava anche a Papa Luciani, l’effimero Papa del sorriso, che aveva voluto nel suo ultimo disco (Wave) in foto e parole: “La musica è riconciliazione con Dio”.

Il giorno prima del concerto di Bologna Patti Smith lo trascorse a Venezia, ospite di Enzo Ungari e della Mostra Internazionale del Cinema. Visitò la città in motoscafo, come una turista, e la sera al Lido fece un’apparizione a sorpresa(in effetti non così segreta) dopo la proiezione in anteprima del film "American Graffiti 2”. Fu un happening abbastanza velleitario di un’ora circa, in duo, lei con il clarinetto e Richard Sohl al pianoforte.