Il Concerto per Demetrio
Arena Civica, Milano, 14 giugno 1979
Non fu solo la fame di
esibizioni live (una fame da lupi, in quegli ultimi ’70) a spingere 40.000
persone e forse più all’Arena di Milano, alle soglie dell’estate 1979.
Furono piuttosto la commozione, il trasporto, l’ammirazione per un grande
artista come Demetrio Stratos, morto
da poche ore dopo una fulminante e crudele malattia. Demetrio era stato in
gioventù il “soulman” bianco di “Pugni chiusi”,
dei Ribelli, e più da grande l’intransigente imperioso
leader degli Area, il più coraggioso gruppo italiano di
nuovo rock degli anni ’70. A un certo punto si era staccato anche da loro e
come solista aveva intrapreso una più impervia strada, “cantando la voce”, come
voleva un suo disco famoso, sperimentando diplofonie, triplofonie, flautofonie
e straordinari intrecci di etnica e avanguardia. Il suo lavoro era stato
interrotto, all’inizio di quella primavera, dalla scoperta di un’aplasia
midollare che lo aveva portato, dopo rapidi e drammatici consulti di
specialisti, al Memorial Hospital di New York, una delle poche cliniche in
grado di assicurare adeguata assistenza.
Demetrio
non era ricco e le cure di cui abbisognava erano molto costose (circa 5 milioni
di lire alla settimana, per 8/10 settimane, minimo di degenza). Così Gianni
Sassi, suo discografico e mentore, pensò di raccogliere fondi
chiedendoli “a quel pubblico a cui Demetrio, in questi anni di attività
musicale, ha fornito spunto di notevole crescita culturale, di confronto e
ricerca nel campo di nuovo utilizzo dei mezzi vocali quale strumento sonoro”.
Non era un’elemosina, sottolineava fieramente il comunicato ufficiale della
Cramps: “… non si chiede pietismo ma partecipazione corretta e leale”.
Si costituì un comitato di garanti, di cui facevano parte ex compagni di gruppo
come Patrizio Fariselli e Paolo Tofani, più
responsabili delle radio libere, e si organizzò un primo show a Milano, non
escludendone altri se la situazione lo avesse richiesto.
Il
destino fu crudele: il giorno prima della data fissata, il 13 giugno 1979,
Demetrio Stratos moriva a New York. Lo show di solidarietà si trasformò così in
una dolorosa celebrazione, un’elegia funebre sospesa tra amarezza, rimpianto e
orgoglio per il prezioso messaggio di musica consegnato dall’artista nel corso
degli anni. Fu una festa comunque, e una fotografia della ribollente scena
italiana di quella stagione. I “vecchi” Area salirono sul palco accanto ai
“nuovi” Kaos Rock e Skiantos, il Prog della PFM e
del Banco del Mutuo Soccorso affiancò la canzone
di autore di Francesco Guccini, di Antonello Venditti, fino
al blues di Roberto Ciotti e Fabio Treves, al jazz
tarantato di Gaetano Liguori e Tullio de Piscopo,
alla colta avanguardia di Giancarlo Cardini. Mancava Demetrio, ma
il suo spirito originale e curioso era rimasto: e ce n’è traccia ancora in un
doppio album in vinile, diventato con gli anni doppio CD, “1979-Il concerto”, dove si possono recuperare
i momenti salienti di quel lungo pomeriggio di dolore e passione, di “gioia e
rivoluzione”.
Mark Paytress( “Io c’ero”)