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La fame di musica dei giovani degli anni ’70 è la stessa che
ha caratterizzato i periodi successivi, con una differenza fondamentale a vantaggio
delle nuove leve: la possibilità di comunicare e di informarsi in modo capillare.
I primi seventies portarono musica nuova dall’estero - britannica
e americana - e la contaminazione provocò una rivoluzione musicale nel nostro
paese che partì da chi era più vicino al “mestiere” - musicisti e operatori del
settore - e che avvolse i fan che avevano già abbandonato il mangiadischi dei
genitori - quello con Villa, Ranieri e Morandi - a favore del beat, e che stavano
per essere contagiati dalla musica progressiva e, subito dopo, dal fenomeno del
cantautorato.
I soli canali informativi, ai tempi in cui stava nascendo ARPANET (la rete di dialogo tra computer pensata per scopi
militari statunitensi durante la guerra fredda), sintetizzando, si potevano individuare nella
radio - “Per Voi Giovani” -, nella stampa cartacea - “Ciao 2001”
- e nella televisione, di cui mi appresto a fare accenno.
Esistevano poi i fortunati, quelli che avevano fratelli
maggiori e viaggianti che potevano riportare in patria le novità del momento: una nicchia fortunata!
La televisione dicevo: l’unica trasmissione di cui ho
memoria, a dire il vero pochissima, è “UNDER 20”.
Andò in onda nel momento in cui il giovane ascoltatore e
fruitore di concerti aveva imparato a conoscere il meglio del prog inglese, e
le band italiane dedite al rock avevano trovato il coraggio per imboccare una
nuova strada, simile a quella dei cugini d’Oltremanica.
Ho immagini sfuocate, ma mi è rimasta addosso l’emozione, l’attesa
spasmodica delle ore 19 - mi pare -, momento designato per vedere i miei miti, per
almeno un’ora - anche qui… mi pare.
Solo playback, sfacciato in alcuni casi, ma era importante
vedere ascoltare la musica proposta dai “capelloni” - era questa la
definizione preferita dai genitori!
Ho trovato un commento in rete di un mio probabile coetaneo,
che modifica la mia sensazione relativa all’orario!
Bel programma
musicale che andò in onda nel 1973-74, il sabato alle 18.30 su Raidue per la
regia di Enzo Trapani, curata da Paolo Giaccio e con la voce fuori campo di
Raffaele Cascone. Fu un programma innovativo che portò in Tv i nuovi cantautori
e gruppi italiani oltre che filmati di musica straniera, però dovette
sottostare a dei compromessi, invitando anche personaggi della vecchia scuola e
per questo su Ciao 2001 ci fu una sorta di processo al programma a cui Paolo
Giaccio replicò.
Purtroppo, Paolo
Giaccio non può più ricordare con noi, potrebbe farlo però Raffaele Cascone,
e chissà che questo articolo non possa arrivare dalle sue parti e spingerlo a inviarci
qualche memoria interessante!
Intanto godiamoci un’ampia
sintesi di quel programma che permette di scoprire alcuni dei protagonisti dell’epoca…