Negli ultimi anni mi è capitato in un paio di occasioni di
scrivere di una band storica, gli Spettri,
e di vederli/presentarli su palco genovese del FIM, nel 2014.
Ecco i due articoli del passato corredati di interviste:
Il bassista della band è Vincenzo
Ponticiello, a cui ho chiesto di raccontarsi…
Sono nato a Firenze il 5 aprile 1955.
Essendo il terzo fratello minore di Carmine e Raffaele, che
hanno dedicato la loro vita alla musica, non avrei potuto sfuggire alla strada
già tracciata per mio conto.
Gli insegnamenti di Raffaele, chitarra solista degli SPETTRI,
mi hanno dato la possibilità di suonare fin da piccolo, in un momento in cui
non esistevano scuole di musica, ma solo passione da abbinare ad un minimo di
talento.
A 14 anni, dopo l'esame di 3° media, ricevetti come premio il
mio basso preferito: un Ibanez modello jazz bass regalatomi proprio dai miei
fratelli. Ci sono 9 e 10 anni di differenza fra me e loro, e a quel tempo un
ragazzo di 14 anni aveva solo la possibilità di assorbire i grandi della musica
degli anni 50-60. I coetanei solitamente erano appassionati di calcio o
banalità ludiche. Fortunatamente conobbi un ragazzo della mia età, Stefano
Melani, che invece suonava il pianoforte, “costretto” dalla nonna. Poco dopo
sostituì il pianoforte con un organo Bauer, col quale ci avvicinavamo sempre
più velocemente alle serate musicali delle balere tipiche di quei tempi.
Era molto duro suonare il giovedì sera dalle 21.30 alle 1.00,
il sabato sera, la domenica pomeriggio e la domenica sera, e allo stesso tempo
frequentare la scuola superiore con discreto rendimento. Erano i primi anni ‘70
ed ero più attento al percorso dei Led Zeppelin che alla botanica sistematica.
Nel 1973 partecipai alla registrazione del primo album di
Giovanni Unterberger, raffinato chitarrista finger picking, atto che mi regalò
una certa notorietà. Nel frattempo, il mio amico Stefano aveva sostituito
l'organista degli Spettri, Alessio Rogai, il quale si dedicò completamente agli
studi universitari.
Nella primavera del 1971 fui ingaggiato come bassista da un
gruppo femminile, Sonia e le Sorelle, che avevano partecipato a Sanremo ed
avevano riscontrato un certo successo nel mondo beat. Per me fu un momento di
grande crescita: appena sedicenne mi trovai a fare spettacoli insieme a BOBBY
SOLO, al giovane ANTONELLO VENDITTI di Roma Capoccia, a Peppino di
Capri... Fu una estate veramente esaltante, e con i soldi guadagnati comprai il
mio primo basso Gibson EB0 per 400.000 lire.
Ma il mio desiderio era quello di suonare con i miei fratelli
e con l'amico di adolescenza negli Spettri. Fortunatamente il bassista degli
Spettri di allora, il poderoso Giuseppe Nenci, decise di sposarsi e, in quegli
anni, sposarsi voleva dire diventare un uomo serio che pensava solo al lavoro e
alla famiglia. A quel punto era arrivato il mio momento, entrai a far parte
degli Spettri e non ne sono più uscito.
Dal 1972 cominciò l'avventura prog degli Spettri, con
discreto successo nel mondo della musica cosiddetta "d'avanguardia" -
che però in Italia era detta pop - per seguire il filone della pop art
americana.
In quegli anni abbiamo avuto l'onore di suonare sullo stesso
palco dei New Trolls, Le Orme, La Nuova Idea, Il Rovescio della Medaglia. Ma
purtroppo il nostro disco non fu pubblicato perché frainteso come inno al
satanismo. In seguito, alla fine degli anni ’70, ci fu il ribaltamento dello
spettacolo musicale. Coloro che facevano concerti di musica prog furono
detronizzati dalla disco music.
Da quel momento gli Spettri si sciolgono: io e Stefano tentiamo
la via della musica ascetica formando un ensemble chiamato Ast -Ra, riscuotendo
un certo successo nel mondo delle palestre yoga a Firenze, ma non durerà molto,
perché l'influenza della musica elettronica si impadronisce delle scelte del
mio amico Stefano Melani. A quel punto, grazie all'acquisto di una drum machine
io e i miei fratelli cominciamo a rispolverare i brani rockabilly degli anni ‘50.
Il pubblico dei piccoli club trovò molto interessante questa proposta e, nel
pieno del periodo new wave noi, con l'aiuto di Mauro Sarti alla batteria,
formammo il primo gruppo rockabilly italiano, nel 1984. Nel 1985 partecipammo a
Quelli della Notte, il gruppo si chiamava DENNIS and the Jets...
Ma la cosa più bella che mi è capitata è stato il fortuito
ritrovamento del master del primo disco, poi pubblicato, 40 anni dopo, dalla
Black Widow. Per non parlare del secondo album, “2973 La nemica dei ricordi”,
di cui mi vanto di aver scritto tutti i testi. . .
Con la speranza che siano stati graditi…
Adesso, in questa torrida estate che pare non finisca mai,
sono in attesa di concludere il terzo atto della vita musicale degli Spettri.
Mi rimane il ricordo di aver suonato con grandi artisti
italiani e stranieri, di aver pubblicato 8 Cd, 1 docu-film, due fascicoli sulla
nostra storia e la soddisfazione di essere stati invitati in tour a Seattle,
Portland, Falls City nello stato di Washington per rappresentare il rockabilly italiano.