Il “Genesis Revisited Tour” di Steve Hackett approda a Torino
il 2 maggio, con un programma nutrito e variegato, fatto di tracce presenti
nel nuovo album - “At The Edge of Light”-,
ma soprattutto di celebrazioni: il quarantennale di “Spectral Mornings”, album solista dell’ex Genesis, e, soprattutto,
i 45 anni di “Selling England By The
Pound”, uscito in realtà a fine ’73, ma portato in tour in Italia nel ’74.
In questi ultimi anni ho avuto l’opportunità di vedere
Hackett dal vivo svariate volte, di intervistarlo su di un palco e di tessere un
rapporto di conoscenza personale, ma il concerto a cui ho assistito nell'occasione ha avuto per me una valenza speciale che supera gli elementi musicali, o
meglio, li congloba. Provo a spiegarmi meglio.
Vidi i Genesis nel loro momento migliore, nel 1974, proprio a Torino, e ieri come oggi la "materia primaria" ha uno nome ben preciso: "Selling England By The Pound": avevo 18 anni... nel 1974!
Steve mi sembrava un musicista irraggiungibile, su di un
palco lontanissimo, sempre seduto e concentrato, mentre Gabriel e soci presentavano maggior
dinamicità.
Di quel pomeriggio ho ricordi vaghi, ma il solo pensiero di riascoltare la musica dei Genesis, nello stesso luogo, con lo stesso album proposto per intero, come appunto quarantacinque anni fa, mi ha fatto vacillare.
Di quel pomeriggio ho ricordi vaghi, ma il solo pensiero di riascoltare la musica dei Genesis, nello stesso luogo, con lo stesso album proposto per intero, come appunto quarantacinque anni fa, mi ha fatto vacillare.
Questa è l’unica testimonianza tangibile di quell’antica
presenza... non avevamo smartphone all'epoca!
Uno spazio temporale enorme colmato in un istante, e in questo
lungo periodo “Selling...” mi ha sempre accompagnato, non perché io sia un incallito nostalgico, ma perché lo considero l’album perfetto, e ogni volta che lo ascolto - e succede spesso - arrivano
brividi a raffica, sparsi in punti ben precisi del corpo: cosa si può volere di più dalla musica!?
E’ successo anche questa volta, scosse elettriche che partono dal collo e arrivano al bacino, e dal vivo è certamente un’altra
cosa! Certamente Steve Hackett e compagni non sono i Genesis, ma è quanto di più ci si possa avvicinare, se pensiamo alla presenza di un membro così autorevole.
Dopo il sold out di Bologna anche il Teatro Colosseo si presenta strabordante di anime.
Il pre-concerto mi dà la possibilità, assieme ad uno sparuto
numero di “fortunati”, di incontrare Steve e consorte per un fugace saluto e
qualche foto di rito.
Estrema gentilezza da parte di tutti, staff e protagonisti, e
spero che i pochi secondi di video a seguire possano regalare il profumo del momento
di attesa, tra tensione e relax…
Quando la band si presenta sul palco Hackett comunica che l’intero “Selling…” sarà eseguito nella seconda parte di spettacolo mentre ci sarà spazio per il nuovo e l’antico Steve Hackett “solo”.
Hackett è accompagnato da Roger King - tastiere -, Rob Townsend - sax, flauto e
percussioni -, Jonas Reingold - basso
e chitarra -, Craig Blundell alla batteria, e alla voce Nad Sylvan.
Ecco la scaletta che
propongono:
Every Day
Under The Eye Of The Sun
Fallen Walls and Pedestals
Beast in Our Time
Tigermoth
Spectral Mornings
The Red Flower of Tachai Blooms
Everywhere
Clocks – The Angel of Mons
Dancing With the Moonlight Knight
(Genesis song)
I Know What I Like (In Your Wardrobe)
(Genesis song)
Firth of Fifth (Genesis)
More Fool Me (Genesis)
The Battle of Epping Forest (Genesis)
After the Ordeal (Genesis)
The Cinema Show (Genesis)
Aisle of Plenty (Genesis)
Déjà vu
Dance on a Volcano (Genesis)
Myopia/Los Endos (Genesis)
Difficile raccontare in sintesi cosa si possa provare nell'assistere ad un concerto
del genere, dove la memoria si fonde con la storia e con gli eventi di una vita,
con brani che hanno puntellato momenti indelebili del passato e che appaiono oggi
freschi come appena “sfornati”.
Come si nota nella scaletta compare “Déjà vu”, presente sul tributo di Hackett ai Genesis - “Genesis Revisited” -, canzone che Gabriel
aveva iniziato a comporre nel ’73 (all’epoca di “Selling…”
ma mai completata, e ultimata in occasione dell’uscita dell’album, nel 1996, con
la versione finale che porta la firma di entrambi gli ex Genesis.
Esiste la concreta possibilità che la mia ricerca dell'obiettività possa essere intaccata seriamente in un caso come questo, per cui opto per la
soluzione: “… fatevi la vostra idea…”,
regalandovi una quarantina di minuti di concerto, ed evitando di tessere gli ovvi elogi di una super band, composta da musicisti straordinari, con un vocalist che
non fa il verso a Gabriel ma appare molto efficacie, anche dal punto di vista
scenico.
Io sono rimasto… stordito e non mi sono ancora scrollato di
dosso le emozioni, e finché posso me le tengo!
Un’ultima cosa prima della visione, una riflessione sulla
cura dei dettagli, sulla professionalità che viene spesso scambiata per
maniacalità: l’assolo di Hackett su “Firth
of Fifth” fu realizzato nell’arco di sei mesi che servirono per la messa a punto… esagerazione?
Questa sera l’ho risentito per l’ennesima volta, ma dal vivo tramortisce.
Questa sera l’ho risentito per l’ennesima volta, ma dal vivo tramortisce.
Grande Hackett, campione di umiltà e musicista straordinario.
Non perdetevi le prossime date… se potete!
Questo il tour italiano…
Martedì 30 aprile – Bologna, Teatro
Europauditorium
Giovedì 2 maggio – Torino, Teatro
Colosseo
Venerdì 3 maggio – Bergamo, Teatro
Creberg
Domenica 14 luglio – Genova, Arena
del Mare, Porto Antico
Martedì 16 luglio – Pordenone, Parco
San Valentino
Mercoledì 17 luglio – Mantova, Piazza
Sordello
Giovedì 18 luglio – Firenze, Piazza
Santissima Annunziata