Incuriosito dall’arte e dalla sensibilità musicale di Luca Freddi, ho provato a scoprire
qualcosa di più, risalendo alla fonte. Ecco che cosa ho scoperto ponendo una banale domenda: "Chi è Luca Freddi?"…
La mia storia è la storia di un chitarrista compositore che si è formato
in fin dei conti per la strada e in giro per il mondo. Come tutti i chitarristi
classici mi sono diplomato in conservatorio, molto giovane, presso il
Gioacchino Rossini di Pesaro. Ma poi, essendo molto più appassionato
all'armonia misteriosa che governava i brani che eseguivo più che alla carriera
di chitarrista, ho partecipato ad alcuni concorsi di composizione e in alcuni
mi sono anche classificato tra i primi tre. Ora dovrei ritirare fuori tutte le
vecchie cartelle ma così a memoria ricordo un piazzamento al concorso di
composizione chitarristica internazionale città di Favria e al concorso di
composizione chitarristica Pittaluga. Ma alla fine non sono gli studi in conservatorio
che mi hanno fornito gli elementi necessari per nutrire la mia creatività
quanto i successivi 20 anni, periodo in cui ho girato per il mondo, dal Brasile
agli Stati Uniti sino al Giappone, è un
po' per tutta Europa.
È stato un percorso di pura passione e conoscenza. Non mi sono molto
preoccupato di costruirmi una carriera o un curriculum. Mi sono piuttosto perso
tra le osterie malfamate di Lisbona in mezzo ai disperati e ai cantanti del
fado, o tra le bidonville di Caracas a suonare insieme ai gauci di strada.
Tornato in Italia nel 2010 ho avuto alcune proposte da case editrici e
da alcuni publishing e ho pubblicato alcune opere didattiche, come i 50 arpeggi
editi da Diafonia Edizioni Musicali, o i 12 fraseggi blues rock anni 50-60
editati dalla Berben. Ma più che altro mi sono concentrato sul lavoro di
arrangiatore e collaboro con moltissimi musicisti in tutto il mondo tramite
web. Gli arrangiamenti che pubblico sul mio canale sono più che altro una
dimostrazione della capacità che ho acquisito negli anni di far «cantare» la
mia chitarra.
Da 6 anni porto avanti una ricerca di un suono digitale che mantenga le
caratteristiche base dello strumento ma che sia qualcosa di completamente
nuovo. Ho ricevuto molti apprezzamenti, sia da profani che da professionisti,
ma anche molte critiche da coloro che vorrebbero un suono pulito e veritiero
dello strumento e non un ambiente digitale come quello che creo. Ma visto che
il mio intento principale è quello di trasmettere emozioni - e in questo riesco
abbastanza bene, ed è questo che mi dà soddisfazione - io vado comunque avanti
per questa strada. Non ho dietro le spalle un'agenzia o dei procuratori o delle
case discografiche e pertanto per me da solo è molto difficile poter ottenere i
diritti degli arrangiamenti che faccio e quindi direi che il loro unico scopo è
quello di far passare qualche minuto sereno ed emozionante a chi li ascolta.
Più che le parole la musica…