Il
coraggio delle idee
Conosco solo ora DanyRusso, pesarese, poliedrico,
profondo conoscitore di tecniche e strumenti, autarchico - forse per necessità?
-, probabilmente eccessivamente nascosto sino ad oggi. Già, dove si era rintanato
un talento simile?
L’album che propone, “Reprise”,
è difficilmente collocabile, e questo è a mio giudizio un pregio.
Circa cinquanta minuti di musica per
presentare un mondo, quello che unisce nuove composizioni ad antiche creazioni,
tutte proposte in lingua inglese, e le dodici tracce risultano spiazzanti, perché le variazioni al
percorso sono repentine e spesso inaspettate.
Il mood generale è sufficientemente cupo
per disegnare il malessere… e chi non lo conosce!?
Mi riferisco ad atmosfere, odori privi di
filtro, che riportano sempre allo spleen, alla meditazione tendente allo stato
di tristezza.
C’è molto British Pop, evidente amore di
Daniele, ma il suo colore vocale mi riporta ad un punto preciso, quello di Richard
Ashcroft, che con i Verve mi provocava le stesse reazioni.
Ma vista la premessa non ci si si può
limitare ad una singola sensazione.
Occorre dire che DanyRusso si avvale di un paio
di collaborazioni che lasciano il segno, quella di Roberto Spagnolo, presente al sax nel bellissimo “The cure”, e quella di Valentina Piccione, vocalist in un paio di brani, che nella sua entrata nella
traccia “Trinity” tocca le stesse
corde che seppe stimolare Clare Torry, quando inventò l’impensabile in “The Great Gig in the Sky”: affascinante!
Tutto l’album resta in equilibrio tra stati
differenti, con la ballad che si alterna al modus psichedelico pinkfloydiano,
con Sid Barret che decide di dialogare con i fratelli Gallagher, senza la
necessità di arrivare ad alcun compromesso, perché il sound che ne deriva,
udite udite, non è la copia di niente di conosciuto, non nei termini tradizionali
almeno.
Certe trame struggenti possono solo essere figlie
del disagio interiore, quello che spesso proviamo nel quotidiano, e che magari
riversiamo in un pezzo di carta o in una tela, o che magari ci limitiamo a interiorizzare,
per paura del giudizio altrui.
DanyRusso si lascia andare, crea, modella,
ritrova storie abbandonate e le arricchisce di nuove esperienze; il risultato
è, almeno oggi, “Reprise”, un disco
sudato, carico di significati, che trasmette però sensazioni di sintesi,
semplificate, come solo la musica, quella di qualità riesce a regalare: poche
note, semplici accordi, sonorità soffuse e la magia si compie.
INTERVISTA
Non conoscevo la tua
musica: chi è DanyRusso? Che tipo di percorso, esperienze e cultura musicale
hai alle spalle?
Come tanti, ho fatto
tantissime serate in zona e/o comunque a qualche km da dove vivo, ma vivendo in
una cittadina che poco permette non ho mai avuto sbocchi particolari.
Inoltre, ho avuto la
"sfortuna" in passato, di incontrare persone che hanno parlato molto
ma concluso poco, ecco perché solo oggi, essendomi mosso in prima persona, si
può sentire di me.
Chi sono? Un musicista che
poi si è appassionato allo studio di registrazione volendone conoscere i
particolari, e così è successo che faccio le mie cose da me.
Quali sono i tuoi
musicisti di riferimento, quelli che hanno condizionato il tuo modo di essere artista?
Beh, sono cresciuto coi
Beatles che ascoltava mio padre, poi come ogni chitarrista, dopo aver sentito i
Led Zeppelin si sono ampliate le vedute, per arrivare ad ascoltare altre band
come Yes, Deep Purple, Uriah Heep e altri che comunque hanno fatto della loro
musica, la storia del rock.
E’ uscito il tuo debutto
discografico, “Reprise”: qual è
il contenuto dal punto di vista delle liriche? Esiste concettualità espressiva?
Guarda, i brani sono nati
così, alcune volte prendendo semplicemente la chitarra in mano, e in alcune
occasioni invece, mi son venute le melodie nel dormiveglia, Sun King su tutte. In base a come
suonava il brano, alle sonorità e all'idea che mi veniva arrangiando, mi veniva
il testo.
Parlando invece di della
globalità della proposta, come definiresti l’album e… come descriveresti in
generale la tua musica?
L'album di fatto ha
rispecchiato moltissimo lo stato psicofisico in cui mi trovavo, un momento
difficile, soprattutto perché non ero contentissimo di ciò che mi girava intorno
e come. Come definisco la mia
musica? Vera, sentita, senza artifici, che tratta anche di temi comuni a tanti. Insomma,
credo sia musica creata da un musicista vero, che poi possa piacere o meno,
come sempre è soggettivo, ma come dico spesso, io cerco di fare del mio meglio,
se poi arriva alla gente, è un traguardo vero.
Come ti sei mosso per la
realizzazione di “Reprise”? E’
un prodotto che riassume momenti del tuo passato o trattasi di nuova
ispirazione?
Una mattina mi sono
svegliato e mi son detto: sai che c'è, che quasi quasi faccio un album, e da lì
ho iniziato a scrivere. Mi andava davvero, mi
andava di suonare strumenti veri, con arrangiamenti veri, cori veri senza l'uso
di macchine (vedi harmonizer), ed è per questo che l'ho chiamato “Reprise”, perché ho cercato il più
possibile di farlo come si faceva quando si realizzava musica vera.
Nell'album ci sono tre
brani (Nowheregirl - The Way I'm livin' -
Leaving for planet) che appartengono al passato, The way I'm livin' l'ho addirittura scritta 25 anni fa, e le ho
riarrangiate per questo album.
Le altre invece sono state
scritte proprio per Reprise.
Chi ha collaborato alla
stesura dell’album?
Nessuno, eravamo solo io e
Dany.
Che cosa significa per
DanyRusso la performance live?
Beh il live è la massima
espressione per un musicista, la cosa più bella è il contatto col pubblico e
vedere se si riesce a trasmettere ciò che si ha dentro.
Il pubblico è la vita per
chi fa musica.
”Reprise” è qualcosa che pubblicizzerai, anche, con concerti
dedicati?
Mi piacerebbe moltissimo,
ma sappiamo anche bene che in Italia cantare in inglese è quasi un tabù, ovvio,
a meno che tu non venga da oltre confine o che tu abbia partecipato a reality
show dedicati. Non nascondo che
pubblicizzare il mio lavoro in Italia, poco mi interessa.
Mi dai un tuo giudizio
sullo stato della musica italiana?
Pessimo!!!
La musica italiana è
"comandata" da reality show, dove poi, parliamoci chiaro, nel 99% dei
casi, i vincitori fanno un album e spariscono. Sanremo, anziché dare spazio
ai nuovi arrivati, ripropone sempre le solite facce che credo abbiano ben poco
da dire ancora, e/o comunque sono legate ai retaggi del tempo. Le radio, i network,
comandano chi, cosa e come mandare in onda e chi no.
Se ad un deejay non sta
bene, non si fa, eppure ricordo che non era così.
Che cosa vedi nel tuo
futuro prossimo musicale?
Altri album. Infatti il prossimo,
"It's me" è quasi
terminato. Poi ne farò ancora.
Perché no, ho così tanto
da dire che forse prima o poi qualcuno si fermerà ad ascoltare come si deve,
e...
TRACKLIST
1. That's what I mean
2. The way I'm livin'
3. Nowheregirl
4. The witch
5. The witch and the troll
6. The troll
7. And my..
8. The cure
9. Leaving for planet
10. Trinity
11. Sun King
12. Rising sun
LINEUP
DanyRusso Guitars – Bass – Keyboards – Vocal – Backing vocals and
computer programming
ValentinRoberto Spagnolo Saxophone on “The cure”a Piccione Vocals on
“Leaving for planet” and “Trinity”