Era l’ottobre del 2010 quando commentavo "La Locanda del Vento", l’allora quarto album dei Lingalad. Alla fine dell’intervista di rito chiesi al fondatore, Giuseppe Festa:
E la musica.. quale alchimia può concretamente compiere?
Per me è stato un veicolo espressivo fondamentale: parole
sconosciute che si trasformano in emozioni e trasmettono significati comuni,
trasversali.
Quell’insieme di stati
positivi e situazioni di vita si arricchiscono per mezzo di esperienze fondamentali
che, se da un lato hanno frenato l’attività del gruppo, dall’altro hanno permesso
di arrivare, dopo cinque anni, al nuovo disco, Confini
Armonici.
A proposito del titolo…
“ … i confini del mondo letterario e di
quello musicale si muovono in modo armonico e finiscono per intersecarsi,
creando un luogo, una “terra di mezzo”, in cui ha messo le radici la nostra
musica.”
Quale il contenuto?
Abbandonato il filone “Tolkien”,
il nuovo punto di partenza sono i personaggi che popolano i libri di Festa - Il passaggio dell’orso e L’ombra
del gattopardo (Salani Editore) - ed è proprio questa sua intensa attività,
unita all’impegno televisivo, a giustificare il lungo gap discografico che solo
oggi trova l’approdo in un nuovo
contenitore musicale.
Il fascino della
proposta risiede nell’evocazione che certa musica evidenzia, immagini e storie
che fuoriescono dalla sede originaria per trovare dinamicità e nuovo volto,
colpendo l’immaginazione e rispolverando ricordi che appaertangono ad ognuno di
noi.
Dalle pagine dei
racconti si ergono i protagonisti e si materializzano, attraverso la fusione
tra sonorità folk e liriche, o sola melodia.
Sono infatti tre i
brani strumentali - L'ombra del
gattopardo, Il passaggio dell’orso
e Orante della morte - che risultano
altrettanto efficaci nella creazioni di pictures bucoliche, ma si sa, spesso
non c’è bisogno di parole per arrivare al cuore!
La natura è l’elemento
fondamentale, l’argomento di cui i
Lingaland sono i portavoce, immaginando e proponendo un’interazione tra le
parti, e disegnando angoli di mondo che sanno di libertà, di ambiente “pulito”,
di rapporti umani di qualità, di tempo a disposizione per assaporare la
semplicità di un incontro casuale, riempiendosi il naso e la mente di profumi
naturali idee nuove.
L’ascolto del folk
rock dei Lingalad non necessità di molte spiegazioni.
E’ semplice entrare in
sintonia, così come è facile essere permeati di velata tristezza, per la spinta
fondamentale che certa musica può dare quando si associa la storia personale ad
occasioni mancate, o solo sfiorate.
La visione a seguire
del video Occhi d’ambra chiarirà parte del mio pensiero.
Anche le immagini dell’artwork
“parlano”: “Metaforicamente parlando, la
natura ci ha sempre dato gli “strumenti” per suonare. Ora, nel concept grafico
del cd, questa metafora si è fatta quanto mai letterale!”
Un film, un libro, una
canzone, un ritmo… Confini Armonici, concorre nel creare un’oasi di pace e un
momento di riflessione e un possibile ricongiungimento con le radici, spesso sostituite
da convinzioni distorte: un disco portatore di serenità!
LINGALAD
CONFINI ARMONICI
Lizard Records
11 brani, 40 minuti
Tracklist:
1 – Sogni
d’oblio
2 – Orante
Della Morte
3 – Occhi
d’ambra
4 – L’ombra
del gattopardo (strumentale)
5 – La
grande orsa
6 – Nella
terra di Aku
7 – Un solo
destino
8 – Il
passaggio dell’orso
9 – Nel
diario di Maria
10 – Oltre
il confine
11 – Orante
Della Morte (strumentale)
LINGALAD:
Giuseppe
Festa (voce e flauti)
Giorgio
Parato (batteria)
Luca
Pierpaoli (chitarra acustica)
Andrea Denaro
(strumenti etnici)
Dario Canato
(basso)
Claudio
Morlotti (strumenti etnici dal 2000 al 2012)
Fabio
Ardizzone (basso dal 2000 al 2012)
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