A distanza di pochi
mesi ripropongo un lavoro di Peter Irock, il paladino della musica elettronica,
che nel nuovo album, Horizon,
mostra piacevoli novità che segnano un’apparente evoluzione, o forse soltanto
un volto differente, ma resta il fatto che certi innesti hanno caratterizzato
in modo deciso un percorso generalmente molto evocativo, dove la tecnologia
spinta e il talento tastieristico si sposano perfettamente a immagini e
ambienti.
Il video promo a
fine post mi pare la perfetta sinossi musicale di un disco la cui tracklist è la
seguente:
1-Horizon 8:01
2-Mountains Dream 8:03
3- Everest 7:47
4-Phenomenal 8:24
5-Moolight 10:49
Ma quali sono le novità compositive a cui ho accennato?
Risponde Peter… Le
novità, se così si possono definire, sono varie. Ho inserito per la prima volta
nei miei lavori, in alcuni brani, elementi acustici, come sax soprano, alto e
flauto eseguiti da Hellmut Wolf nel brano “Horizon”,
e la chitarra elettrica di Frank Steffen Mueller nel brano, forse di maggior impronta rock
elettronico, “Mountain Dreams”. Anche le percussioni sono molto elaborate e
ricercate. Inoltre la presenza della soprano greca Nanda
Natukovis nel brano “Everest”. Diciamo che ci sono un pò di elementi “umani"
in più.
Non è poco, perché il
matrimonio tra la musica elettronica ed elementi acustici, rock e classici,
dimostra una grande efficacia, determinata a mio giudizio da una sorta di
miscela tra sound ipnotico - l’amore per la sperimentazione tedesca -, trame
ariose - Vangelis docet - e la pura tradizione.
Le musiche di Horizon
trasportano, permettono di viaggiare, assumendo a tratti toni aulici, e arrivano
a destinazione senza che venga richiesta una grande concentrazione da ascolto, perché
il coinvolgimento arriva naturale, trasformandosi, a volte, in eccitazione
musicale.
Un plauso a Peter
Irock, capace di fornire, in un breve spazio temporale, diverse sfaccettature della
sua arte e delle sue passioni, e non ho dubbi che il futuro prossimo ci
riserverà un ulteriore esperimento - a cui si fa accenno nelle righe a seguire -
che proverà a legare sound a liriche.
Molto stimolante!
Il resto dell’intervista
aiuterà i curiosi…
Circa sei mesi fa
scrissi del tuo CD “BOREAL” e quando alla fine ti chiesi qualcosa a proposito
del futuro mi rispondesti, tra le altre cose, che “… certo è che, visti i
prossimi impegni che si presenteranno, continuerò fedelmente la mia strada
della ricerca sonora nelle composizioni…”. Come si colloca questo tuo nuovo
lavoro, “Horizon”?
Direi che Horizon è un la risposta alla questione
che mi avevi posto. In effetti, a differenza di Boreal, la ricerca è stata molto profonda ed accurata, soprattutto in certi momenti, per la ricerca di sonorità
più mistiche, forse più da soundtrack in alcuni punti, come strutture
armoniche. Direi che si colloca avanti, come è giusto che sia, nel sentiero musicale
che sto percorrendo.
E’ un album a sé stante
o si può considerare la continuazione del lavoro precedente?
No, è un lavoro a se stante, anche se in brani come Phenomenal o Moonlight, ci sono passaggi che si affacciano al mio amore per la
Berlin School, presente anche in Boreal.
Le sonorità sono decisamente differenti, sia come "synth sound" che a
livello armonico e di percussione.
Hai trovato/provato strumentazione e tecnologia differente dal passato?
Ho utilizzato dei nuovi VST software per le sezioni
percussioni, per le parti di sequencer. Molti pad o solo, sono stati realizzati
con Oberheim Matrix 12, Prophet 10, Arp Odyssey, strumenti che poi utilizzerò
insieme ad altri, nei live del prossimo anno, in fase di preparazione.
A chi si rivolge in primis la tua
musica?
Potrei dire ad una
certa nicchia di amanti della musica elettronica, ma visti i primi riscontri
avuti da chi lo ha ascoltato, sono contento di vedere che, anche chi ascolta
altri generi musicali, o suona altri stili musicali, apprezza Horizon. La mia musica racchiude molti
stili dei maestri della musica elettronica, che tanto mi hanno dato ed
insegnato, e Horizon, come Boreal, è frutto di questa mia
evoluzione musicale. Posso dire che è un album, da ascoltare seduti
tranquillamente in cuffia e lasciarsi andare ad un bel viaggio emotivo.
Avrai occasione di proporre dal vivo
“Horizon”?
Sì, sarà presentato
tutto l'album, adattato per il live, sia a livello arrangiamento che lightshow.
Proporrò anche Boreal, un brano
omaggio a Edgar Froese e anche 2 cover dedicate a Jarre e Vangelis, come
ringraziamento a questi artisti per quello che mi hanno dato emotivamente e
musicalmente.
Non ricordo se te l’ho
già chiesto… hai mai pensato ad inserire liriche nelle tue costruzioni
musicali?
No, non me lo hai
chiesto in effetti. E ciò non lo escludo, ma saranno liriche o a livello
"operistico", con la parti per tenore, soprano e mezzo soprano, o con
la presenza di una vocalist tipo Laurie Anderson o Lisa Gerrard, voci che io
considero essere degli strumenti. Sono in effetti alla ricerca di una vocalist
che si ispiri allo stile di queste due eccezionali artiste sopracitate, da me
molto apprezzate. Sì, è da un pò di tempo che ci sto pensando...
Un ultima cosa, mi parli degli ospiti
presenti nel tuo album?
A parte la soprano Nanda Natukovis, ancestiale nota vocale
nel brano Everest, il resto è made in
Germany. Partiamo da Hellmut Wolf, sassofonista e flautista di lunga data, che
da quest' anno cura anche la distribuzione di Horizon e Boreal, con la
sua label Wolf Entertainment. Frank Steffen Mueller mi ha stupito per le sue immediate
capacità di esecuzione con la chitarra e ha saputo interpretare subito la
musica e il sound che gli avevo scritto e
richiesto di eseguire. Loro saranno presenti sul palco, salvo imprevisti
dell'ultimo momento, nel programma live 2016. Più qualche
altra sorpresa.
website: www.peterirock.net