mercoledì 24 giugno 2015

L'album omonimo degli ANABASI ROAD


Gli ANABASI ROAD arrivano all’esordio discografico circa un anno fa, rilasciando il disco omonimo, ma ho incontrato la loro musica solo da pochi giorni.
Chi siano e quali idee abbiano in testa lo si può facilmente captare leggendo l’intervista che presento a seguire.
Un’ora di musica intensa a cui posso aggiungere un primo aggettivo: piacevole.
L’essenza è che… non ci sono punti di riferimento, tanta e tale è la varietà della proposta, fatto che potrebbe condurre a considerazioni errate, come la mancanza di un percorso delineato o quella specifica confusione musicale che spesso caratterizza esordi e gioventù.
In realtà l’estrema libertà priva di ogni tipo di condizionamento, ideologia o rigida filosofia musicale, è una precisa scelta, che è il seguito di convinzioni personali che cercano di privilegiare l’audience e la genuinità di rapporto tra artista e spettatore/ascoltatore.
Ma rompere le schematizzazioni a cui si è abituati significa, almeno in questo caso, lavoro duro, precisione maniacale nei dettagli, perfetto lavoro di squadra.
Ci tengo a ritornare all’attributo iniziale, quel “piacevole” che sottintende come la varietà di argomenti diventi un grande pregio, almeno per chi non vive di categorie e generi precostituiti.
Gli A.R. utilizzano la lingua inglese, con l’eccezione del brano Guerra Mondiale, traccia in cui prevale la necessità di far passare in modo netto il messaggio.
La musica è la summa di mille amori, comprendenti rock e blues, classica e progressiva, con una discreta lunghezza per ogni singolo episodio: Say Man e I walk alone superano gli undici minuti, e già questo può indicare un preciso indirizzo che si allontana dal concetto di musica “semplice”.
Buona tecnica e capacità di creazioni elaborate permettono alla band di variare a piacimento in qualsiasi spazio musicale, trovando nella voce di Andrea Giberti l’elemento distintivo, soprattutto per quella timbrica a metà strada tra Chad Kroeger e Eddie Vedder.
Sarei curioso di vedere una loro performance live, e in ogni caso una seconda esperienza discografica sarà decisiva per trovare conferme o prendere atto di una particolare evoluzione stilistica.
ANABASI ROAD è un bel disco, si ascolta con curiosità, aspettando il colpo di scena dietro all’angolo, senza mai rimanere delusi.
Un plauso a questi ragazzi di Reggio Emilia che continueremo a seguire con interesse.


L’INTERVISTA

Come nascono gli Anabasi Road  e da dove arrivano le forti passioni musicali?

Come quasi sempre avviene abbiamo iniziato a suonare insieme per divertimento, con qualche cover dei Deep Purple, Pink Floyd e Black Sabbath. Poi il nostro cantante ha portato alcune bozze a cui aveva lavorato ed è nata così la passione nel comporre la nostra musica, capendo fin da subito che i pezzi altrui non avrebbero potuto darci lo stesso entusiasmo. Abbiamo certamente avuto la fortuna di essere tutti legati profondamente alla musica in quanto nessuno era alle prime armi, e questo ci ha permesso di essere fin da subito produttivi, d'altro lato però è difficile convogliare le idee di sei persone entro un unico progetto. Difficile ma non impossibile!

Il vostro disco di esordio, omonimo, risale ad un anno fa, ma è per me nuovo: quali in contenuti? Trattasi di concept?

Il nostro primo album raccoglie i lavori realizzati fino al momento della registrazione. Non è certamente un concept, anzi per tematiche e stili di composizione le canzoni risultano molto varie ed eterogenee, certamente appaiono le tematiche che spesso caratterizzano i nostri testi, in particolare la voglia di risollevarsi nonostante le avversità. Spesso parliamo di tematiche forti e difficilmente in modo immediato o diretto, tendiamo a introdurre l’ascoltatore in un’atmosfera capace di farlo immedesimare, in modo che possa interpretare il testo come più è predisposto a fare, vogliamo lasciare sempre un po’ di margine a chi ci ascolta, perché una canzone è tanto più bella quanto lo è il significato che riesci a darle.

Dal punto di vista musicale è palese una esperienza diversificata e la tendenza alla libertà espressiva: come definireste la vostra musica e la vostra filosofia di lavoro?

Senza compromessi, ci limitiamo a seguire i nostri gusti, evitando di porci troppe domande su come il pubblico potrebbe reagire. Non certo per disinteresse ma perché siamo convinti che solo una musica autentica, vera, possa davvero interessare l’ascoltatore, del resto dei “pacchetti musicali precompilati” siamo letteralmente sommersi.  Tutto ciò però non deve far pensare che il lavoro sia semplice, ogni canzone infatti è, sì libera dalle costrizioni di un genere predefinito, ma il lavoro per affinare e strutturare ogni parte della canzone è notevole; in effetti siamo dei perfezionisti ma la soddisfazione di poter fornire un prodotto ben curato ci ripaga dello sforzo.

Come siete arrivati all’attuale line up, ricerca funzionale al progetto o casualità e combinazione di rapporti di amicizia?

Senza dubbio casualmente, anche se dal principio abbiamo cercato di creare una formazione numerosa, più strumenti avrebbero significato più varietà di suono e questo ci è sempre sembrata una buona strada da percorrere.
Nel nostro caso la formazione ha determinato lo stile e non il contrario.

Come nasce la scelta della lingua inglese?

Principalmente per fini stilistici, l’inglese si presta bene alle sonorità più graffianti, certo a scapito della comprensione del messaggio. In questo però non vogliamo mettere radici, il futuro prevede un maggior numero di canzoni in lingua italiana e perché no, magari anche un intero album.

Come mai avete invece scelto l’idioma italiano per raccontare “Guerra Mondiale”?

Come accennavo prima la lingua inglese ha uno stile forte, riesce a dare molto carattere alla canzone, ma ci sono testi, e questo ne è un esempio, che hanno bisogno di sfumature più raffinate per essere valorizzati.

Cosa accade ai live degli Anabasi Road?

C’è sicuramente molta energia sul palco e appena ci è possibile strizziamo l’occhio alla teatralità. Cerchiamo di rendere ogni apparizione uno spettacolo completo, in cui il messaggio non arrivi esclusivamente dal lato musicale, per quanto principale, ma possa essere stimolata anche su altri livelli. In questo ci affidiamo al cantante che per natura si trova perfettamente a suo agio con questo ruolo. Va detto che anche l’accompagnamento musicale in queste performance viene studiato, affinché possa sia divertire che commuovere, per noi la musica sottolinea ogni aspetto emotivo della vita.

Che tipo di bilancio potete trarre ad un anno dall’uscita dell’album?

Sicuramente positivo. In molti hanno apprezzato l'album, e abbiamo venduto più di 500 copie, cosa che per un gruppo che non ha sostegno esterno è tutt'altro che scontato. Grazie ad internet abbiamo varcato in poco tempo i confini nazionali, e abbiamo spedito un po' da ogni parte del mondo, in particolare Giappone e Russia.

Nonostante gli interessi molteplici, possibile trovare una band che vi mette tutti d’accordo?

Eh… questa sarà davvero un impresa impossibile. No, a parte gli scherzi, forse sono poche le band che tutti ascoltiamo abitualmente, ma sicuramente sono tante quelle che unanimemente apprezziamo, in particolare nell'ambito dell'hard rock e dell'heavy metal classici.

Cosa vorreste vi capitasse, musicalmente parlando, nei prossimi tre anni… rimanendo nel campo delle possibilità realizzabili?

Tre anni sono tanti e l'auspicio è sicuramente quello di fare il salto. Riuscire a firmare un contratto discografico o un contratto di distribuzione, in modo da poterci concentrare solo sulla musica, sperando che qualcuno abbia un interesse personale sul successo degli Anabasi Road.




TRACKLIST (58 minuti totali)
Pleasure in me 8.02
Clashing Stars 3.58
Dreaming for you 5.36
Say Man 11.17
Guerra Mondiale 5.58
Maybe Tomorrow 6.46
I walk alone 11.21
Requiem 6.42

LINE UP
Andrea Giberti-voce, armonica, tastiera
Massimiliano Braglia-chitarra e batteria
Alessio Gambarelli-chitarra
Riccardo Vecchi-basso
Luca Orlandini-tastiera, organo e pianoforte
Nicholas Corradini-batteria e chitarra

Biografia

Gli ANABASI ROAD sono un gruppo rock nato nel 2009 a Reggio Emilia con un occhio di riguardo verso la sperimentazione musicale. Spinti dal desiderio di esprimersi lasciando libero spazio alla creatività, mischiano e fondono influenze di vario genere senza gettare radici.Intraprendono così un viaggio attraverso le insidie del blues, e puntando alla stella del rock progressivo navigano sulle onde dell'hard rock più vintage… dove approderanno?

“Anabasi Road” è disponibile presso iTunes, Google Play Music, Spotify, BandCamp e tutti i maggiori store di musica online.