Intervista
a Enzo Vita-Il Rovescio della Medaglia
Il 1970 vede la nascita di molte
formazioni che superano il beat e iniziano a proporre la commistione tra il
rock, la classica e la sperimentazione, un mix che col tempo avrebbe assunto la
denominazione di Musica Progressiva.
Tra i tanti, ruolo importante ebbe Il Rovescio della Medaglia, band romana
dal sound potentissimo, tra le prime ad inserire la classicità di contenuti su
di un copione ritmico ben preciso e in voga in quei giorni.
Band tipicamente da palco, partecipò
agli eventi importanti di quell’inizio di decennio, lasciando il segno già con
l’album d’esordio, “La Bibbia”.
La fine della fase storica arriva nel
1976, e dopo un lungo silenzio RdM
ritorna negli anni’90 con un paio di album. L’anima del progetto è il
chitarrista storico Enzo Vita, che
da lo start, anche, alla terza fase, quella che vede la pubblicazione di
“Microstorie” (2011) e del “Live in Tokyo”(2014), frutto di una loro
performance orientale.
Ma
cosa si diceva di loro un tempo?
"La loro
strumentazione è tra le più interessanti in Europa. L'impianto voci Mack da
6000 watt è quadrifonico ed equivale ad amplificatori a 36 tracce. La console è
in realtà uno studio di registrazione portatile con filtri, compressori, ecc.
La chitarra, la batteria e le tastiere hanno amplificatori da 900 watt. Le
tastiere consistono in un organo verticale Hammond B, un harmonium, un Eminent
per riprodurre i violini, due sintetizzatori VCS, un Harp 200 e due sintetizzatori mini moog. È
anche importante l'impianto luci. Ci sono 50 lampade che producono colori ed
effetti speciali. Su uno schermo speciale dietro il gruppo, vengono proiettati
diapositive e filmati, per produrre effetti musicali astratti."
Ho
chiesto a Enzo Vita di soddisfare qualche mia curiosità e, nonostante il suo
amore per la sintesi, emerge la sostanza, una testimonianza rara in cui Enzo
racconta qualcosa del RdM.
L’INTERVISTA
Utilizzando
la chiarezza di idee che contraddistingue l’età matura, che giudizio musicale
daresti de Il Rovescio delle Medaglia antico, quello attivo ad inizio anni ’70?
“La Bibbia” è un’idea che andava oltre
quello che allora il mercato proponeva. “Io
come Io” è stato un album di
corsa, ma che faceva da ponte con quello che venne dopo, cioè “contaminazione”
diretto da Luis Bacalov.
La
contaminazione tra rock e cultura classica, da voi proposta all’epoca, era
frutto di vostri convincimenti o subì qualche influenza dalla moda del momento?
Il nome del
Rovescio dice il contrario delle mode del momento; sono partito dalla presa di
coscienza che il mio sentire non era blues (anche se le cover di studio
iniziali comprendevano pure questo).
Cosa succedeva ai concerti del Rovescio? Come
reagiva il pubblico ai vostri … watt?
Inizialmente
non era preparato a certi volumi e si tappava le orecchie, ma poi durante i
concerti veniva assorbito dal suono. 6000 watt oggi sono pochi a differenza di
allora!
Qual è il
tuo ricordo più piacevole e quale la situazione che non vorresti aver vissuto?
I concerti
ben riusciti sono quelli che inducono a farti insistere sul progetto, mentre le
situazioni che non vorrei aver vissuto sono quelle relative a quando sono
rimasto solo perché gli altri se ne sono andati, però c’e da dire che la cosa
oggi la vedo in maniera positiva.
Quale fu
l’elemento principale che portò allo scioglimento della band?
Il “mito”
dell’amicizia cosa che oggi non potrebbe più accadere pur essendo amici.
Mi dai una
tua versione del concetto di Musica Progressiva?
La musica
Prog è quella parte della musica alternativa più evoluta musicalmente.
Da dove
nasce la tua voglia di reunion?
Non ho
desideri di reunion, mi dedico a costruire musica, e chi ci sta è bene accolto (come
ti ho già spiegato non ho più miti per la testa).
Che cosa ti
ha lasciato la recente esperienza in Oriente?
La
convinzione che sto facendo bene quello che faccio.
Ma che tipo
di musicista era Enzo Vita?
Ero
autodidatta, ora scrivo tutte la parti musicali!
Sei nella
possibilità di raccontare ai lettori di Unprogged qualche idea sui tuoi/vostri
progetti futuri?
Il prossimo
CD si intitola “Tribal Domestic”, è
terminato e sto realizzando il terzo video: spero che finisca anche questo
perché ho il desiderio di suonare dal vivo!