Esordio discografico per i Glad Tree, progetto che nasce da un’idea
di Marcello Capra a seguito di un
incontro fortunato con musicisti che posseggono evidentemente qualcosa in più
della mera qualità musicale, dal momento che inducono Capra, dopo
anni di proposizione musicale solitaria, a optare per un cambiamento, una
situazione in team, che immagino sia di piena soddisfazione per il chitarrista
torinese.
Vorrei partire da un’immagine -nella speranza di non cadere
nella retorica- che mi pare vincente in questi giorni in cui il mondo è in
pieno subbuglio sociale.
La cover, realizzata da Lanfranco
Costanza, propone un albero dai tre colori che, mescolati, come si apprende
sin dagli esercizi fanciulleschi, danno origine a vere sorprese cromatiche; tutto ciò rappresenta il simbolo dell'incontro delle culture -razze e religioni- che di questi tempi interagiscono sempre di
più, dando luogo a nuove entità umane che sono la risulta di quelle
tradizionali, e che ci piacerebbe tanto fornissero dimostrazione di civiltà,
intelligenza e capacità di convivenza. L’Onda Luminosa
dei Glad Tree -ecco il titolo del disco- emerge dal grigiore quotidiano e
fornisce un esempio positivo e, allo stesso tempo, un simbolo di speranza.
Nove brani, cinquanta minuti di musica che vedono come
protagonisti il già citato Marcello Capra -pluridecorato chitarrista,
protagonista della semina prog a cavallo tra anni ’60 e ’70-, il flautista
classico -ma con passato in ambiente prog- Lanfranco
Costanza, e il percussionista/cantante indiano Kamod Raj Palampuri.
L’album è figlio del risultato delle performance live, con la
presa di coscienza che la miscela funziona, sia per chi propone che per l’audience,
che generalmente si dimostra attiva, e tutto ciò ha un preciso significato.
Da qui la volontà di registrare quasi totalmente in presa
diretta, una sorta di live in studio di cui ormai usufruiscono in molti, cioè
chi è alla ricerca della ri-creazione di momenti magici che sono attimi
terapeutici di cui è giusto beneficiare.
La base è rappresentata da antichi brani di Marcello,
rielaborati, rivisitati, con buona dose di libertà e improvvisazione, una sorta
di canovaccio da cui partire per privilegiare l’elemento creativo.
Le caratteristiche dei musicisti e la differenza di
provenienza generano brani che rispettano un copione multietnico, dove la
specifica tecnica di Capra si sposa alla classicità contaminata di Costanza e
al ritmo colorato di Raj Palampuri, in
grado di realizzare disegni melodici che, come dice Costanza, un normale
batterista potrebbe non afferrare.
E’ un viaggio in giro per il mondo quello che i Glad Tree ci
regalano, un percorso che ci spinge a visitare luoghi diversi tra loro,
lasciando lo spazio per l’interattività, perché attraverso la nostra mente,
sollecitata da suoni magici, nessun percorso ci può essere vietato.
Difficile disegnare il genere musicale dei Glad Tree, perché non
si può definire correttamente un piatto in cui gli ingredienti musicali sono
estremamente vari, dove non esistono limiti tra rock, folk, classico e
tradizione popolare.
Nonostante queste peculiarità e diversità, l’album è adatto
ad un pubblico trasversale, e se può essere complicato afferrare alcuni
risvolti tecnici, il lasciarsi andare liberamente all’ascolto risulterà alla
fine una bella sorpresa che si potrebbe sintetizzare in “gioia da ascolto”.
Il video a seguire è rappresentativo dell’intero album.
GLAD TREE:
Marcello Capra (chitarra)
Lanfranco Costanza (flauti e
armonica)
Kamod Raj Palampuri (tabla, canto
indiano e sufi)
Info:
Glad Tree: