giovedì 25 dicembre 2014

Stefano Giaccone-“Aria di Festa”



Sono undici i passaggi che compongo Aria di Festa, album di Stefano Giaccone rilasciato nel Marzo scorso.
Ho conosciuto un pò della sua storia proprio in quel periodo - con imperdonabile ritardo - quando in questo spazio mi occupai di “Modern”, degli Airportmen, progetto a cui Giaccone ha partecipato contribuendo in modo sostanziale alla sua realizzazione.
A seguire propongo un pò di bio per… saperne di più.
Come sempre più spesso mi capita, l’ascolto di Aria di Festa mi ha lasciato un sapore generale che assume importanza maggiore rispetto alla spiegazione del singolo brano.
Giaccone propone se stesso senza aver cura di modellare i sentimenti secondo l’immagine che altri vorrebbero. Non mi viene in mente nessuno come lui, capace di impersonificare il ruolo del cantautore inteso, anche, come portatore di messaggi scomodi, crudi, dolorosi, inseriti in un dipinto a tinte scure, perché è questo il colore dell’attuale quotidianità.
Qualcuno era così negli anni ’70!
L’oscura Torino, la periferia, la fabbrica e le ingiustificate morti sul lavoro, il rapporto con il padre, le relazioni complesse… tutto questo è il verbo di Stefano Giaccone, uomo dei mille luoghi ma dalle radici indissolubili, dell’impegno politico-sociale e delle grandi passioni, dei forti legami familiari e delle voglie di libertà.
E anche la versione italiana di un brano di Phil Ochs, “When I’m Gone”, diventata nell’occasione “E’ Adesso”, la dice lunga su quali siano le linee guida espressive, con Stefano che diventa una sorta di giornalista musicale attratto dalla proposta dell’attualità.
Non è un album solo voce-chitarra, ma anche dal punto di vista musicale sono presenti momenti coinvolgenti, con ricorso ad atmosfere caratteristiche di mondi lontani, e occorre ricordare il luogo in cui Stefano è nato e ha vissuto, Los Angeles.
Ma vorrei ritornare alla mia premessa, al mood generale e al legame che ho trovato senza alcuna difficoltà con la mia storia personale, che è poi il modo per aggrapparsi per sempre ad un autore, interagendo con lui ad ogni successivo ascolto.
Parte “Ricordi di Periferia”, terzo brano dell’album.
Ho dieci anni, e la domenica pomeriggio mi tocca il cinematografo con mamma e papà… in periferia. Mi guardo attorno, le ciminiere, l’oscurità delle sei del pomeriggio invernale, i cappotti della Standa ed il commissario Maigret, in bianco e nero, che mi aspetta nel televisore di casa. Mi giro verso mio padre e gli comunico che io, io quel posto così “nero”… " mai ci vivrò e mai ci lavorerò…". Pie illusioni!
Ascoltare Aria di Festa, in questo senso, mi ha fatto male, così come le storie musicate da Giaccone, troppo reali per non immedesimarsi e un po’ soffrire.
L’ascolto e la visione del filmato a seguire aiuteranno certamente a comprendere i miei sentimenti.
La cover mi ha colpito… è forte il contrasto tra il bimbo imbronciato e il titolo del disco, ed è forse qui il significato di tutte le nostre esistenze.
Un grande disco, da … maneggiare con cura.



Tracklist
01. Late Ripeness
02. Non Tornerò
03. Ricordi Di Periferia
04. La Tua Storia
05. Il Giardino Dell’Ossigeno
06. Il Libro Nero
07. Andata Per Davvero
08. É Adesso (When I’m Gone)
09. Quante Belle Canzoni
10. Tempo Inutile
11. La Stanza Vecchia


MINI BIOGRAFIA DI STEFANO GIACCONE (dal comunicato stampa)

E’ considerato “uno dei più rilevanti musicisti della scena indipendente italiana” (da: “Enciclopedia del Rock Italiano” Baldini-Castoldi) con una storia artistica affollata di eventi ed esperienze sia come solista sia in gruppo.  Nasce nel 1959 a Los Angeles  (USA); nel 1966 si trasferisce in Italia, a Torino; nel 1982 fonda con altri musicisti (tra cui la cantante Lalli) il progetto FRANTI e dal 1995 aggiunge alla musica una sua personale ricerca nel mondo della Voce Teatrale. Dal 1998 al 2009 vive in Galles (UK). Poi in Sardegna dove dirige il Progetto Nostos, quindi in provincia di Cuneo dove produce e rappresenta lo spettacolo “MODERN” con il gruppo Airportman. Quindi ancora Torino dove produce altri spettacoli, tra cui “Vincenzina Franti” e “Occhio folle, occhio lucido”. Alcuni suoi materiali sonori, letterari e teatrali: Non Classificato: FRANTI (CD), Parlami ancora: Kina (CD), Le stesse cose ritornano (CD), Una canzone senza finale (CD), Viper Songs (CD); Corpi Sparsi (CD/teatro), Modern (CD/video/teatro con Airportman); La Vena D’Oro (romanzo), Nati per questo (racconti), Solo Vecchia Brace, Dismissioni, Occhio folle, occhio lucido, Pasolini PUNK…. (Teatro) Due figli, tifoso di Torino FC 1906 e di Paolo Pulici, Marxista Libertario, amico della Chiesa di Saint John Coltrane (San Francisco).