Articolo apparso sul numero di giugno di MAT2020
Ho conosciuto recentemente Alberto
Salerno, prima virtualmente, attraverso l'amico comune SimonLuca, e pochi
giorni fa l'ho incontrato vis a vis, al FIM; dopo una chiacchierata ci siamo
lasciati con l'intento di realizzare una piccola intervista, puntualmente e
rapidamente realizzata.
Non è facile condensare i
pensieri, perché si è portati a rispolverare la lunga storia, e la decina di
domande potevano diventare diecimila.
Ma ho rimandato ad un
ipotetico futuro il mio potenziale “fiume in piena”, cercando di focalizzarmi
sul presente, sui nuovi obiettivi, e su argomenti di carattere generale.
Credo sia una grossa fortuna,
per chi si occupa della materia, poter avere un interlocutore che è stato
capace di incidere realmente sulla storia della Musica, e non credo sia
necessario fare esempi per ricordare gli episodi significativi.
Ora Alberto Salerno, con
SimonLuca e molti altri è impegnato nel progetto “Muovi La Musica”,
associazione di cui è Presidente, aggregazione che nasce con uno scopo ben
preciso, ed una finalità nobile.
Leggiamo il suo pensiero.
Vorrei partire dall’occasione che ci ha fatto conoscere, dopo il virtuale,
e cioè il FIM: qual è il tuo giudizio su questo tipo di manifestazioni?
Sinceramente, il FIM
organizzato come ho visto non mi ha convinto, e non credo che aiuti la musica.
Questo vale anche per il Mei che, a mio avviso, si è molto ripiegato su se
stesso.
Lo scopo della tua presenza e di altri importanti operatori culturali,
nello spazio Over Joy, era anche la promozione dell’associazione di cui sei
presidente, Muovi La Musica: puoi fare il punto sullo stato dell’arte,
evidenziando gli obiettivi futuri del tuo gruppo?
Il nostro obbiettivo
principale è quello di riportare la cultura e l'etica nella musica,
affiancandoci a partners, come operatori di eventi live, riviste come la
vostra, distributori online come la Believe, insomma essere dei veri e propri
connettori tra le varie entità musicali. Tutto questo per cercare di modificare
lo star-system che attualmente blocca la musica, impedendo a molti musicisti di
avere una visibilità.
Ti pongo ora una domanda con cui perseguito le persone che intervisto, ma
credo che sia difficile trovare interlocutore più esperto di te: siamo di
fronte a crisi di talenti o di opportunità? O forse c’è dell’altro?
Entrambe le cose. La musica
italiana, allo stato attuale, mi sembra peggiorata rispetto al passato, almeno
per quello che mi è dato di sentirle. E' anche vero che, talents a parte, non
ci sono altre opportunità per far venire alla luce cose nuove e interessanti.
Stefano Senardi nel corso della conferenza stampa realizzata al FIM ha
sottolineato come, forse, in Italia, i “gestori” della Musica si siano accorti
in ritardo dello sconvolgimento che le nuove tecnologie avrebbero portato: qual
è il tuo punto di vista?
Identico. Ha detto una
sacrosanta verità. Invece di fare una guerra senza quartiere ai server
provider, sarebbe stato più utile consociarsi, trovare formule di
collaborazione, ma col senno del poi è facile dirlo.
Riesci a vedere una via di uscita soddisfacente per il connubio
Arte/Mercato? L'arte deve convivere con il business...
L'artista, qualsiasi artista,
deve poter monetizzare il proprio lavoro, ma oggi, in considerazione della
crisi generale in cui versa il paese, vedo con grande difficoltà una strada per
questo connubio.
Sono curioso: tra i tanti incontri musicali della tua vita, quale ti ha
dato di più in termini di umanità e di empatia?
Molti. Quando lavori con
qualcuno finisci sempre con l'affezionarti. Ho tanti buoni ricordi... Il tempo,
poi, aiuta anche a guarire certe ferite.
Ci siamo innamorati da giovani di canzoni di cui non capivamo una parola, e
anche ora che conosciamo meglio le lingue, afferrare i significati non é cosa
semplice: riesci tu, archetipo del paroliere moderno, a trovare soddisfazione
in una composizione priva di liriche, captando solo melodia, armonia e ritmo?
Certamente sì. Morricone, un
maestro conclamato, ne è la dimostrazione lampante.
Se potessi magicamente tornare indietro nel tempo, cosa cambieresti nella
tua vita? Hai qualche rimpianto o qualche rimorso?
Come tutti, credo. Di sicuro,
se potessi tornare indietro, modificherei certe mie intemperanze che mi hanno
portato spesso a prendere decisioni trancianti e poco riflessive. Purtroppo non
ho mai avuto un buon carattere.
Hai a che fare con molti giovani, che magari con gli occhi ti chiedono una
chance che non puoi sempre dare: che cosa puoi consigliare a chi si avvicina
con serietà al mondo della Musica?
Lavorare sodo, fare tanti
sacrifici, la musica chiede molto, a volte può anche restituire niente, a volte
tantissimo, ma soprattutto avere il senso dell'autocritica, elemento che mi
sembra assente nella musica di oggi.
Dammi un immagine proiettata nel futuro, un obiettivo che hai pianificato
di raggiungere in tempi ragionevoli.
Oggi come oggi, il mio
obbiettivo primario è far crescere Muovi La Musica per farla diventare
un'associazione potente, in grado di cambiare le cose. Un sogno? Si. Lo è.