TUONI,
BALENI, FULMINI è il quarto lavoro ufficiale dei Kalevala e
rappresenta la sintesi significativa di un percorso lungo almeno dieci anni,
costituito soprattutto da date live, spesso oltre i confini nostrani.
Due
dovrebbero essere i piani di descrizione, uno atto a mettere in evidenza la filosofia musicale della band, e un secondo focalizzato sulle caratteristiche del
fantastico digipak che mi ritrovo tra le mani.
Partiamo
dalla loro musica, un rock metallico che si sposa perfettamente alla musica
folk, soprattutto il versante celtico, e che fa emergere la perfetta convivenza
tra generi musicali apparentemente distanti tra loro.
E’
vero, come emerge dallo scambio di battute, che ci sono illustri predecessori,
e un tempo nessuno si poneva troppe domande quando il “durissimo “ Jimmy Page
imbracciava il mandolino per il demarrage di The Battle of Evermore, ma
il mondo è profondamente cambiato - ovviamente anche quello musicale - e le
proposte coraggiose come quella dei Kalevala, fatte di nuove ricerche e contaminazioni,
spingono a lavorare per il pubblico che non vuole conformarsi alle etichette,
che purtroppo non è la maggioranza.
Non
credo che dietro la proposta della band ci siano poi tutti questi ragionamenti,
ma piuttosto una completa intesa tra i componenti dell’ensemble che,
istintivamente, li ha portati verso una musica che fa stare bene - loro e chi
li ascolta: nel gradimento istintivo la razionalità c’entra poco.
I Kalevala appaiono animali da palco,
capaci di coinvolgere al massimo il pubblico, onorando nel modo dovuto il
concetto di performance live.
Sono da
sempre amante del rock - è questa la vera famiglia che riconosco - e
all’interno di tale contenitore ho trovato la colonna sonora della mia vita, i
Jethro Tull. La musica dei Kalevala mi riporta agli intenti di Ian Anderson,
non per l’utilizzo del flauto, ma per la voglia di miscelare il metallo alla
tradizione, intersecando culture e modi espressivi differenti.
Peculiarità
della band è la capacità di utilizzare differenti lingue, superando a volte l’idioma di casa nostra a favore
della lingua inglese e francese. Tutto questo permette di calarsi nella parte,
come attori sulla scena, utilizzando il meglio per il contesto in cui la musica
nasce o si propone.
Un
sound che regala potenza e dolcezza in contemporanea, prendendo spunto dal
passato, ma aggiungendo grandi idee personali e una notevole forza d’urto, che
on stage significa successo assicurato.
Quello
che ho provato a sintetizzare risulterà molto più chiaro ascoltando/guardando
tutto ciò che è compreso nella confezione in oggetto, DVD+CD.
Partiamo
dal DVD diviso in due sezioni:
Live
-un
intero concerto, performato al Brintaal
Festival
Extra
-una
sezione unplugged
-una
serie di interviste “amiche”: In my
opinion
-il
backstage
-l’official video: Folk Metal Baby!
Partendo
dal fantastico concerto, pare evidente come occorra avere le idee chiare
relativamente al concetto di “evento riuscito” - ed è questo oggetto di
discussione all’interno dell’intervista - che spesso ha a che fare con una
sorta di alchimia che parte dal palco, arriva all’audience e rimbalza
nuovamente sui musicisti; chi avesse avuto l’occasione di vedere il concerto
degli Who a Verona, nel 2007, potrebbe capirmi al volo. Il live presentato dai
Kalevala è stato funestato da aspetti meteorologici che dire avversi è
riduttivo, eppure… ne esce un gran concerto che colpisce per efficacia e
coinvolgimento: quella è la Musica dei
Kalevala… nessun dubbio!
Tuttu
gli extra del DVD servono a far comprendere cosa c’è oltre, cosa significhi una
vita in team, come amici, come condivisori di gioie, fatiche e dolori; emerge
chiaramente un modo giocoso di porsi, che si evidenzia sul palco, esposizione non
di facciata, ma mezzo efficace per condurre una vita da musicisti,
probabilmente inframmezzata da altre attività.
Il CD
mantiene lo spirito live, essendo registrato in presa diretta, una sorta di
“live in studio” che favorisce la presenza di numerosi ospiti.
Dando
un’occhiata globale ai brani dei DVD/CD, si possono osservare alcuni tributi
trasversali affianco ad inediti e ad altri del repertorio passato… dalla poesia
di De Andrè/Angiolieri alla musica nera di Stevie Wonder, passando per i Black Sabbath
e approdando ai Dubliners, come a sottolineare che ogni elemento formativo, dal
cantautorato a tutti i derivati del rock e a quelli della musica etnica e folk, vanno proposti con orgoglio, o semplicemente fregandosene dell’opinione altrui,
consci che la bella musica possa stare sempre insieme, nonostante il pensiero
di noiosi puristi musicali.
Un
elogio al settimo Kalevala, Alessandro
Bianchi, ideatore di un art work vincente e suggestivo.
Ma chi sono
i Kalevala secondo le fonti
ufficiali?
I
Kalevala cantano in italiano, tedesco, inglese, francese saccheggiando
impunemente da tradizioni musicali diverse, dalla Celtic Music al Metal, dal
Rock anni ‘70 agli Chansonnier francesi. Il risultato è un sound nervoso,
grezzo e al contempo evocativo, un rock potente e immaginifico, ricco di
suggestioni letterarie e cinematografiche. I
Kalevala sono come il Nautilus in musica, spinto da una caldaia a vapore di
inizio ‘900. A livello europeo i Kalevala sono comunemente associati a
band storiche come Jethro Tull, Traffic, Steeleye
Span, Strawbs ma anche Pogues, Flogging
Molly e Dropkick Murphy. Attivi dal’98, hanno calcato sempre più spesso i palchi di locali rock, feste
della birra, festival celtici, castelli, teatri e pub dividendo la scena con
Clive Bunker (Jethro Tull) Skyclad, Arz Nevez, Folkstone, Clan Wallace,
Cruachan, Korpiklaani e tanti altri. Nel corso del tempo hanno arricchito i loro spettacoli con cover imprevedibili
e ospiti di varia provenienza, proponendo anche il loro set piratesco in una
versione acustica a base di birra e folk songs bretoni e irlandesi.
line-up
Simone Casula: Voce
Daniele Zoncheddu: Chitarra
Dario Caradente: Flauti
Emanuele Mazzaschi: Fisarmonica
Tommy Celletti: Batteria
Simone Feroci: Basso
L’INTERVISTA
Siete giovani ma
avete alla spalle un percorso significativo: come nasce il progetto Kalevala?
Che tipo di formazione musicale avete alle spalle?
Il
progetto è nato parecchi anni fa da quelli che adesso sono gli anziani della
band: io (Simone, voce del gruppo) e Daniele (chitarra), e da un’idea di
Bianchi, che è attualmente il nostro bravissimo grafico. Invecchiando, abbiamo
inserito componenti giovani perché non eravamo più in grado di sollevare gli
amplificatori. Se l’hard rock e il folk sono le basi fondamentali della nostra
musica, è altrettanto vero che la formazione musicale di ciascuno di noi è ben
più ampia. Per questo non è poi così strano che nei live-show ci confrontiamo
con brani di Elvis, Stevie Wonder o Nick Cave. Inoltre ciascuno di noi ha
esperienza in altri generi musicali (classica, jazz, country, musical teatrali
etc…).
Il mondo che
contraddistingue la musica di impegno è costituito da tante nicchie che sono
spesso carenti di visibilità, ma trabordano di originalità. La vostra proposta
è inusuale e lega generi che miscelano tradizione a novità: come vi è venuto in
mente di abbinare il folk al metal e al rock?
Grazie
per considerarci “inusuali”, è un bel complimento per noi. In realtà i Led
Zeppelin - per fare un esempio - congiunsero con grande successo il folk
all’hard rock, e di certo senza pensare troppo alle etichette. Il riff di “Supernaut”
dei Black Sabbath è già folk, noi l’abbiamo solo messo in evidenza. E’ curioso
come attualmente mettere insieme i generi ti condanni a una nicchia invece che
regalarti visibilità. Continuiamo comunque a pensare che se al metal dai una
“rinfrescata” con altri stili, ne guadagna in divertimento e creatività. E alla
fine nella nicchia non ci stiamo così male, nonostante il sudore.
Una delle vostre
peculiarità è il cantato in differenti lingue: da dove nasce questa esigenza?
Abbiamo
spesso voglia di cambiare atmosfera. La lingua in parecchi casi è uno degli
elementi più evocativi di una canzone. Se volessi ambientare una storia in una
bettola marsigliese, la lingua francese e una fisarmonica rancida mi
permetterebbero di suggerire al pubblico il contesto. E si tratta di un
elemento di varietà che diverte sia noi che gli ascoltatori.
In “Tuoni Baleni
Fulmini” sono presenti tributi a personaggi molto diversi tra loro, da Fabrizio
De Andrè a Stevie Wonder sino ai Black Sabbath: che cosa vi ha colpito di
questi artisti, molto diversi tra loro?
Come
si diceva sopra, la nostra formazione musicale è abbastanza vasta da toccare artisti
molto distanti. E spiegare perché questi tre meritino un tributo sarebbe quasi
arrogante da parte nostra. Diciamo che il nostro omaggio offre riconoscenza a
tre grandi aree: la miglior tradizione della musica cantautorale italiana (e
contemporaneamente la poesia irriverente di Cecco Angiolieri); la grande musica
nera; l’heavy metal dei primordi, fatto di atmosfera e idee dirompenti.
La fase live è
quella dove probabilmente riuscite a dare di più, come accade quasi sempre per
i musicisti che amano condividere con l’audience la propria filosofia musicale:
è questo il motivo per cui il vostro CD - inserito nel cofanetto assieme ad un
DVD - è un ”live in studio”?
Esatto.
Uno dei complimenti che preferiamo è: “Mi piace il CD, ma dal vivo siete una
bomba”. Così abbiamo fatto un live in studio per confondere le idee alla
gente. Scherzi a parte, pensiamo che una band si sperimenti davvero solo alla
prova del live. Speriamo che la gente continui a pensare che i Kalevala sono
quelli più bravi dal vivo che su CD. Però speriamo anche che continuino a
comprare i CD.
Il concerto che vi
vede protagonisti nel DVD è stato un po’ sfortunato, per problemi
meteorologici, eppure sembra che lo spettacolo tragga vantaggio dalle
difficoltà: quando considerate una performance “ben riuscita”?
Quando
il pubblico si diverte. Il concerto che citi, tenuto al Brintaal Celtic Folk
Festival di Valstagna (Vicenza), ha messo la band - e tutti gli operatori
impegnati - nelle peggiori condizioni per suonare e lavorare. Ma il pubblico
era lì per divertirsi, e così è stato, nel fango e nella pioggia. Qualche
nostro fan ci ha detto: “E’ stato il più bel concerto dei Kalevala cui abbia
assistito”. Ovviamente avevano le orecchie compromesse dalla tormenta, ma
il pubblico ha sempre ragione.
I contributi extra
presenti nel cofanetto, testimoniano una certa “goliardia” a cui immagino
teniate particolarmente, sintomo/risultato dell’armonia derivante dal gioco di
squadra: quanto conta l’amicizia in un percorso come il vostro?
La
goliardia è elemento fondamentale dei Kalevala. Col tempo ci siamo resi conto
che meritava un suo spazio anche sul palco, e ora è parte integrante del nostro
spettacolo. Cerchiamo spesso di contagiare anche chi ci sta intorno (penso a
band come gli amici Ulvedharr, che sono ben felici di farsi contagiare dalle
nostre idee più sceme). Come hai intuito, non è una “posa”, ma deriva da un
comportamento che abbiamo anche tra di noi, lontano dal palco. I sei Kalevala,
senza dimenticare il nostro grafico, ma anche alcuni ex-componenti, sono legati
da amicizia da parecchi anni. E litigano come fidanzati.
Suonate spesso
fuori dai nostri confini: quali sono le differenze significative tra la
partecipazione italiana e quella estera?
Il
posto dove si notano le differenze maggiori è sicuramente Londra. La musica dal
vivo è il centro della serata, e tutto è volto a far funzionare al meglio
l’esibizione. Può trattarsi di una serata “di ascolto” o di una festa. Cambia
il contesto, ma il pubblico è lì per ascoltare chi suona, fregandosene del genere
che fai o della lingua che usi per cantare. Il 16 maggio abbiamo la fortuna di
ritornare all’Hootananny, uno splendido locale di Brixton dove le persone ci
hanno già accolti in passato con un calore e una partecipazione straordinari.
Non vediamo l’ora di farli ballare di nuovo.
Come
pubblicizzerete questo vostro lavoro?
Suonando
tanto in giro. Poi contiamo sul passaparola, che - per noi sfigati estranei al
music business che conta - è ancora un elemento fondamentale. E contiamo su chi
ci ha già aiutato a far uscire questo lavoro: la Self e Richard Milella. E
contiamo su di te che ci sai intervistando!
Mi dite qual è il
vostro sogno nel cassetto?
La
pace nel mondo. No scusa, credevo di essere a Miss Italia. Quello vero è:
costruire un immenso esercito di nerds e partire alla conquista del mondo.
KALEVALA : TUONI, BALENI, FULMINI - CD + DVD live – (MARDUK MAR.IT 02/14) distribuzione SELF www.self.it
CD Audio
MasterBlaster * Come Dio comanda * Worlds end inn * Il Galeone * Donald, where's your
trousers ? * Time bandits * There and back again * Ride'em cowbell *Necropolitan * Whiskey on a
Sunday * Supernaut * U'golema * Musicanti di Brema
DVD live @ Brintaal
Brian Boru * S'i fosse foco * Folk metal, baby ! * Buildin'
a cromlech * Dicey Reilly * Waterloo * All for me grog * Ten ton butterfly * Come Dio comanda * Supernaut * Nigel's got a
sword * Donald, where's your
trousers ?