E’ da qualche mese uscito l’omonimo album di
esordio di NOT A
GOOD SIGN.
Mi sono avvicinato all’ascolto con un po’ di
inconsueta - per me - titubanza, legata ad un giudizio di un autorevole
musicofilo che, presente ad un live, mi raccontava di un estremo tecnicismo che
poteva essere apprezzato… ma anche no!
E parto col dire che al primo giro di giostra ho
trovato un album gradevole, il cui ascolto non richiede lo sforzo che spesso deve
compiere l’addetto ai lavori quando si impone di arrivare alla fine di qualcosa che risulta da subito ostico; certamente
un disco complesso nella struttura, ma decisamente coinvolgente, e alla fine si
trova l’immediata spinta verso un ascolto successivo.
Non è poco… esistono album a cui non si regala una
seconda chance.
Veniamo ai dati oggettivi.
Il progetto nasce in casa AltrOck, l’etichetta di Marcello Marinone, che assieme a Paolo “Ske” Botta e Francesco Zago - membri Yugen
- inventa una nuova pista di lavoro, un nuovo sentiero su cui sperimentare.
Botta e Zago si mettono al lavoro nel 2011 e la
band trova la completezza nel 2012, quando si uniscono Alessio Calandriello e Gabriele Guidi Colombi (La Coscienza di Zeno-CdZ), e il drummer Martino Malacrida.
E così nasce
il team, due diramazioni che si fondono e sintetizzano le esperienze
precedenti. Il concetto di gruppo aperto e dinamico - Yugen - trova dei paletti
entro cui muoversi, annettendo una filosofia musicale più tradizionale, ben
praticata dai membri della C.d.Z., e in questo mix di know how nasce una forma
espressiva internazionale, con una bella sorpresa, quella del cantato
inglese di Calandriello, che conoscevo come singer nella sola versione
nostrana. Personalmente credo che l’idioma inglese sia il più calzante per
qualsiasi produzione all’interno della famiglia del rock.
Vediamo
nel dettaglio la formazione e gli ospiti che hanno partecipato alle
registrazioni:
Line up
Paolo «Ske» Botta, keyboards
Alessio Calandriello, vocals
Gabriele Guidi Colombi, bass
Martino Malacrida, drums
Francesco Zago, guitars
Fotografia di Enrico Rolandi
Guests
Maurizio Fasoli, grandpiano (Yugen)
Sharron Fortnam, vocals (North Sea Radio Orchestra, Cardiacs)
Bianca Fervidi, cello
Cinquanta minuti di musica
suddivisi su nove tracce:
Track list
ALMOST I (6.37)
ALMOST2 (3.12)
NOT A GOOD SIGN (7.54)
MAKING STILLS (6.43)
WITCHCRAFT BY A PICTURE (7.37)
COMING BACK HOME (5.52)
FLOW ON (6.07)
THE DEFEANING SOUND OF THE MOON
(4.33)
AFRAID TO ASK (3.08)
Le creazioni strumentali - Almost I, Making Stills e
Afraid to Ask - si alternano a quelle
cantate, ma ciò che a mio giudizio emerge è un utilizzo della vocalità il cui
obiettivo primario non è il passaggio dei messaggi, ma il fornire una forma espressiva
supplementare, integrata alla perfezione con le trame musicali.
Discorso a parte per Witchcraft by a Picture, che presenta un forte contrasto tra la
durezza del rock proposto e una sezione sognante, legata al testo del poeta
inglese John Donne - vissuto a cavallo tra ‘500 e ‘600 - e alla soave voce
di Sharron Fortnam. Nell’occasione troviamo
un altro Yugen, Maurizio Fasoli al
piano, e Bianca Fervidi al
violoncello.
L’atmosfera generale, un po’ dark, riporta alla
genialità dei seventies prog, con una buona commistione tra classico e rock,
con una perizia tecnica di livello superiore, e variazioni ritmiche complicate
ma avvolgenti. Feeling che spazia da Fripp ad Hammill, ma con l’idea fissa di
sperimentare, di trovare alternative, di far evolvere un genere che ha un suo
pubblico ben preciso, che attende sempre nuove soluzioni. E questo team sembra
costruito apposta: un obiettivo, un deciso lavoro di squadra e una missione da
compiere, possibilmente divertendosi.
Raccontavo inizialmente come NOT A GOOD SIGN sia un
esordio discografico, concetto che racchiude in se un’immagine associabile all’inesperienza
e ad un lungo percorso da vivere giorno dopo giorno: che il sentiero sia lungo e
da esplorare è auspicabile, ma le idee e i talenti di questi musicisti sono notevoli,
decisamente di livello superiore.
Una bella scoperta, un album da ascoltare a mente
aperta, possibilmente anche dal vivo, e le occasioni di certo non mancheranno.
Domenica 18
Maggio i NAGS suoneranno al FIM (Fiera Internazionale della Musica), Genova, all’interno del Prog Riviera Festival.