Simon & Raphael Robatto sono due
giovanissimi aspiranti musicisti, che non conosco direttamente e che vivono
dall’altra parte dell’Oceano: difficilmente ci sarei arrivato se qualcuno non
mi avesse chiesto di ascoltarli. Partendo dal fatto che ciò che propongono non
mi appartiene, per abitudine e per cultura musicale, ho colto l’occasione per…
imparare. La mia curiosità musicale - e il fatto di aver perso ogni tipo di
pregiudizio - ha fatto sì che ad ogni parola o artista sconosciuto proposto da
Raphael nell’intervista a seguire, io abbia iniziato una piccola ricerca per…
scoprirne di più, per capire che cosa rappresenta l’altra parte della medaglia,
quella fatta di un mondo sonoro e lirico che ha a che fare con le nuove
generazioni e con culture differenti dalle mie; e così, a conti fatti, sono più
io che devo ringraziare loro, che in qualche modo ho associato a mio figlio, coetaneo, attratto da una musica totalmente diversa da quella che ho
cercato di fargli ascoltare nel tempo.
Ma proseguendo con
l’esplorazione ho scoperto due persone che potrebbero essere prese ad esempio
per chiarezza di idee, spirito di sacrificio, talento e umiltà, tutte
caratteristiche che spesso mancano a chi, spinto da passione - ma non solo - vorrebbe
bruciare le tappe e arrivare rapidamente a un obiettivo che spesso ha a che
fare con visibilità e successo e non con l’amore musicale.
Simon e Raphael, attualmente in Canada, partono da una sorta di autarchismo
musicale e assorbono tutto il possibile utilizzando la tecnologia esistente. Lo
studio è il comune denominatore di ogni loro azione: le lingue, il teatro, il canto, la chitarra, il
piano… e chissà quante altre cose hanno riempito i loro 17 anni… spazio
temporale davvero contenuto!
Non ci sono album
da far ascoltare, ma fioccano i video, anche quelli “fatti in casa”, al massimo
con aiuti familiari, e allora ci si può fare un’idea di cosa ci sia sotto.
Occorre avere un po’
di lungimiranza e cercare di leggere in prospettiva, perché l’immaturità è
palese e ovvia, ma esistono tutte le prerogative per perseverare e proseguire
la strada della passione di sempre, con la speranza che tale amore possa magari
coincidere con un futuro lavoro: quella sarebbe la vera fortuna, qualunque sia
la sfera personale in cui si è attivi.
Ciò che propongono
è variegato, e muovendosi tra un brano e un altro si può avere l’impressione di
ascoltare musicisti diversi: si passa da situazioni “rappate” ad altre molto
romantiche, passando per una sorta di “latin music” e per il versante elettronico, utilizzando l’inglese, lo
spagnolo o il francese, con una certa disinvoltura. E questa miscela, di buona
qualità, testimonia due cose: la prima è la voglia di rispondere ad esigenze
personali, esprimendosi in varie direzioni, con sincerità, senza calcolo e
pianificazione alcuna; dall’altro lato la mancanza di una proposta univoca, da
associare ad un genere specifico, appare in questo momento come dispersiva e lontana
dal creare un’identità al duo.
Cose assolutamente
normali per chi è all’inizio di un percorso di vita, e le scelte future, a mio
modesto parere, dovrebbe trattenere l’essenza attuale, ma essere rivolte anche
ad una pianificazione basica, perché il talento e l’intelligenza a volte non
bastano.
La domanda
potrebbe essere: “ Che cosa vogliamo
proporre? Quale deve essere il nostro modo di comporre?”.
Non è fondamentale
avere il consenso altrui, ma superato il primo passo, quello in cui si scrive
per se stessi, si arriva al successivo, quello della condivisione selvaggia.
Il tempo e il
talento non mancano a Simon & Raphael,
di cui, spero, sentiremo parlare nei prossimi anni.
Lo scambio di battute…
Partiamo dalle origini,
presentatevi e… collocatevi geograficamente.
Mi chiamo
Raphael Robatto; mio fratello Simon ed io abbiamo 17 anni (nati il 19 gennaio
del 1997, a Lecco). Finita la scuola elementare in Italia ci siamo trasferiti a
Tenerife. Là abbiamo frequentato per cinque anni una scuola britannica. Questa
esperienza ci ha dato l’enorme opportunità di imparare l’inglese e lo spagnolo,
lingue che ci aprono tante porte nel mondo. Terminata la scuola secondaria,
abbiamo traslocato a Québec, in Canada, dove viviamo tutt’ora, per prepararci
all’università e perfezionare il francese.
Come nasce la vostra
passione per la musica e chi sono i vostri artisti di riferimento?
La mia
passione per la musica è nata a Tenerife due anni fa, quando ho ricevuto in
regalo un programma che mi permetteva di comporre musica di vari generi. Tale
passione mi ha anche portato a iscrivermi a un corso di canto. Quanto a mio
fratello, il suo interesse per la musica è cominciato anche per lui alle
Canarie, dove ha iniziato a frequentare un corso di pianoforte. I miei artisti
preferiti sono Skriller (per il dubstep), Blasterjaxx per EDM E Knife Party,
molto conosciuti per Electro House o anche loro Dubstep e EDM. La loro musica
mi ha spinto a fare quello che faccio adesso. Mio fratello tende ad andare più
verso la musica latino americana o il soft rock; si basa su artisti come Felipe
Santos e Cali Y EL Dandee, Yandar Y Yostin, Juan Magan per il reggeatòn, e Max
Pezzali, gli 883 o i Luna Pop per la musica italiana.
Siete autodidatti o
avete alle spalle della scuola specifica?
Io sono
autodidatta, ho imparato da solo grazie a dei tutorial su youtube e ho
“accettato” consigli di altre persone. Ho partecipato per un anno a un corso di
chitarra a Tenerife e tutt’ora studio la chitarra per conto mio. Mio fratello,
dopo aver seguito - nei suoi ultimi tre anni spagnoli -
un corso di pianoforte, ha cominciato a comporre ciò che propone. Il suo
idioma preferito è lo spagnolo, ma scrive anche canzoni in italiano, inglese e
francese.
Quanto influenza la
vostra musica il luogo in cui vivete?
Adesso, a
Jonquière, le persone ascoltano maggiormente il rock, il country, l’heavy metal
o metal. Alcune anche il pop, ma poche apprezzano il mio genere di musica,
dunque in questo momento il mio lavoro non è influenzato dall’ambiente dove
vivo. E’ durante la mia permanenza a Tenerife che ho sviluppato il mio gusto
per questo tipo di sound.
Ho ascoltato alcuni
brani e mi pare che avete intrapreso alcune strade parallele, che contemplano
rap, melodia e sentimento sino ad arrivare alla musica strumentale e tecno, il
tutto attraverso l’utilizzo di idiomi diversi: qual è in realtà il genere che
preferite?
Il genere
che ascolto è la musica elettronica, di ogni tipo. Quella melodica, cantata e
rilassante, e quella più distorta e senza voci. Non c’è uno stile che non mi
piaccia. Quello che preferisco è il “Melbourne Underground”, modello abbastanza
recente, mentre Simon preferisce il reggaeton, una filosofia musicale scoperta
a Tenerife.
Chi si occupa della
realizzazione dei vostri video clip?
Simon ed
io realizziamo i nostri video con l’attrezzatura che abbiamo a disposizione,
con l’unica eccezione del video di “Wake Up”. In effetti questo clip è stato
realizzato da nostra sorella che sta studiando in una scuola di cinema a
Milano. Lei ha filmato e montato il video e faceva anche parte della regia.
Altri video, come “Olvidare” o “Nuestra Historia d’Amor” sono stati ripresi e
montati da noi con iMove. Speriamo in futuro di lavorare con professionisti nel
campo del cinema, per poter ottenere dei filmati migliori dal punto di vista
tecnico ed estetico dell’inquadratura.
Vi siete mai proposti
dal vivo?
Ho
partecipato a qualche spettacolo d fine anno del mio corso di canto, a
Tenerife, e ho anche cantato durante un concerto di pianoforte di Simon. Però
non ho avuto ancora l’opportunità di suonare la mia musica dal vivo.
Avete degli esempi
italiani che apprezzate particolarmente?
Gli
artisti italiani che più amiamo sono: Max Pezzali, Giorgio Gaber, Fabrizio De
Andrè, Caparezza, Francesco De Gregori, Sergio Cammariere e Riccardo Cocciante.
Che cosa fate nella
vita oltre che dedicarvi alla musica e allo studio, ammesso che avanzi del
tempo?
Ci piace
molto viaggiare ed esplorare nuove culture. Abbiamo studiato teatro per cinque
anni e anche partecipato a diverse recite teatrali. In aggiunta abbiamo
frequentato per due anni un corso d’arte. Pratichiamo molti sport, come
muay-thai, jiu-jitsu brasiliano, MMA e sub.
Provate ad esprime un
desiderio… che cosa vorreste realizzare nel vostro futuro prossimo, in campo
musicale?
Il mio obiettivo ravvicinato è quello di avere
l’opportunità di proporre la mia musica al pubblico, ma soprattutto a gente
esperta in questo campo. Ciò mi permetterebbe di ricevere critiche e riscontri
sul mio lavoro, in modo da poter ampliare le mie conoscenze e perfezionare le
mie composizioni.