Ho conosciuto Andrea di Marco
qualche anno fa, in occasione di un incontro con Maurizio Solieri. Andrea è il cantante del Tropico del Blasco, la band tributo a Vasco Rossi, il suo più
grande amore musicale.
La suddivisione
ideologica tra chi propone musica altrui e brani propri è oggetto di frequenti
diatribe da cui non si può uscire perché, probabilmente, non esiste una verità
assoluta, ma appare naturale l'esistenza di uno spazio per tutti, anche per i
giovani che sono alle prime armi, che non produrranno immediata qualità, ma a
cui si richiede massimo impegno.
Di Marco non è certo
un novello musicista, ma la situazione che propone in questi giorni profuma di
evoluzione, di maturità, di voglia di osare, di provarci insomma.
Nessuna negazione
degli amori primitivi, ma un brano sullo stile “Vasco”, con un testo molto
“fresco” - scritto da Gianfranco Damiani
- e una musica di impatto immediato,
curata da Fabio Bavastro, fonico e
bassista del Tropico. Hanno inoltre
collaborato il chitarrista Mario
Castagnola e il tastierista Stefano
Tipa.
Ma il punto di svolta
arriva dall’incontro tra Andrea e Max Campioni, produttore e musicista - in questo
caso partecipante attivo in copia con Andrea - che ha permesso la
pianificazione di un “prodotto” adatto ad un target ben definito, secondo uno
schema conosciuto, ma capace di presentarsi come alternativa, come zona di
originalità, come binario parallelo utile da percorrere se si ama un certo pop
moderno.
Di grande efficacia il video - proposto a fine post - strumento
mediatico ormai imprescindibile per arrivare rapidamente al pubblico.
Ridere e Vivere è il titolo di questa prima puntata
nel nuovo Andrea di Marco, termini che descrivono due situazioni in cui il
vocalist si riconosce in toto, ma che potrebbero essere la miglior picture in
cui vorremmo ritrovarci in ogni rappresentazione del quotidiano.
L’augurio è che ci sia un riconoscimento/gradimento
importante da parte del pubblico, una spinta verso il giusto entusiasmo
necessario per realizzare un intero album… i miti invecchiano… qualche ricambio
urge!
L’INTERVISTA
Come nasce l’idea di
realizzare “Ridere e vivere”?
Alle
origini il pezzo mi fu proposto da
Gianfranco Damiani il quale aveva come desiderio fare un pezzo alla
Vasco e farlo ascoltare al rocker, così grazie all’aiuto di Fabio Bavastro (mio
bassista) che scrisse la musica, ne uscì una prima versione più ridotta, solo
chitarra e voce, che registrammo a casa di Fabio e mettemmo su you tube, così
per gioco, ma l’orecchiabilità del pezzo e le sue semplici parole ebbero un
grande successo, e così decidemmo di proporlo con la mia band, e devo dire che
anche se non era quello attuale la gente rimaneva appagata.
Quanto ha pesato
l’incontro con Max Campioni al fine di dare seguito pratico ad un progetto che
poteva sembrare ambizioso?
Sicuramente
molto, io in realtà non ho mai avuto nessuno che mi ha preso a braccetto come
ha fatto lui… probabilmente ha colto in me qualche potenzialità che esula
dall’imitazione di Vasco. Mi ha dato davvero una mano, ma in realtà tutti gli
autori e creatori del pezzo hanno fatto la stessa cosa, io l’ho solo
cantato, ma è già una gran bella
soddisfazione!
Il brano è di chiaro
stampo “Vasco”… quello è il tuo amore primario e non va rinnegato, ma mi pare
di vedere un forte tentativo di personalizzare il tuo “prodotto”, senza rinunciare
al tuo DNA. Mi sbaglio?
Forse non
potrei fare altro, da 15 anni a questa parte faccio solo questo; non ho una
gran bella voce, e a volte stono anche un po’, diciamo che quello che credo di
saper fare meglio quando canto, nei concerti, è interpretare ed emozionare,
soprattutto se mi ritrovo dentro a quello che canto, e in questo brano
sinceramente credo che ci ritroviamo un po’ tutti, ed è per questo che ci credo,
potrebbe essere l’inizio di un qualcosa, chi lo sa!
Alla fine dei tuoi live
con il Tropico del Blasco proponi “Ridere e vivere”: come reagisce il pubblico
ad un brano che non conosce?
In realtà
quest’ultima versione non l’abbiamo ancora proposta, ma come dicevo
precedentemente mi pare che il brano
piaccia!
Che tipo di promozione
hai ideato? Hai pensato a qualche azione importante, sulla rete e live?
Diciamo
che per ora lo sto facendo girare nei social network come face book, e sto
promuovendo anche il video nei gruppi dove sono amministratore; la prima
apparizione live del brano sarà giovedì
18 luglio ad Arenzano, durante una serata benefica a favore della “banca degli
occhi”.
Pubblicizzare un brano
è a mio giudizio più complicato rispetto ad un intero album. Hai fatto un
pensierino all’incremento dei pezzi, sino ad arrivare al disco completo?
Si il
pensierino c’e’ e già, e con Max presto
ci vogliamo mettere al lavoro per la prossima canzone!
Eravamo nello stesso
luogo quando, a seguito di alcune mie domande, Maurizio Solieri fornì il suo pensiero critico sulle cover
band, e ciò provocò un pò di malumore. Non è che quel giudizio ti ha in qualche
modo stimolato a trovare una strada tua, quella della creazione propria?
Diciamo che nella musica ognuno fa un po’ ciò
che gli pare e che più’ lo soddisfa; io quando sono sul palco con la mia band e
faccio il tributo a Vasco ho un adrenalina pazzesca e vedere che il pubblico
canta le canzoni con te, sta a significare che anche loro stanno provando
sentimenti ed emozioni che stai provando tu, o meglio che ci fa provare lui, sta
proprio qui la chiave di lettura.
Diciamo che cover e tributi non stanno
inventando nulla di nuovo, si muovono sulle impronte di qualcuno che ha già
fatto. E’ Difficile fare pezzi propri e ancora più difficile venderli e farli
piacere, però è sicuro che se un giorno qualcuno ti nota, e il tuo pezzo piace
e diventi famoso, la soddisfazione non ha prezzo.
Che bello
sognare!