La Crudeltà
di Aprile è il
titolo dell’album di esordio degli Unreal City, giovanissima band parmense.
Sottolineo l’elemento
età, perché il contrasto tra esso e la qualità/complessità dell’album è un
valore da cui non si può prescindere.
Questa sorta di “anomalia
positiva” - mi riferisco alla passione rivolta ad una musica nata una
quarantina di anni fa - mi permette una considerazione più generale sulla
musica progressiva, e cioè l’evidenziazione di un lecito parallelismo con quella
classica, studiata e suonata senza alcuna distinzione generazionale e
culturale. Tutto questo nobilita un genere che non è mai morto, il prog, anche
se divenuto nicchia musicale, ma ormai utilizzato da chiunque decida di
affrontare un percorso fatto di grosso impegno, senza avere come obiettivo
principale il successo.
Ma… quale è stata la scintilla che ha acceso gli Unreal
City?
“La risposta probabilmente è
diversa per tutti i componenti. Sicuramente il fattore genitori è importante in
tutti i casi, ma nell’era di internet, del download e dell’ informazione libera
viene a mancare quella trasmissione del sapere che fino a pochi anni fa era
monopolio della genitorialità. Ognuno segue la sua strada artistica e musicale,
ma mai in linea retta, bensì tornando sui propri passi, ripercorrendo sentieri
già battuti da altri prima della propria nascita, introiettando paradigmi e,
nel limite del possibile (e dell’estetico) attualizzandoli. Si vengono a creare
quindi nuovi modi di esprimere la propria creatività, incroci e sovrapposizioni
originali di modelli standardizzati. Il tutto è elevato poi all’ennesima
potenza, nel caso dell’esperienza gruppale”.
Gli Unreal City
nascono nel 2008 e il primo traguardo è un EP, che viene utilizzato per farsi
conoscere, anche se le liriche sono in lingua inglese, e ciò stride con la
necessità di passare con chiarezza il messaggio. I testi de La Crudeltà di Aprile sono tutti in
lingua italiana. Vale la pena approfondire, capire esattamente il significato e
la concettualità di un album che profuma, anche, di cultura.
“ I testi, rigorosamente in
Italiano, sono ricchi di citazioni letterarie e filosofiche che, utilizzando
l’inglese, come nell’EP, sarebbero andate un po’ perdendosi. Il tema
fondamentale è il divenire, l’effetto della temporalità sulle cose, che
determina il loro essere, e sull’uomo, per quale si fa esistenza e mortalità.
Le cose, gli uomini e gli spiriti soggetti al divenire corrompono continuamente
la propria natura, fino a non riuscire mai veramente a definirsi in modo
compiuto. Da qui, dalla disperazione dell’uomo per la propria mortalità e per
la propria finitezza, nasce la tendenza ad estroflettersi verso l’ignoto, tematica più volte affrontata
con allegorie incisive all’interno dell’album, verso il non-umano. Questo tema
principale è sviscerato tramite l’analisi dei suoi aspetti, parafrasati e
simbolizzati in storie all’apparenza slegate, ma intimamente accomunate da
quest’unico filo conduttore: la corruzione”.
L’incontro con Fabio
Zuffanti, nell’estate 2012, fornisce la svolta, e la preparazione mentale
degli U.C. spinge loro a guardare oltre, a tenere conto dell’aspetto tecnico,
comunicativo e organizzativo, curando personalmente l’aspetto manageriale, ma
con estrema umiltà, avendo cura di lasciarsi a tratti guidare da persone di piena fiducia.
“La figura principale è stata senza dubbio quella di Fabio Zuffanti, nostro direttore artistico.
Nel periodo di registrazione dell’album abbiamo assistito ad una vera e propria
co-costruzione del sound del gruppo, attraverso un continuo scambio di idee e
soluzioni musicali su tutti i fronti, da quello tecnicistico di base, armonico
e melodico fino alle tematiche macroscopiche del concept. Un’altra
figura importantissima è quella dell’ingegnere del suono Rossano “Rox” Villa,
che ci ha condotto pragmaticamente attraverso l’esperienza della prima
registrazione, alle volte fungendo anche da “porto sicuro”,
stemperando lo stress e sdrammatizzando nei momenti critici delle
registrazioni. Durante la nostra permanenza a Genova per la registrazione
dell’album abbiamo avuto modo di
incontrare e collaborare con altre figure, come i ragazzi di Sibecomunicazione,
con i quali abbiamo realizzato il videoclip di “Dove La Luce È Più Intensa”,
una disamina psicoanalitica del rapporto fra uomo e società, e i musicisti de La Maschera Di Cera”.
Vale la pena ricordare le origini del nome della band:
“Il nome del gruppo deriva dal
comune amore, di Emanuele e di Francesca, per l’opera di T.S.Eliot e in particolare
per il poema “La Terra Desolata”, in cui “Unreal City” apre, come
un’invocazione, la sezione più celebre. Il tema principale è l’alienazione
dell’uomo moderno, il suo essere una monade isolata che impazzisce di fronte al
mistero della relazionalità, della complementarietà fra gli
uomini”.
La line up a quattro,
abbastanza classica nelle fondamenta, presenta una piacevole sorpresa
rappresentata da Francesca Zanetta,
chitarrista elettrica. Sono davvero poche le figure femminili che si cimentano
con questo genere, soprattutto con uno strumento, ma la cosa che stupisce di
Francesca - e della band in genere - è la
cultura musicale di base, una attenzione per i dettagli che si può spiegare con
una sola parola: passione estrema.
Oltre a lei, sono
presenti il cofondatore Emanuele
Tarasconi alle tastiere e voce, Francesco
Orefice al basso e Federico Bedostri
alle percussioni.
Quasi un’ora di musica
utilizzata per descrivere la condizione umana, un concentrato di sonorità
vintage proposte attraverso tecnologia avanzata, mista a tradizione, e diventa
caratterizzante l’utilizzo del Liuto rinascimentale, così come il Theremin - lo
strumento elettronico più antico - utilizzato per arricchire l’effettistica. Dal punto di vista strumentale è di assoluta rilevanza quella del violinista Fabio Biale.
La voglia di
sperimentare e di provocare reazioni conduce all’invenzione di una lingua, l’atlantidese,
priva di significato - e quindi indecifrabile per l’ascoltatore - ma dal sapore antico, e nell’occasione voce
del popolo di Atlantide.
Ma un idioma reale
antico viene davvero impiegato, il greco, e gli U.C. utilizzano il verbo di Platone per descrivere la distruzione
di Atlantide.
Tutto ciò per fissare
lo sguardo su di uno sforzo culturale che porta a mischiare le arti - letteratura, storia, musica e immagini. E’
come se gli Unreal City, dopo una ventina d’anni di cammino, fissassero un
primo paletto, un racconto di vita che, normalmente, richiede esperienze molto
più ricche, per avere la certezza di una
buona maturazione - e quindi di risultati più solidi.
Ma come definiscono la
loro musica gli U.C.?
“… Prog Sinfonico con, soprattutto per quanto
riguarda la parte testuale, forti influssi dark e gotici. A questo fine abbiamo
cercato di utilizzare strumenti adeguati a questa definizione, soprattutto sul
versante tastieristico con l’utilizzo di organi Hammond e Liturgici, Mellotron,
Moog, Clavinet, Rhodes, ma anche su quello chitarristico e bassistico mediante
l’utilizzo di effettistica vintage come riverberi, spring e delay a nastri. Un
discorso a parte crediamo meriti il ruolo di Federico, le cui linee di batteria hanno il sicuro merito di traghettare le
musiche scritte da Emanuele in molto, forse troppo, seventies, all’interno di
un contesto meta musicale più (post) moderno e accattivante, pur
mantenendo ovviamente fissate certe modalità e strumenti irrinunciabili per il nostro genere”.
La proposta degli Unreal City non può prescindere dalla fase
live:
“Abbiamo sempre cercato di
proporre la nostra musica dal vivo, anche in contesti con cui all’apparenza
c’entriamo poco o nulla. Troppo spesso il prog si auto ghettizza dentro i suoi
templi sacri, snobbando le realtà concertistiche di altra estrazione. Con
nostra grande sorpresa continuiamo sempre più a trovare appassionati anche in
contesti “neutri”, alla faccia del genere di nicchia. La grossa difficoltà,
alle volte frustrante, è l’attrito che molti contesti live mostrano con il nostro
genere. Francesca, il nostro componente che più si occupa del versante live, lo
sa fin troppo bene: C’è diffidenza nei confronti del nostro genere, con il
quale, da parte di certi organizzatori di eventi, è difficile rompere il
ghiaccio e giungere al completamento dell’ accordo”.
Un album davvero
godibile, ed una band promettente, da subito sotto i riflettori.
In attesa di vederli dal vivo, ecco il succo
della loro musica…
“La Crudeltà
Di Aprile” è in distribuzione dal 24 aprile
Informazioni:
Unreal City
Mirror Records
www.mirrorrec.com
Hilary Studio
BTF
www.btf.it