A
un anno dall’uscita di iTunes tornano
i Tunatones l’album “Vulcano”.
Dieci
tracce spalmate su di uno sfondo rockabilly, ovvero il fondamento della
band.
Trio
virtuoso, Alessandro Arcuri, Alberto Stocco,
Mike 3rd, utilizzano e rimodernizzano/rinfrescano un genere nato 60
anni fa negli Stati Uniti, caratterizzato dal rock & roll misto a R&B e
a elementi folk.
Un
album che profuma di antico, nella proposta e nell’iter realizzativo, ancora
una volta in full analogico. Ma il risultato è qualcosa di estremamente
moderno, e mi sento di dire rivolto al positivo, cosa non trascurabile di
questi tempi.
Energia,
divertimento, incitamento al movimento, sono gli ingredienti che saltano
immediatamente all’orecchio, facendo nascere spontanea la voglia di rivivere
una fetta di passato, un tempo lontano in cui l’aria era meno pesante…
Testi fatti
di “Donne e Motori” - come emerge dall’intervista a seguire - in piena coerenza
con il genere proposto, ed una elevata velocità di crociera, che trova episodi
di riflessione, quelli che la band chiama di “slow food”.
Il
gusto del divertimento e del misurarsi con il passato, nell’album precedente
avevano condotto verso George Harrison. In questa occasione i Tunatones
presentano un trittico che si trasforma in Heavy Medley, essendo un omaggio a AC/DC, Iron Maiden e Metallica.
E la miscela diventa l’occasione per una novità, l’inserimento di una sezione
fiati che sa di magico, anche se la riproposizione in fase live non è
facilmente ottenibile per ovvi motivi economici.
Un
album godibile, che unisce apparente semplicità - il rock è comunque il
nostro DNA - a elevatissima professionalità e a freschezza espressiva, e che mi
fa accostare i Tunatones a splendidi restauratori, capaci di fornire modernità
lavorando con gli strumenti base. La musica è arte e come l’arte, non perde
peso col passare del tempo, certo è che le pennellate di colore vivo possono
aprire nuove porte di accesso, per gli scettici e per i più giovani. E anche
questa può essere una missione
Un bell’album
che ci piacerebbe ascoltare dal vivo!
L’INTERVISTA
Sono andato a rivedere l’intervista che
abbiamo realizzato qualche mese fa, e mi è caduto l’occhio sulla seguente
risposta: “ Steve Jobs era un
vulcano…”. Esiste un link tra iTunas!
E Vulcano, tra il pensiero di Jobs e la vostra rapidità d’azione?
Forse non c’è questa forte connessione. Si può
forse affermare che siamo un po’ vulcanici visto che tra iTunas e Vulcano è
passato meno di un anno, questo si.
Che poi si possano trovare delle analogie sulla
creatività di una band e la creatività di un creativo come Jobs ... lasciamo a
voi il piacere della comparazione.
Certo è che la società d’oggi corre forte, a ritmi
da rockabilly scatenato; nel disco infatti abbiamo inserito anche dei momenti
più slow food che fanno solo bene.
Bisognerebbe forse che tutti imparassimo ad essere
più vulcanici a ritmi slow food rivalutando le emozioni e la tanto bistrattata
arte.
Che cosa racconta la musica di
“Vulcano”?
Vulcano parla di temi appartenenti al mondo
rockabilly per cui ci sono sicuramente
le gioie ed i dolori ovvero: Donne e Motori!
Diciamo che in varie forme le liriche raccontano di
storie di vita che comunque non sono relegate ad un passato lontano e non più
attuale, bensì a passioni attuali accompagnate da una musica con uno stile ben
definito.
Mi pare d’obbligo citare il nuovo
medley, un po’ misterioso: potete svelare qualche piccolo segreto?
Ci siamo divertiti come dei matti ad arrangiare
questo nuovo medley: l’Heavy Medley. Dopo l’avventura con George Harrison di
iTunas abbiamo pensato che sarebbe stato forte prenderci cura di band storiche
nel genere dell’Hard Rock e dell’Heavy Metal, e così abbiamo deciso di
riarrangiare completamente Hells Bells degli AC/DC, Run to the Hills degli Iron
Maiden ed Enter Sandman dei Metallica.
Il risultato ci sembra bello esplosivo, in alcuni
casi si fa veramente fatica a riconoscere di che song originale si tratta.
Nell’album compare una sostanziosa
sezione fiati in qualità di ospite. Mi raccontate come è avvenuta la scelta?
Alessandro Arcuri, il contrabbassista dei
Tunatones, è diplomato al conservatorio in arrangiamento Jazz. In sala prove ha
avuto la super idea di inserire una sezione fiati nel Medley e tutti siamo
rimasti entusiasti della cosa. Ale si è dunque ingegnato nella scrittura delle
partiture e successivamente nella direzione della sezione fiati ... a voi il
giudizio.
Sarebbe bello che ci fosse il budget per fare dei
concerti con al seguito la sezione fiati al completo. La speranza è l’ultima a
morire si dice!
Che cosa hanno fatto di interessante,
musicalmente parlando, i Tunatones, nell’ultimo anno?
Abbiamo fatto concerti su concerti, e tra i vari
abbiamo affinato i pezzi di Vulcano anche presentandoli dal vivo, come si
faceva negli anni d’oro in cui le band testavano la nuova musica live prima di
registrarla.
In questo “pellegrinare” di club in club e di
festival in festival abbiamo anche avuto modo di suonare all’estero, e
l’esperienza è stata super!
Siamo stati molto contenti.
Siete attivi, in fase live, anche oltre
i nostri confini. Fuor di retorica, quali sono le sostanziali differenze
cultural musicali tra … noi e gli altri?
Abbiamo avuto modo di suonare di fronte ad un
pubblico spagnolo e la risposta è stata meravigliosa. Sembra proprio che in
Spagna il Rock & Roll ed il Rockabilly siano molto apprezzati.
Sostanzialmente all’estero devi rapportarti con un
pubblico che è culturalmente diverso da quello Italiano e questo personalmente
ci accende. Sei spinto a dare ancor di più per farti valere, per dimostrare che
l’Italia ha musicisti validi e che anche gli Italiani sanno fare il Rock.
Purtroppo, forse questo è anche giustificato da
quello che passano le Major all’estero, siamo visti come il paese del bel canto
non del Rock e del Groove.
Fate musica con tracce di “passato”,
registrate in analogico, siete di base un trio… eppure proponete freschezza e
novità: mi verrebbe da dire che la
qualità abbatte ogni giudizio basato su stereotipi! Provate ad autofotografarvi
e a definire cosa sia la “buona musica”.
La buona musica è la musica d’emozione, è la musica
fatta con il cuore senza barriere di genere e lontana da calcoli commerciali.
E’ espressione di energia e vibrazioni umane perchè
fatta da uomini che si emozionano creandola e suonandola.
Proponiamo freschezza e novità (grazie per il
complimento) perché noi siamo semplicemente così.
Registrare su nastro analogico suonando live le
tracce base e limitando gli overdubs ci permette di conservare la spontaneità e
l’energia che poi si sente in egual misura nei concerti.
Questi sono i Tunatones.