Nasce Europa Minor, esordio discografico dei livornesi TUGS.
Detta così, la frase,
indurrebbe a rallegrarsi per il fatto che una nuova band si propone impegnandosi
in un percorso tutt’altro che facile - e
quindi meritevole in partenza - perché, è bene sottolinearlo, trattasi di
musica progressiva, cioè una genere che si può descrivere in mille modi, ma mai
utilizzando l’aggettivo “easy”.
Ma i TUGS possono entrare dalla porta
principale di “casa prog”, perché lo hanno vissuto in tempo reale, nel momento
di massimo fulgore. Ma come spesso accade in queste situazioni - vale molto
anche per chi è mero ascoltatore - basta un attimo di ritardo e il treno passa
senza attendere, e così nascere musicalmente in un momento in cui la musica
Punk iniziava a pulsare, superando la maestosità di creazioni irripetibili, ha
rappresentato per il gruppo toscano un ostacolo insormontabile.
Ed è ora venuto il tempo di recuperare!
Occorre avere rispetto
per la musica e per chi la disegna, e gli ascolti fugaci, obbligati, costretti,
rappresentano un torto verso artisti che condensano spezzoni importanti di vita
in un disco.
Europa Minor va sentito, magari confrontato e
discusso, ma occorre riporre una buona attenzione, perché non tutto arriva al primo
colpo. La band consiglia…” Ore serali, cuffie, volume medio alto per il
primo ascolto. Poi l’opposto, magari il lettore in macchina…”.
Ciò che i TUGS mettono in scena è un opera rock,
nella migliore tradizione “progressiva”, e chiara caratteristica della band,
dal momento che risale al 1984 Rock in due Atti, un primo progetto musical-teatrale, in un momento in cui, almeno
nel nostro paese, il fatto costituiva una rarità.
Europa Minor appare album ambizioso negli
intenti, nei messaggi, nel raccontare la “Storia”, nell’operare confronti tra
ieri e oggi, focalizzando il pensiero sulla “nostra” Europa, in un momento
socialmente drammatico, forse il più duro dal dopo guerra, suggerendo la via
dell’arte, della cultura, di un “cibo adatto a tutti” e che resta la carta a
cui aggrapparsi quando le altre risorse mancano, somma di alimenti
insostituibili per ogni essere pensante.
Per realizzare questo
piccolo miracolo si ricorre, musicalmente parlando, a ciò che un tempo rappresentava
un ostacolo economico, un insieme di strumenti affascinanti, come il violino,
il flauto, il mandolino, che aggiunti all’
attrezzo più tradizionale portano ad un vero e proprio ensemble musicale
costituito da dieci anime, che trasformano il gruppo in una piccola orchestra.
Sarebbe facile fare qualche confronto con le trame del
passato, elencare le influenze, ma occorre tenere conto che parte di questa
musica è stata scritta negli anni ’70, coeva di quella più conosciuta, e quindi
realmente originale, e certamente non meno importante, dal punto di vista della
qualità, di quella già fissata nelle menti degli appassionati del genere.
Il titolo “Europa Minor”
fornisce qualche indicazione e riporta al primo album di Mauro Pagani, amore
dichiarato, ma la sintesi di musica, teatro e letteratura conferisce il tocco il
più, per un album che profuma di cultura, ma non di sua ostentazione.
Grande la curiosità di vedere lo spettacolo dei TUGS!
L’INTERVISTA
Potete sintetizzare chi
sono i TUGS… punto di partenza,
passioni musicali, evoluzione e
situazione attuale?
I Tugs sono un gruppo toscano nato nel 1978 dai banchi di scuola di un liceo
livornese, che per sei/sette anni ha scritto ed eseguito musica propria,
organizzato concerti e prodotto spettacoli musicali ed eventi culturali. Prima
della trasformazione in Fibra, progetto che proseguì fino alla fine degli anni
'80, il gruppo ha "spontaneamente" interpretato musica oggi definita
"progressive" (allora il termine non era così utilizzato). Da subito
ha collocato visivamente la propria musica in un contesto teatrale, culminato
tra il 1983 e il 1985 nell'opera ‘ROCK IN DUE ATTI’, un'opera rock seguita per
un periodo anche dalla Target di Angelo Carrara e replicata, tra l'altro, al
Teatro Carcano di Milano. Gli anni Ottanta e la cultura musicale dominante il
decennio, collidevano con la nostra idea di fare musica, così il gruppo e i
suoi componenti hanno preso altre strade.
Come mai arrivate solo adesso al debutto discografico? Cosa
vi ha frenato nel passato e cosa vi ha dato oggi la spinta necessaria?
Non si esce vivi dagli anni ‘80 e Tugs, come
credo moltissimi altri, hanno pagato pesantemente il decennio plastificato.
Semplicemente non eravamo un prodotto commerciale appetibile. Oltre,
ovviamente, ad una buona dose di inesperienza e ingenuità che ci tenevano
ostinatamente fedeli alle nostre idee artistiche. Direi che siamo arrivati
oltre tempo massimo, quando quel movimento veniva repentinamente superato dagli
stessi protagonisti nazionali che lo avevano reso importante.
Quali sono i
significati profondi di “Europa Minor”?
Riscoprire i valori profondi della cultura
europea, vero collante del nostro stare insieme, in contrasto e polemica aperta
con la cultura dei mercati e dello Spread. Vogliamo raccontare come per anni
l'Europa sia stata attraversata da milioni di emigranti, come fosse divisa da
decine di frontiere, come si sia reciprocamente massacrata sui campi di
battaglia, quanto sudore e sangue di milioni di persone sia stato versato per
renderla quello che é oggi. Se, nonostante tutto questo, oggi abbiamo un'idea
condivisa di Europa é grazie alla sua cultura, alla sua arte, alle sue opere
letterarie, teatrali, musicali che compongono il nostro patrimonio comune.
Questo vogliamo ricordare, con il disco ma, soprattutto, con il concerto/evento
di cui rappresenta la colonna sonora. Una cultura non sbandierata
sciovinisticamente contro le altre, ma una cultura "tra" le altre.
Minor, appunto.
La musica prog che proponete sta ridestando l’interesse degli
ascoltatori antichi, ed una conoscenza da parte di molti giovani, ma resta
tuttavia genere di nicchia. Che cosa rappresenta per voi?
Sostanzialmente la libertà di poter seguire il
flusso dell’ispirazione senza doverlo incardinare nella forma-canzone o nel
sound preconfezionato. Usare, in pratica, tutta la tavolozza dei colori,
compositivi e sonori, utili a raccontare ciò che si vuole. Non ci siamo mai
nascosti che spesso questa libertà può aiutare a nascondere dei
"vuoti" ispirativi e/o compositivi. Da qui le numerose critiche che
spesso colpiscono il genere, ma questo, probabilmente, é un altro discorso.
Dietro al fenomeno delle reunion ci sono motivazioni
differenti, non ultimo il sentimento di amicizia che può legare gli ex
componenti di una band: come funziona il vostro team dopo 25 anni di gap?
É tutto molto strano. Alcuni di noi non si
vedevano veramente da anni, e tutto é nato, banalmente, da una cena
celebrativa. Abbiamo qualche capello bianco, quindi l'esperienza per
valorizzare quello che ci unisce (amicizia profonda e valori di vita) e
smussare differenze di approccio o piccole/grandi manie individuali. Spesso non
occorrono parole per capire cosa l'altro pensa o vuole. A turno usiamo
reciprocamente una amichevole indulgenza.
Dieci persone che interagiscono, in campo musicale
costituiscono una piccola orchestra: è questa una scelta legata alla necessità
di esprimere musica complessa rinunciando ad un po’ di tecnologia sostitutiva?
Sognavamo violini, flauti e violoncelli da
quando avevamo quindici anni, e questa era un'occasione troppo ghiotta per non
realizzare quei sogni sonori. In più, alcuni di noi che avevano proseguito la
carriera musicale, potevano contare su collaborazioni e amicizie che abbiamo riversato
nel progetto. Il disco vede l'intervento di solisti di prim'ordine che suonano
con alcuni di noi ormai da anni.
Impossibile immaginare la vostra proposta priva di liriche,
ma… esiste soddisfazione nel provocare emozioni con la sola musica?
Certo che sì, e te lo dice proprio chi scrive i
testi del gruppo. Il potere evocativo della musica é immenso. Spesso le parole
sono assolutamente superflue. Provate ad ascoltare la Terza sinfonia di Brahms
e ditemi cosa manca...
Esiste un rammarico comune per un treno passato, mai
afferrato per mancanza di coraggio?
Alcuni di noi hanno interrotto la carriera
musicale per motivi "esterni", perché la vita li ha portati per altri
percorsi, mentre altri hanno tenuto duro, perseguendo quella strada. Quindi
viviamo questa esperienza in maniera totalmente diversa, ma tutto nel massimo
rispetto. Chi ha appena ricominciato a sognare, si fida e si affida a chi ha
più esperienza. Questi ultimi cercano di
facilitare la nuova "discesa in campo", magari con qualche consiglio
e rassicurazione. Siamo una piccola famiglia, visto che Tugs ha intorno ancora
moltissimi di quelli che collaboravano già con noi, agli esordi della nostra
attività. Attori, tecnici, sostenitori di vario genere. Siamo una carovana di
teatranti squinternati che alternano sala prove con lauti incontri conviviali.
La crisi che stiamo vivendo passerà, ma probabilmente ci
cambierà profondamente. Che futuro intravedete per quello che genericamente
potremo chiamare il “mondo musicale”?
Non ne ho la più pallida idea ma credo che, come al solito,
il nuovo verrà dalla base, dai ragazzi, dalla rete. Mixando, impastando suoni
ed esperienze, vecchio e nuovo. Sono sempre molto curioso e la musica sin qui
ascoltata non mi basta mai. Non mi importa di quali strumenti o note vengano
usati. Quello che (almeno io) cerco é il messaggio comunicativo e la
coerenza/onestà di chi lo propone. Mi va bene anche un'ocarina per fare musica.
Una reunion ed un album
di qualità. Che cosa vorreste vi accadesse nell’immediato futuro? Suonare
da vivo. É la cosa che desideriamo più di ogni altra.
INFO
Tugs:
Voce e Chitarra: Pietro Contorno
Chitarra: Nicola Melani
Tastiere: Marco Susini
Basso: Bruno Rotolo
Batteria: Fabio Giannitrapani
Violino: Francesco Carmignani
Flauto: Claudio Fabiani
Chitarre, mandolino e mandola: Antonio Ghezzani
Violoncello: Martina Benifei
Percussioni: Matteo Scarpettini
Voce e Chitarra: Pietro Contorno
Chitarra: Nicola Melani
Tastiere: Marco Susini
Basso: Bruno Rotolo
Batteria: Fabio Giannitrapani
Violino: Francesco Carmignani
Flauto: Claudio Fabiani
Chitarre, mandolino e mandola: Antonio Ghezzani
Violoncello: Martina Benifei
Percussioni: Matteo Scarpettini
Dal comunicato stampa…
I Tugs sono una delle più importanti e amate band del ricco panorama
rock livornese: nati nel 1978, hanno portato avanti la loro
idea di teatro rock e di adesione ai principi del progressive anche
durante i difficili anni '80; dopo una lunga pausa si sono riformati e
finalmente sono arrivati all'album d'esordio Europa Minor.