lunedì 29 aprile 2013

Thunder Rising


Thunder Rising è un nuovo progetto discografico, ideato nel 2012, nato dal connubio artistico tra il chitarrista Frank Caruso e il batterista Corrado Ciceri.
Era il giugno 2011 quando utilizzavo questo spazio per raccontare frammenti di musica di Frank, in quell’occasione citando gli Strings 24.
Virtuoso della chitarra, rocker metallico, Caruso ci racconta a seguire i dettagli relativi all’idea originale, alla realizzazione e alla nascita di questo album che prevede una presenza importante in qualità di ospite, quella del vocalist Mark Boals, dalla dimensione internazionale, accostato soprattutto al nome di Yngwie Malmsteen.
La band si completa con Gary Baroni al basso e al chitarrista Andy Ringoli.
Richiedere ed ottenere partecipazioni musicali in occasione di un nuovo album è fatto di per sé usuale, e spesso l’atto di cortesia impreziosisce il lavoro con un tocco “esterno”, che però non sempre è fatto di sostanza.
Altra cosa quando  l’artista coinvolto è un proprio mito, una sorta di obiettivo apparentemente irraggiungibile.
E se poi non si tratta solo di un cadeau, ma di un vero e proprio lavoro in piena comunione di intenti, allora il valore aggiunto diventa concreto.
E’ quanto accade in questo caso dove la passione comune - di Caruso e Boals -  per le Harley Davidson diventa l’occasione per presentare un’idea musicale, che immediatamente viene accolta, con la proposta di interazione e di costruzione di testi e linee melodiche.
Ma anche dal punto di vista umano e professionale Boals si dimostra artista speciale, mettendosi con umiltà al servizio del team, senza far pesare la sua “statura”.
E nasce Thunder Rising, otto tracce di rock duro, musica intramontabile, dove la tecnica ed il virtuosismo sono a completo servizio della trama melodica.
Partendo dal disegno metal, lo sforzo che si compie è quello di trovare una dimensione più moderna ad  un genere che generalmente si muove in libertà, ma su schemi abbastanza rigidi.
In tutto questo risulta fondamentale l’incontro tra due culture, una americana e una europea, e la sintesi che ne deriva sgorga con una certa spontaneità.
Certo è che la voce di Mark Boals non può lasciare indifferenti, e l’apprezzamento è personalmente rivolto sia alla sezione più hard che a quella acustica, costituita da atmosfere moderate, quelle perle che da sempre brillano in un album di musica rock.
Videoradio appoggia ancora una volta un progetto che appare da subito vincente.



L’INTERVISTA

Come nasce il progetto Thunder Rising?
E’ un piacere essere di nuovo qui a parlarne… è molto semplice, Thunder Rising, sembrerà strano a dirsi, ma nasce quasi per caso! Ci tengo a raccontarlo e a spiegare come in realtà una cosa nata per caso, sia poi stata “studiata” a tavolino, e come proprio la naturalezza e semplicità della nascita, siano la chiave di lettura di tutto…
Dopo la pubblicazione dell’ultimo album degli Arachnes (A new day – 2012) e del secondo cd con la splendida esperienza STRINGS 24 (Speak – 2011) con cui ci siamo tra l’altro esibiti in diversi live, stavo ragionando su un nuovo lavoro solista.
Ho iniziato a scrivere dei brani, intervallando produzioni televisive (pubblicità e colonne sonore, le chitarre per l’ultima serie dei RIS, diverse session per le pubblicità Mediaset Premium eccetera) con session di composizioni vere e proprie, dedicate ai miei progetti.
Sentivo l’esigenza però di qualcosa di diverso: in fondo ho pensato che avevo già un ambito molto “tecnico” e funambolico dove esprimermi, gli STRINGS 24 appunto, così come l’esperienza nell’ambito del Power-prog con ARACHNES era oramai consolidata. Ho quindi sentito affiorare una vecchia passione giovanile, il rock diciamo “american sound”, e quasi per gioco ho iniziato a scrivere in quella direzione, tenendo ovviamente presente le nuove tendenze come Nickelback e Alter Bridge. Questo ultimo aspetto poi sposava perfettamente la mia predilezione per la ricerca del suono, potente e pulito, dinamico e aggressivo, e la sfida iniziava a divertirmi. Certo l’incontro con Mark Boals è stato a dir poco rivoluzionario! Mark era il mio idolo dai tempi di “Trilogy” (1986), era il cantante del mio chitarrista di riferimento, Y.J. Malmsteen, qualcosa che per me stava più o meno su Marte! Sentirmi dire “Hey Frank, hai scritto delle bellissime song, mi piacerebbe provare a cantarne qualcuna”, era una di quelle cose che nella vita non mi sarei mai aspettato!
Non era la prima volta che mi cimentavo in collaborazioni internazionali, già con Strings 24 abbiamo avuto modo di avere ospiti d’eccezione come Andy Timmons e Kiko Loureiro, e la “benedizione” del grande Steve Lukather che presentava il nostro cd sul video ufficiale, ma qui Mark andava oltre, mi proponeva di lavorare insieme, e così è stato! Da lì in poi tutto è stato un crescendo, e la band si è formata quasi da se, complice l’aver ritrovato una vecchia amicizia con il bravissimo Corrado “Nail” Ciceri, forte di 15 anni di esperienza Live. Alla seconda chitarra Andy Ringoli, che già avevo affiancato e sostenuto nella produzione dei suoi Homerun e della esperienza discografica in Giappone, e al basso quella che oramai è la mia spalla immancabile, Gabry Baroni, non solo al basso in Arachnes e Strings 24, ma anche immancabile sound engineer in studio!

Che cosa è accaduto, musicalmente parlando, da quando due anni fa parlai di “Speak” sino ad oggi?
Personalmente molte cose; credo che per un artista non ci sia mai un punto fermo, ogni giorno è una nuova esperienza, una ricerca. Da allora ho fatto esperienza in orchestra (nella trasmissione “Io canto”) e ho scritto molte musiche orchestrali; questo mi ha da un lato fatto tornare alle origini e ai miei studi classici di direzione, dall’altro mi ha aperto la mente. Ho iniziato a divertirmi nel comporre qualcosa di orchestrale ma di azione, per la cinematografia, e se ascolti anche nello stesso Thunder Rising compaiono qua e là degli strumenti orchestrali, diversamente dal Prog Metal mai epici, ma semplicemente di azione!
Ho approfondito la mia ricerca del sound, e consolidato il concetto di “buona musica”, interpretandolo come svincolato da etichette di genere: non è bello ciò che appartiene ad un determinato stile, ma ciò che è ben fatto.
Parlando di musica in ambito più generale invece credo che questa si stia evolvendo verso nuove frontiere, sia in termini di tecnologia di registrazione che di fruizione e va da sé anche con ripercussioni dal punto di vista della composizione. Non è pensabile oramai che qualcuno si sieda davanti ad uno stereo per ascoltare “un disco”, lo farà guidando in auto, facendo altre cose, e soprattutto “skippando” qua e là, cosa abbastanza scomoda con un vecchio vinile ad esempio. Questo si traduce anche nella esigenza di ritmi narrativi diversi, più immediati e necessariamente diretti, che non equivale a dire più “semplici” o “banali”, tutt’altro! Ho imparato proprio dalla pubblicità che è molto più difficile dare una idea in piccoli episodi musicali, che non avere a disposizione tutto il tempo necessario.

Che cosa porta, dal punto di vista professionale e umano, la collaborazione con  Mark Boals?
Ti ringrazio per la duplice domanda! Mark ha dato una impronta musicale fondamentale avendo scritto quasi tutte le linee melodiche e tutti i testi! E’ stata una sua scelta, e ho accettato non solo con piacere, ma con orgoglio! Ho avuto la conferma di quello che era ovvio, un grande professionista che ha saputo interpretare al meglio il mio spirito compositivo. Non solo, pensa che per ogni brano mi ha proposto almeno 2 o 3 soluzioni diverse, dicendomi che avremmo dovuto pensarci su e scegliere insieme quella che secondo noi poteva essere la strada giusta. Qualcuno potrebbe pensare che Mark Boals, cantante di Malmsteen e Ring of Fire, che ha collaborato con i più grandi chitarristi mondiali, e che mentre registrava per noi era in tour con i Dokken, dall’alto della sua storia musicale dicesse che quella doveva essere la scelta giusta, e invece si è costantemente messo in discussione per trovare la soluzione musicalmente più adatta! Questa è stata una grande lezione per tutti noi, e lo sarebbe per molto altri miei collaboratori italiani, spesso meno collaborativi, oltre che meno noti… gli auguro di trovarsi in questa condizione.
Non solo, Mark è sempre stato molto presente, anche quando era a Los Angeles oppure in tour con Dokken ci siamo costantemente aggiornati, via facebook piuttosto che in videoconferenza, per tenere vivo e stretto lo spirito del progetto che stavamo facendo, di cui lo stesso Boals si è sentito da subito parte integrante. L’approccio poi degli americani, e di Mark in particolare, è sempre molto “easy”; poche parole, pochi gesti, molto fatti!

Otto tracce di rock, anche molto duro, di quello che colpisce a qualunque età, e la chitarra è sempre protagonista: che spazio riesce a trovare questo genere musicale così immediato nella programmazione live?
Dici bene, otto tracce, un numero particolare, che sta a metà tra un mini-cd e un album un po’ breve. E’ semplice: il progetto nasce sostanzialmente come un mini cd, e le ultime riflessioni mi hanno portato a pensare più al mercato del digitale che non al cd, a cui però sono troppo affezionato e che grazie al contributo di un vero talent scout e produttore italiano, come Beppe Aleo, e al supporto di Videoradio, si farà!
Come ti dicevo il modo di fruire della musica è cambiato e oggi puoi acquistare anche una singola canzone, venendo un po’ meno il concetto di “album” vero e proprio, da qui la scelta di un numero ridotto di song che ci avrebbe consentito di lavorare al meglio sulla produzione. La chitarra anche in questo caso è protagonista, anche se con modalità diverse; sicuramente meno assoli anche se abbiamo “compensato” per il mio divertimento con un paio di songs strumentali, Il grosso del lavoro ovviamente è di riffing, ma anche di arrangiamento. Abbiamo infatti un sacco di parti di chitarra anche acustiche e clean (grazie al bravo Andy), che si intrecciano perfettamente con il lavoro melodico di Mark, per poi esplodere in chitarre cattivissime e soli più pentatonici che neoclassici. Credo che questo genere avrà il giusto spazio nei live, purtroppo non so se sarà così anche in Italia, ma siamo di fronte ad un genere sicuramente non squisitamente “metal”, e di certo con un pubblico più vasto e meno di settore. Alcune songs rasentano il pop e sarà divertente fare anche questa esperienza!

Che differenze sostanziali ci sono tra l’audience italiana e quella che trovate oltre confine?
Enormi: in Italia un fan dei Metallica non andrebbe mai ad un concerto di Lady Gaga, mentre all’estero la cosa non farebbe scalpore. Tutto è meno settoriale, e i fan meno “schierati”, l’audience in buona sostanza è più eterogenea. Inoltre in Italia i maggiori fruitori di musica sono i giovanissimi, e ciò ne condiziona i gusti (vedi il successo delle “boy band”) e va da sé anche generi musicali, mentre all’estero molti ultra trentenni e quarantenni sono cultori di musica. Da noi questo accade solo per generi diciamo ritenuti “nobili”, come il jazz e la classica, o fenomeni musicali come i Dream Theater (tralasciando ovviamente i miti del rock). All’estero è normale trovare dei quarantenni al concerto degli Slipknot… in Italia non è proprio così.

Di cosa parlano le liriche del nuovo album?
Mark è un cantante che ha girato il mondo, ha vissuto in pieno gli anni ’80 tra Heavy Metal, Street Metal e Glam, ora molto più Rock‘n’Roll di prima, e i testi non potevano che raccontare di semplici storie di vita e momenti personali, vissuti ora con gioia ora con tristezza, ma sempre vissuti… This is rock’n’roll! Unico testo invece scritto da Corrado Ciceri, è la ballade Angel Cries, che Mark si è prestato a cantare così com’era essendogli piaciuto! A breve metteremo sul sito ufficiale http://www.thunder-rising.com/ tutti i testi, mi hai dato una buona idea!

Non è mai troppo presto per parlare di progetti futuri… che cosa avete pianificato per l’estate che è in arrivo?
Vedremo se ci sarà il tempo utile per organizzare un mini tour live, di certo saremo impegnati nella promozione, anche con alcune session radiofoniche dal vivo già in programma. Inoltre la registrazione del video ufficiale che dovrebbe avvenire entro giugno, aggiorneremo tutti gli eventi sul nostro web e sui nostri canali facebook, è un canale che ci consente di stare vicino ai nostri fan e di avere un feedback diretto con loro!



Track list:

1. Something To Believe
2. Without You
3. Love Hard, Live Fast
4. An Angel Cries
5. Tonight
6. Hip Hop Blues Inspiration
7. Without You - Acoustic Version
8.
Flying Over The Road


 OFFICIAL WEB SITE: http://www.thunder-rising.com/
                                            http://www.videoradio.org/
     Personal Sites:           http://www.markboalsmusic.com/
                                            http://www.frankcaruso.it/
                                            http://www.multimediafactory.it/winespirit/
                                            http://www.arachnes.it/