E’ mancato Mimmo Di Martino, chitarra acustica e voce dei Delirium dal ’70 al 74, uno che ha
vissuto momenti importanti del rock di casa nostra.
L’ho appena conosciuto, sfiorato, probabilmente nel suo
ultimo concerto con i Delirium nel ruolo di ospite, nell’estate del 2009 a Savona.
Mi chiese di staccare la spina della sua chitarra mentre si allontanava dal
palco.
Lo avevo conosciuto qualche mese prima, in occasione della
presentazione dell’ultimo album dei Delirium, “Il nome del vento”, evento
realizzato alla Ricordi di Genova.
E proprio nel brano che da il nome al disco Mimmo aveva
presenziato, regalando la sua voce al pezzo forse più significativo.
Di quel momento propongo una
testimonianza video a fine post.
Sono molte le persone che lo hanno conosciuto bene, a cui
potrei chiedere, nel tentativo di realizzare un disegno musicale e umano di
Mimmo, ma non ho tempo di aspettare, voglio scrivere poche righe e subito, perché
ho profondo rispetto delle parabole umane, quelle che toccano tutti, prima o
poi, quelle legate all’evoluzione dei tempi, agli anni che passano inesorabili,
quelle che colpiscono maggiormente l’immaginario collettivo quando toccano una
persona che ha vissuto momenti negati ai più.
Massimo Gasperini, della Black Widow Records, mi ha dato la notizia questa mattina, e
successivamente mi ha scritto poche frasi che sintetizzo: “… aveva
immediatamente e naturalmente preso posizione in favore nostra e dei veri
DELIRIUM quando …
… poi partecipò ad un paio di show
televisivi in RAI negli scorsi anni, ad esempio a” I Migliori Anni”, e ne fu
felice… risentendo il profumo e l’atmosfera
degli anni del grandissimo successo di “Jezahel”, “Dolce Acqua”, “Canto
di Osanna”, “Haum”; ricordo una audizione fatta per noi perché aveva dei pezzi
per un album solista… Ettore Vigo è ancora troppo scosso dall’evento per
poterne parlare, così come Martin Grice…”.
Ed ora mi auguro che Mauro La Luce, storico paroliere dei
Delirium venga in mio soccorso, e regali a Mimmo un suo pensiero.