martedì 4 dicembre 2012

Greg Lake in Italia-Il concerto


Zoagli  - foto Alberto Terrile 


Tra il 28 ed il 30 novembre ho incontrato Greg Lake, l’ho ascoltato, gli ho parlato e l’ho sentito suonare per due volte, su di un palco e, successivamente, in un piccolo luogo da sogno, in una sala di un castello  affacciato direttamente sul mare.
I dettagli verranno trattati nel numero natalizio di MAT2020, previsto per metà dicembre, perché non ho ancora tutti gli elementi disponibili, ma incomincio con una anticipazione che resterà comunque una valida testimonianza.
Il tour italiano inizia da Piacenza, ed il concerto è preceduto da una conferenza stampa pomeridiana che mostra un lato piacevole di Greg, quella voglia di contatto umano che per molti è sempre stato un punto interrogativo.
Francesco Paladino, incaricato assieme a Maria Assunta Karini di realizzare la sezione video dell’intero evento, mi presenta la moglie di Lake, Regina, una affascinante signora, ex modella,  che mi racconta di come abbia conosciuto Greg negli anni’70, in Germania. Faccio due conti ed individuo un’età che non corrisponde esattamente a quella che l’aspetto fisico dichiara.
Sul palco della Sala dei Teatini è disposto un lungo tavolo, su cui sono adagiati alcuni libri che raccontano il legame tra Greg e il giornalista musicale Max Marchini,  ma lo sguardo è rivolto ai musicisti schierati… davanti a noi la storia del rock, sull’asse Inghilterra-Italia: Greg Lake, Aldo Tagliapietra, Bernardo Lanzetti e Paolo Tofani.
Una parola ed un ricordo per tutti, tra influenze classiche e rock blues, tra cultura italiana e rispetto per l’arte in toto, mentre il tempo vola dietro alla raffica di domande interessanti. La parte del leone spetta a big Greg, che non si risparmia e regala sorrisi, risposte mai banali e accetta con serenità il rito della fotografia.
Una vera sorpresa.




Words for a lifetime”, per parafrasare il progetto musicale di Greg Lake, quel “Songs for  a lifetime” che andrà in scena di lì a poco.

Il Teatro Municipale di Piacenza si presenta con un sold out.
Gli anni passano, i gusti si evolvono e i nostri giovani, quasi tutti, ignorano il passato musicale, che non apprezzano solo perché non hanno possibilità di contatto reale. Ma un mito come Lake, anche se separato da illustri compagni, mantiene intatto il fascino dell’artista che ha contribuito a cambiare il corso della musica, a partire da “In the Court of the Crimson King” sino ai fasti di ELP.
Il pubblico serale è fatto soprattutto di antichi ascoltatori, ma qualche spruzzatina di gioventù si … annusa nell’aria.
Si inizia, e per quasi tutta la durata dello spettacolo ci sarà Greg da solo sul palco… il racconto di una vita musicale, senza interferenza alcuna, tra cambi di chitarre, basso e tante introduzioni didascaliche. Si va da Elvis ai Beatles, passando per la sua storia più significativa, quella vissuta tra Bob Fripp e Keith Emerson.
E dopo l’intervallo, parte il testa a testa con l’audience, con una raffica di domande e qualche divertente siparietto, gestito molto bene da Max Marchini.
Da solo sul palco quindi, e il metodo che Lake sceglie è quello dell’utilizzo delle basi, per ricreare atmosfere note, quelle che forse tutti vorrebbero, ma è proprio questo fatto che fa storcere un po’ il naso a molti addetti ai lavori.
Sentire dal vivo “The Voice”  - appellativo coniato un tempo dal suo amico Keith -  a distanza di anni, induce a pensare che sarebbero sufficienti una chitarra e il suo caratteristico timbro vocale, supportato da una ancor buona estensione, per creare un degno spettacolo, ma un progetto di tale dimensione, realizzato con l’obiettivo di raccontare un lungo periodo di vita, variegato e ricco di differenti esperienze, non poteva andare in scena con dei cloni, e la strada scelta è probabilmente l’unica funzionale al racconto immaginato da Lake, un iter che, nell’occasione, termina con la presenza di Bernardo Lanzetti e Aldo Tagliapietra (con l’aggiunta di una giovane artista), che presenziano nel bis di Luky Man, lasciando una piccola ma simbolica traccia sulla serata.
Io come al solito fuggo dalla razionalità e mi lascio coinvolgere dall’atmosfera, dalla storia, dal personaggio e dal cuore, e questa miscela di stati e contenuti mi ha soddisfatto in pieno, regalandomi una serata da incorniciare, dove i suoni e …. The Voice, hanno toccato corde profonde e le hanno fatte vibrare, come raramente accade. E sono tornato a quel concerto del 1973, quando vidi ELP nel momento di massimo splendore, al Palasport di Genova, adolescente impazzito dietro ad una musica che sembrava appena inventata per me e per le mie voglie.




E chi avrebbe mai pensato, quel giorno così lontano, in un’estate del ’73, che a distanza di 40 anni avrei visto Greg Lake da vicino, anzi, vicinissimo e due volte in due giorni?
Si replica infatti a Zoagli, nello splendido Castello Canevaro, sito sul mare, in una zona che Greg era solito frequentare in un passato antico. Location ridotta per un set teoricamente breve, che dovrebbe essere il contorno alla presentazione del libro. Francesco Paladino, che ringrazio per le mille gentilezze, è ancora all’opera con Maria Karini, e la speranza è che presto prenda vita il DVD relativo agli eventi.
Anche in questa occasione il pubblico non si fa attendere e alla fine la sala dedicata al set risulterà stracolma.
Molti i brani presentati, a diretto contatto col pubblico, e questa volta Lake da segni di nervosismo, attimi che, come racconta chi è a lui molto vicino, sono solo episodi, se comparati al passato e alla gioventù.
Ancora un fitto dialogo col pubblico e tanta musica… un’ora e mezza di spettacolo - gratuito - che sarà difficile dimenticare.
Molta delusione tra i presenti, in attesa per un autografo e una firma, quando Greg viene inghiottito dalle sale del palazzo (ma pare che per i più tenaci ci sia stata soddisfazione).
Io sono stato il più fortunato della prima ondata, ricevuto, per errore, in una enorme sala dove Greg, seduto ad un enorme  tavola rotonda, provava forse a prendere fiato. Qualcosa di magico, almeno per me, è accaduto… un lungo, intenso minuto in cui ho rivissuto una vita e che è terminato con un suo dono significativo.
Ma sarà forse  più interessante sentire la sua musica…
Un sentito ringraziamento a Donato Zoppo, Max Marchini e Paola Tagliaferro.