Zoagli - foto Alberto Terrile
Tra il 28 ed il 30 novembre ho incontrato Greg Lake,
l’ho ascoltato, gli ho parlato e l’ho sentito suonare per due volte, su
di un palco e, successivamente, in un piccolo luogo da sogno, in una sala di un
castello affacciato direttamente sul
mare.
I dettagli verranno trattati nel numero
natalizio di MAT2020, previsto per metà dicembre, perché non ho ancora tutti
gli elementi disponibili, ma incomincio con una anticipazione che resterà
comunque una valida testimonianza.
Il tour italiano inizia da Piacenza, ed il concerto è preceduto da
una conferenza stampa pomeridiana che mostra un lato piacevole di Greg, quella
voglia di contatto umano che per molti è sempre stato un punto interrogativo.
Francesco
Paladino, incaricato assieme a Maria
Assunta Karini di realizzare la sezione video dell’intero evento, mi presenta la moglie
di Lake, Regina, una affascinante signora, ex modella, che mi racconta di come abbia conosciuto Greg
negli anni’70, in Germania. Faccio due conti ed individuo un’età che non
corrisponde esattamente a quella che l’aspetto fisico dichiara.
Sul palco della Sala
dei Teatini è
disposto un lungo tavolo, su cui sono adagiati alcuni libri che raccontano il
legame tra Greg e il giornalista musicale Max
Marchini, ma lo sguardo è rivolto
ai musicisti schierati… davanti a noi la storia del rock, sull’asse Inghilterra-Italia:
Greg Lake, Aldo
Tagliapietra, Bernardo
Lanzetti e Paolo
Tofani.
Una parola ed un ricordo per tutti, tra influenze
classiche e rock blues, tra cultura italiana e rispetto per l’arte in toto,
mentre il tempo vola dietro alla raffica di domande interessanti. La parte del
leone spetta a big Greg, che non si risparmia e regala sorrisi, risposte mai
banali e accetta con serenità il rito della fotografia.
Una vera sorpresa.
“Words
for a lifetime”, per parafrasare il progetto musicale di Greg Lake, quel “Songs for a lifetime” che andrà in scena di lì a
poco.
Il Teatro Municipale di
Piacenza si
presenta con un sold out.
Gli anni passano, i gusti si evolvono e i nostri
giovani, quasi tutti, ignorano il passato musicale, che non apprezzano solo perché
non hanno possibilità di contatto reale. Ma un mito come Lake, anche se
separato da illustri compagni, mantiene intatto il fascino dell’artista che ha
contribuito a cambiare il corso della musica, a partire da “In the
Court of the Crimson King” sino ai fasti di ELP.
Il pubblico serale è fatto soprattutto di antichi
ascoltatori, ma qualche spruzzatina di gioventù si … annusa nell’aria.
Si inizia, e per quasi tutta la durata dello
spettacolo ci sarà Greg da solo sul palco… il racconto di una vita musicale,
senza interferenza alcuna, tra cambi di chitarre, basso e tante introduzioni
didascaliche. Si va da Elvis ai Beatles, passando per la sua storia più
significativa, quella vissuta tra Bob
Fripp e Keith
Emerson.
E dopo l’intervallo, parte il testa a testa con l’audience,
con una raffica di domande e qualche divertente siparietto, gestito molto bene
da Max Marchini.
Da solo sul palco quindi, e il metodo che Lake
sceglie è quello dell’utilizzo delle basi, per ricreare atmosfere note, quelle
che forse tutti vorrebbero, ma è proprio questo fatto che fa storcere un po’ il
naso a molti addetti ai lavori.
Sentire dal vivo “The
Voice” - appellativo coniato un tempo dal suo amico
Keith - a distanza di anni, induce a
pensare che sarebbero sufficienti una chitarra e il suo caratteristico timbro
vocale, supportato da una ancor buona estensione, per creare un degno
spettacolo, ma un progetto di tale dimensione, realizzato con l’obiettivo di
raccontare un lungo periodo di vita, variegato e ricco di differenti
esperienze, non poteva andare in scena con dei cloni, e la strada scelta è
probabilmente l’unica funzionale al racconto immaginato da Lake, un iter che,
nell’occasione, termina con la presenza di Bernardo
Lanzetti e Aldo
Tagliapietra (con l’aggiunta
di una giovane artista), che presenziano nel bis di Luky Man, lasciando una piccola ma
simbolica traccia sulla serata.
Io come al solito fuggo dalla razionalità e mi
lascio coinvolgere dall’atmosfera, dalla storia, dal personaggio e dal cuore, e
questa miscela di stati e contenuti mi ha soddisfatto in pieno, regalandomi una
serata da incorniciare, dove i suoni e …. The
Voice, hanno toccato corde profonde e
le hanno fatte vibrare, come raramente accade. E sono tornato a quel concerto
del 1973, quando vidi ELP nel momento di massimo
splendore, al Palasport di Genova, adolescente impazzito dietro ad
una musica che sembrava appena inventata per me e per le mie voglie.
E chi avrebbe mai pensato, quel giorno così lontano,
in un’estate del ’73, che a distanza di 40 anni avrei visto Greg Lake da vicino,
anzi, vicinissimo e due volte in due giorni?
Si replica infatti a Zoagli, nello splendido Castello
Canevaro, sito sul
mare, in una zona che Greg era solito frequentare in un passato antico.
Location ridotta per un set teoricamente breve, che dovrebbe essere il contorno
alla presentazione del libro. Francesco Paladino, che ringrazio per le mille
gentilezze, è ancora all’opera con Maria
Karini, e la
speranza è che presto prenda vita il DVD relativo agli eventi.
Anche in questa occasione il pubblico non si fa
attendere e alla fine la sala dedicata al set risulterà stracolma.
Molti i brani presentati, a diretto contatto col
pubblico, e questa volta Lake da segni di nervosismo, attimi che, come racconta
chi è a lui molto vicino, sono solo episodi, se comparati al passato e alla
gioventù.
Ancora un fitto dialogo col pubblico e tanta musica…
un’ora e mezza di spettacolo - gratuito - che sarà difficile dimenticare.
Molta delusione tra i presenti, in attesa per un
autografo e una firma, quando Greg viene inghiottito dalle sale del palazzo (ma
pare che per i più tenaci ci sia stata soddisfazione).
Io sono stato il più fortunato della prima ondata, ricevuto,
per errore, in una enorme sala dove Greg, seduto ad un enorme tavola rotonda, provava forse a prendere fiato. Qualcosa di magico, almeno per me, è accaduto… un lungo, intenso minuto
in cui ho rivissuto una vita e che è terminato con un suo dono significativo.
Ma sarà forse più interessante sentire la sua musica…
Un sentito ringraziamento a Donato
Zoppo, Max
Marchini e Paola
Tagliaferro.