Attraverso Pino Tuccimei, uno dei grandi uomini del movimento musicale degli
ultimi decenni, sono arrivato ai JUST, gruppo vocale di belle
speranze, fresco di affermazione al Premio
Bruno Lauzi.
Ho ascoltato in anteprima alcuni brani e ho potuto
apprezzare delle qualità canore non comuni. Un bella voce, magari il frutto di
un dono celeste, può arrivare a chiunque
e ovunque, ma quando le voci numericamente aumentano, e il risultato deve
obbligatoriamente essere una buona sintesi, pur nel rispetto delle
individualità, tutto si complica, sia
per chi crea che per chi ascolta. In questo caso tutto appare naturale, quasi
semplice, e le felici vocalizzazioni diventano l’espressione di un gioco di
squadra che mi auguro questi giovani siano in grado di mantenere a lungo, come
base per arrivare all’obiettivo posto.
Nessuna ricerca del Talent Show per emergere - eppure
sembrerebbero fatti apposta - ma ricerca di stradi alternative, seguendo la
logica del… se siamo bravi ce la faremo comunque… a volte utopistica, ma di
grande soddisfazione se coronata da successo.
A seguire un rapido scambio di battute per
conoscere meglio questi giovani, e un esempio musicale significativo. Ed ognuno
potrà farsi la propria idea.
Ho chiesto a Pino Tuccimei qualcosa in più in
relazione al Premio musicale a cui facevo accenno.
Il Premio Bruno Lauzi rappresenta nel
panorama Italiano una delle manifestazioni più qualificate, assieme al "Tenco", per i giovani
cantanti/compositori Italiani. Quest'anno si è svolta la 5° edizione. Nella giuria
presieduta, dal Maestro Gianfranco Reverberi, erano presenti Mariella Nava, Rosanna Lambertucci, Marino
Bartoletti - noto appassionato di musica - , Edoardo Vianello, Giampiero
Mughini, Carlo Marrale, Maurizio Lauzi, Franco Fasano, Giancarlo De
Cataldo (romanzo Criminale, regista e scrittore), Pietro Gargano, Alfredo
Morabito, Giampaolo Longo, Alberto Zeppieri. La finale si è tenuta
nell'Auditirium di Anacapri, strapieno e con il pubblico che affollava anche le
scale di accesso e il foyer (a causa del maltempo la manifestazione si è tenuta
al chiuso).
I JUST hanno vinto il premio come migliore brano musicale ed
interpretazione. Attestati di grande considerazione sono giunti ai ragazzi
nella cena post spettacolo quando pubblicamente si sono esplicitamente
dichiarati entusiasti di loro alcuni rappresentanti della giuria, appena
citati, in primis Maurizio Lauzi, figlio di Bruno.
L’INTERVISTA
Come e quando nasce
la vostra passione per la musica?
E’ iniziato tutto per gioco, nel 2010, tutti e quattro eravamo
cantanti solisti; ci siamo conosciuti frequentando lo stesso insegnante di
canto. Abbiamo deciso di divertirci insieme unendo le nostre voci, la cosa si è
evoluta e ne abbiamo fatto un vero obbiettivo comune.
Quali sono i vostri
punti di riferimento musicali?
Prevalentemente i “westlife”, un gruppo vocale (si sono ritirati
dopo 14 anni proprio quest’anno). Ci piacciono le loro musicalità dolci e
coinvolgenti. Backstreet-boys, Wham, Take-that, ma anche I pilastri della
musica internazionale, Michael Jackson,
Madonna, Steve Wonder, Ray Charles, Frank Sinatra ecc…
Da quanto ho potuto
ascoltare siete un gruppo prevalentemente vocale. Siete anche strumentisti?
No, siamo esclusivamente gruppo vocale.
Nei due brani che ho
sentito, cantate nella doppia lingua, italiano e inglese. Qual è la vostra
reale dimensione?
Italiana senza dubbio. Vogliamo inserirci come nuovo e unico
gruppo vocale italiano in questo momento.
Probabilmente avrete
iniziato a cimentarvi con le cover. Quanto è importante per voi il lato
compositivo?
Si, è iniziato così infatti, ma non ci piace essere visti come
cover-band, quindi stiamo lavorando a pezzi completamente nostri. Il percorso
non è semplice perché bisogna trovare le melodie giuste per poter inserire le
quattro tonalità vocali differenti. Noi poi siamo alla ricerca di qualcosa di
giovane e fresco che possa avere un forte impatto a livello emozionale,
ricercare quelle musicalità romantiche che possano far emozionare i giovani
d’oggi.
La musica pop è
spesso collocata in una “sfera di semplicità” in quanto di più facile presa. E’
davvero così facile realizzare brani di forte impatto?
Assolutamente no, proprio perché nella semplicità delle cose si
rischia di cadere nel banale. L’impatto poi varia da periodi a periodi, un
brano di oggi potrebbe avere forte impatto in un futuro venturo. Tutto sta nel
trovare un punto di incontro tra quello che si vuole trasmettere e quello che
vuole essere recepito.
E’ facile ipotizzare
che un gruppo come il vostro poteva aprire le porte di uno dei tanti talent
show che popolano la rete. Qual è la vostra opinione su quel tipo di
contenitore?
Il mondo televisivo affascina sempre, ti da grande visibilità ma
pensiamo possa non essere sempre la strada giusta, si rischia di “bruciarsi” si
rischia di dare un idea sbagliata di quello che si è. Preferiamo passare per
altre strade.
Cosa significa poter
godere dei consigli di un esperto come come Pino Tuccimei ?
Significa tantissimo, Pino è la storia della musica italiana
degli ultimi 50 anni. E’ una persona di grande gusto musicale e di esperienza
nel settore, per noi è onore lavorare
insieme a lui.
Recentemente avete vinto
un premio ad una manifestazione di rilievo. Che tipo di esperienza è stata?
Bellissima! era la nostra prima uscita ufficiale e non ci aspettavamo
un risultato del genere; non siamo finti modesti, eravamo consapevoli che il
pezzo era buono così come la nostra preparazione musicale, ma il risultato è
stato oltre le più rosee aspettative. Sono esperienze che ti arricchiscono
dentro e che soprattutto creano solidità nel gruppo.
Provate ad esprimere
un desiderio musicale … cosa vorreste vi accadesse nei prossimi due anni?
Emozionare, appassionare, lasciare il segno nella musica
italiana e non solo (speriamo).