A Cosy Morning Upside Down è
il nuovo EP dei VenaViola, giovane
formazione sannita nata nel 2005, ormai al quinto lavoro.
Oltre
trenta minuti di musica suddivisi su sei brani, tre dei quali live, registrati
nel corso di un programma radio, e facenti parte del disco precedente,
“Smash Up“.
Le
informazioni a seguire ( intervista realizzata da Synpress e biografia) sono
significative e aprono le porte verso il mondo VenaViola.
Non
avevo mai avuto l’opportunità di ascoltare questa formazione atipica… atipica per
me, e sono rimasto piacevolmente sorpreso. Per evitare condizionamenti ho
evitato di leggere il loro pensiero, riservando al post-ascolto la parte
oggettiva.
Escludo
anche le etichette dichiarate, sicuramente utili per chiarire le idee a chi le
ha già abbastanza chiare, ma non necessariamente funzionali alla “comprensione
della musica”.
In
realtà credo sia questo uno di quei momenti in cui occorre lasciarsi andare, senza
riflettere, senza cercare di capire, ma aspettare la risposta che arriva subito
dopo l’impatto. Per gli approfondimenti c’è tempo ed è una via doverosa da
seguire, ma la bellezza di questo A
Cosy Morning Upside Down nasce dalle atmosfere e da ciò che arriva
immediatamente a chi ascolta.
E’ uno di quei rari
casi in cui si raggiunge il feeling da “concerto riuscito”, quella sorta
di concentrazione che sfocia subito dopo nel coinvolgimento, e che porta a
viaggiare con la mente, a riflettere e a sognare. La sola, importante,
differenza è che le reazioni non possono… ritornare ai musicisti, ma per quello
ci sarà spazio in fase live.
Musica elettronica,
trame melodiche e sognanti e una voce “penetrante”, quella di Veta,
capace di condurre verso un viaggio adimensionale e pieno di sfumature che si
colgono facilmente… se si possiede un minimo di sensibilità.
Ed è forse il contrasto
tra musica “tecnologica” e soffice melodia che colpisce immediatamente chi,
come me, si avvicina per la prima volta al sound dei VenaViola.
La resa live, da quanto
si può percepire dall’album, è molto alta ed il set termina con una perla tutta
al femminile, dove la parte vocale è sostenuta dal solo piano di Anna
Salzano.
Nello scambio di
battute a seguire mi ha colpito un aspetto… sociale, l’accettazione, la rassegnazione, la
consapevolezza che di musica non si vive più, stato d’animo con cui convivono
ormai tutti i musicisti, a Benvento, a Milano o a Trieste. E alla fine
l’importante sarà dare dimostrazione, al pubblico e a se stessi, che potenzialmente si ha molto da dire, e se una
strada per farlo sapere sarà il free download, ben venga anche quello.
Personalmente resto dell’idea che il lavoro, e gli sforzi immani che lo
supportano, debbano essere riconosciuti, e che a uomini e donne capaci di
realizzare musica come quella contenuta in A
Cosy Morning Upside Down andrebbe steso un comodo e rassicurante tappeto che possa condurre ad un palco pieno
di musica.
Retorica? Luoghi
comuni? Frasi fatte?
A ciascuno la propria
interpretazione e il proprio… piano di azione.
INTERVISTA a
VenaViola realizzata da Synpress
A cosy morning
upside down è il vostro nuovo disco, quali sono le
differenze dai precedenti?
Siamo
arrivati al quinto lavoro ed abbiamo avvertito la necessità di uscire con
questo disco per tirare finalmente un solco con la nostra gavetta in giro per
locali, palchi e “pavimenti” italiani. Non è una situazione che puoi
programmare o decidere, è un naturale processo che decide di prendere forma da
se. A cosy morning upside down arriva
in un momento importante del nostro percorso e possiede quelle sonorità che stiamo
cercando da tempo e che rappresentano al meglio quello che sono i VenaViola.
Abbiamo cominciato con un demo senza cantato, siamo passati per Ep tipicamente
trip-hop come 360 Muse fino ad
arrivare ad un assetto-base con Smash Up.
Oggi siamo in grado di dire che la prima parte del nostro percorso si è
conclusa e A cosy morning upside down
è l’inizio della nuova fase del gruppo, l’anticamera di quello che sarà.
Vogliamo raccontare sensazioni “a testa in giù”, positive e leggere.
L’affiatamento e la location della nostra sala prove hanno contribuito a questo.
Il vostro ultimo lavoro Smash
Up nasceva con il contributo di Gianni Blob dei Black Era: stavolta invece
avete fatto tutto da soli?
Diciamo di
si anche se in fase mastering una sorta di “supervisione indiretta” di Gianni
c’è stata. Ci fidiamo molto di lui ed Angelo ha provato a seguire alla lettera
i suoi consigli. Allo stesso modo però sentivamo la necessità di capire e
vedere dove siamo in grado di arrivare oggi. A cosy morning upside down lo sentiamo nostro come non mai, dal
concepimento dei brani alle registrazioni, passando per progetto grafico e
priorità da seguire nel missaggio e nel mastering. Abbiamo lavorato con grande
serenità grazie anche ad una buona alchimia che si è creata e si è sviluppata
tra di noi, specialmente in fase di stesura dei brani.
Una parte importante del
nuovo lavoro sono i tre brani live, registrati durante una diretta in radio: vi
sentite più a vostro agio in studio o dal vivo?
Il piacere
di suonare live è dentro ogni musicista, impossibile sostenere il contrario.
Abbiamo un punto cardine: suoniamo live sempre, anche in fase studio. I tre
brani inediti sono nati suonandoli e programmandoli assieme, dal vivo. Ci sembrava giusto e pertinente poi integrare il
lavoro con tre pezzi live registrati durante lo Smash Up Tour che fanno parte del disco precedente. Inizialmente
l’idea era quella di inserire tre brani presi da tre serate diverse, poi
abbiamo suonato a RCB Live Series in
un programma radio e la resa del live ci ha convinto a promuovere quella
serata: l’impatto è stato favorevole ed abbiamo preferito lasciare anche
qualche “sporcizia” presa dai microfoni per rendere più vera la resa dei brani.
L’ultimo pezzo del disco, Love is not
your best weapon, lo abbiamo spogliato rispetto alla versione originale,
lasciando spazio solo al piano ed alla voce.
A cosy morning
upside down viene proposto in free download: quali sono i
motivi di tale scelta?
In questo
disco abbiamo deciso di fare da soli e dunque abbiamo ritenuto giusto optare
per il free download, una forma che a noi piace e che può arrivare in ogni dove
senza problemi. Nonostante tutto non sarà un semplice free download visto che
oltre al disco composto da sei pezzi ci sarà la possibilità di scaricare la
copertina ed il libretto di A cosy
morning upside down. Per chi non è soddisfatto c’è anche un’altra opzione,
quella di scaricare i video dei tre brani live del disco. Basta collegarsi sul
nostro sito ufficiale, www.venaviola.it e decidere quale tipo di
download eseguire.
Una caratteristica
peculiare dei VenaViola è stata l’immediata adesione ai moduli del trip hop,
genere oggi non più in voga come qualche anno fa, benché il lascito sia stato
importante. Qual era il segreto di nomi come Massive Attack e Portishead?
Non ci piace
parlare solo di determinati gruppi però bisogna dare atto che Massive Attack e
Portishead hanno segnato una scena, quella di Bristol, che ha cambiato il modo
di concepire l’elettronica e di aprire nuove frontiere in quella che forse
impropriamente si definisce scena indie. Mantenere in voga quel tipo di sound è
stato praticamente impossibile anche perché con il passare degli anni quella
purezza ha lasciato campo a nuove forme di elettronica, più vicina al rock come
è il caso dei Notwist o più pop come hanno tracciato Lali Puna o Ms Jhon Soda
tanto per citare dei nomi. In Italia poi il discorso è assolutamente diverso
visto che non c’è mai stato un fenomeno trip-hop: ricordiamo Riccardo
Sinigallia, qualcosa degli Offlaga Disco Pax, ma sinceramente non si è mai
intravista una scena. Continuiamo a pensare che un vero gruppo trip-hop
italiano sono stati proprio i Black Era del nostro caro vecchio Blob!
Due tastiere, basso e
voce: siete una formazione alquanto sui generis. È una convivenza facile?
Facilissima
e divertente. La scelta di non usare chitarre e batterie nei lavori precedenti
(se si esclude 360 Muse) non è stata
casuale. In questo disco però non ci siamo accontentati e così abbiamo
introdotto nuovi strumenti e “riacquistato” le chitarre elettriche in Ljomi, il pezzo che apre il disco. Ma
non è tutto, stiamo rispolverando strumenti come diamonica o suoni di
percussioni. Nei live come nel disco ci sono parti di handclapping, seconde
voci, parti di moog, violini. Tutto questo rientra nel nuovo percorso dei
VenaViola: nei lavori precedenti vi erano le collaborazioni con altri
musicisti, ora suoniamo tutto noi.
A differenza di molti
gruppi “di provincia”, che scarsamente favoriti dall’ambiente si sciolgono dopo
poco tempo, la vostra storia non conosce interruzioni dal 2005, anno di
fondazione della band. Qual è il vostro segreto?
L’attenzione
e la consapevolezza di vivere in provincia. Se riesci a convivere con questi
due punti ben scolpiti in testa eviti inutili nervosismi e riesci a disegnarti
un percorso. Molte band valide dopo poco scoppiano perché insoddisfatte di
quello che rendono. Certo, suonare a pochi euro in giro per club con soldi che
a stento di servono per pagare autostrada e benzina non è il massimo, ma fa
parte del nostro modo di vivere dopotutto. Bisogna poi convivere con una verità
e cioè che oggi non si può pensare di campare in Italia facendo musica e basta.
Ognuno di noi ha studiato e si guadagna da vivere con dei lavori: questo ci
serve anche per suonare e continuare ad esistere. Con il tempo poi maturi e
capisci anche chi è che vuole fotterti e chi invece crede in te. Non bisogna
mai perdere la padronanza e capire quali sono i momenti difficili dove serve
resistere e quali sono i momenti dove devi spingere e godertela. Efficace al riguardo
è la strofa di Gianni Lindo Ferretti nel periodo Csi, in Linea Gotica: “Occorre essere attenti per essere padroni di se
stessi”.
Siete una formazione
sannita: Benevento e il Sannio negli ultimi tempi stanno rivelando una buona
scena di rock e dintorni. Qual è il vostro parere in merito?
Benevento
non è Milano e non lo sarà mai ma per fortuna e grazie all’impegno di tanti
ragazzi vanta un circuito musicale ben assortito. Dieci anni fa era impensabile
ospitare nel Sannio concerti di Paolo Benvegnù o Ferretti, abbiamo festival
validi. Oltre a questo ci sono musicisti che si stanno facendo onore in Italia
e all’estero e sono partiti da qui. Esiste un potenziale che però non viene
sfruttato in pieno perché la larga fetta della città si dimostra ancora provinciale
e poco aperta a concedere spazi per la musica. Ci preme però dire che giriamo
tanto e suoniamo in altri posti paragonabili a Benevento: i problemi sono
sempre gli stessi a detta di chi vive le realtà simili.
I VenaViola hanno un
rapporto privilegiato con l’immagine: anche per questo nuovo album ci saranno
dei video?
Lo ammettiamo, ci stimola. Non è
un mistero però che abbiamo sempre collaborato con videomaker e filmaker. Siamo
costantemente impegnati in progetti paralleli con il mondo del cinema e del
cortometraggio, sia come VenaViola che come singoli componenti. Naturalmente si
è creato uno “scambio” con i registi che incrociamo nei nostri percorsi e
grazie ai loro consigli o ai loro contributi realizziamo lavori anche per la
promozione della band. In questo caso sarà pronto a breve il video di Ljomi, pezzo lancio di A cosy morning upside down realizzato da
Giovanni Bocchino, poi sicuramente ce ne sarà un altro più avanti.
Il prossimo disco dei
VenaViola seguirà le tracce di A cosy morning upside down oppure
dobbiamo aspettare qualcosa di nuovo?
Entrambe le
cose. A cosy morning upside down è
l’anticamera di quello che sarà per i VenaViola. Ma la novità più grande del
nuovo disco sarà nel cantato visto che Veta scriverà i prossimi brani in
italiano. Non sappiamo ancora se sarà un addio o un semplice arrivederci
all’inglese, ma dopo sette anni ci sembra doveroso dare la giusta attenzione
all’italiano. Abbiamo tutto il tempo per lavorare al nuovo disco, contiamo di
essere nuovamente in carreggiata nella seconda metà del 2013. Ora però spazio a
A cosy morning upside down!
Bio VenaViola
Il progetto VenaViola nasce nell’autunno del
2005 grazie all’incontro musicale tra Angelo Cusano (dedicatosi
all’elettronica già con il marchio Elettro Consumo Indispensabile) ed il
bassista Gaetano Vessichelli (per sei anni con la band rock funk
Maluenga, oltre a brevi periodi con formazioni post rock come Edelweisse e
Tenia).
L’attività discografica dei VenaViola comincia nel
dicembre del 2006 con la realizzazione del primo demo Soundtrack, la
Terra: un autoprodotto di quattro brani che ha accompagnato la mostra
audiovisiva dello scultore sannita Gianluca Russo. Si tratta di un
lavoro dai suoni sperimentali, con il duo che trova l’ispirazione da Brian Eno,
Fleishmann e dal trip-hop stile Portishead. Dopo questo primo assaggio, entrano
a far parte del gruppo la cantante Michela Antonucci ed il chitarrista Carlo
Zollo: con loro i VenaViola realizzano il primo ep, intitolato 360
Muse, nel marzo del 2007. Il tour di questo nuovo prodotto della band
beneventana, viene presentato in molti club del centro Sud con una forte
densità di live tra Campania, Lazio e Molise. 360 Muse riesce a
conquistarsi buone recensioni da parte degli addetti ai lavori e viene
distribuito in più di 600 copie.
Mentre la band porta avanti l’attività live, non
mancano nuove collaborazioni con registi ed artisti: Maurizio Tomaciello,
attore della “Silvio D’Amico” di Roma, realizza due reading con i VenaViola,
mentre con il regista Umberto Rinaldi la band realizza diverse colonne
sonore per spot e cortometraggi: con uno di questi, Le Regole della
Sicurezza, Rinaldi si aggiudica il prestigioso premio “Achille D’Oro” al
festival di Sulmona. Anche il trombettista beneventano Luca Aquino
(Italian Top Jazz 2010) si accorge dei VenaViola e li invita a partecipare alla
manifestazione “Music for Abruzzo” per la raccolta fondi in favore delle
popolazioni terremotate nell’aquilano: per l’occasione viene realizzato lo
spettacolo “Polvere di Musica” con Luca Aquino e VenaViola, ed i reading di
Maurizio Tomaciello ed Assunta Berruti.
Tra il marzo 2009 e il 2010 i VenaViola cambiano
struttura: termina la collaborazione con Michela e Carlo, al loro posto la
nuova vocalist è Veta (Teresa Viglione). I VenaViola realizzano nel
febbraio 2010 il loro terzo lavoro discografico, il primo in italiano, L’Ira
di Gaia con la collaborazione di Giulio Cestrone de Il Cielo di
Bagdad. In questo nuovo lavoro sono presenti anche le prime due cover della
band, La canzone di Marinella di Fabrizio De Andrè e Quando
passa lei di Paolo Benvengù: i due brani vengono inseriti e segnalati
su Crueza de Ma e Suggestionabili, i maggiori portali dedicati ai
due cantautori italiani. Con il brano omonimo, la band sannita partecipa alle
selezioni finali di Sanremo Nuova Generazione edizione 2010: durante la
promozione dell’ep in italiano, la band è invitata alla Giornata Mondiale
dell’Acqua, dividendosi il palco con altri artisti che hanno sposato la causa,
come Andrea Rivera o il Pozzo di S.Patrizio.
Nella primavera del 2011 entra nella band il quarto
elemento, la pianista salernitana Anna Salzano. Con lei comincia la
lunga pre-produzione di Smash Up, quarto lavoro dei VenaViola,
che da il via al nuovo sound: nessun addio al trip-hop puro presente in 360
Muse ma una maggiore attenzione alla forma canzone di matrice nordeuropea.
Il 6 Maggio 2011 viene presentato Smash Up, concepito e realizzato nella
nuova sala prove della band con il missaggio di Gianni Blob dei Black
Era.
Line
up:
Veta (voce), Angelo
Cusano (elettronica), Anna Salzano (piano e tastiere)
e Gaetano Vessichelli (basso e chitarra)
I video dei tre
pezzi live in radio saranno a breve disponibili sul sito ufficiale della band e
su Youtube.
A Cosy Morning Upside Down -
inclusi copertina e libretto - è disponibile in free download al
seguente link:
Info:
VenaViola:
Ufficio Stampa Synpress44: