Se casualmente mi fossi trovato a curiosare in un negozio di dischi, senza
un obiettivo ben preciso, la cover di ”Viaggio libero” dei novaresi Sunset mi avrebbe probabilmente
tentato… incuriosito e magari convinto ad un acquisto a scatola chiusa.
Potenza dell’immagine, potenza del corretto artwork.
Vale quindi la pena spendere qualche parola sull’aspetto esteriore
dell’album, o almeno sui simboli che mi hanno colpito, essenzialmente tre.
Innanzitutto la meditazione del protagonista di copertina, una figura che
conosco bene per averla vissuta, anche in prima persona, in un periodo molto
lontano. Capelli lunghissimi, occhi “spenti” e posizione da guru che si sposa
con il “mio” secondo simbolo, un orizzonte angosciante, tra terra desolata e
cielo.
E poi un vecchio giradischi, di quelli che si usavano nei seventies, con la
puntina consumata, affondata nei vinili.
Ed ecco che da una fotografia azzeccata emerge prepotentemente lo spirito
del disco, imperniato sul viaggio e sulla libertà, fondamenta dell’era hippy, crollata
con i suoi ideali. Ma se le ideologie possono deludere o perdere di
significato, il concetto di “trip”
proposto da Sunset non può perdere efficacia, essendo una sorta di filosofia
che rappresenta il DNA di ogni essere umano.
La musica è dura, molto dura, energica, con riff caratteristici che
riportano a importanti modelli storici.
Come spesso accade di questi tempi, il lavoro è impreziosito dalla partecipazione
di illustri ospiti, come Graham Bonnett (Rainbow), Wilko Zanni (Rats) e Jennifer Batten
(collaboratrice di Michael Jackson), ma credo che la presenza di grandi nomi,
oltre che essere attrattiva per il pubblico, sia una gratificazione soprattutto
per i musicisti, che aumentano la propria autostima e gioiscono per la collaborazione esterna.
Per quanto mi riguarda il rock di Sunset
funziona a prescindere, e capita che il
“giro di chitarra di El Frago, ad esempio, entri nella
testa e ci rimanga per diverse ore. E questo è un fatto significativo.
Rispetto al passato con cui sempre ci si confronta, la band ha estrema cura
del messaggio, e l’utilizzo della lingua italiana ne è il segno più tangibile.
Emerge dall’intervista a seguire di come sia un’esigenza primaria quella di
farsi comprendere chiaramente, e se a proporre tutto questo è un vocalist particolarmente
adatto al genere, il risultato sarà sorprendente.
I suggerimenti per scrivere arrivano dal vivere quotidiano e anche in
questo caso gli argomenti sono vari, tra il personale ed il sociale, tra gli
amori e i dispiaceri.
Quattordici tracce, tra quelle regolari e alcuni omaggi; tanti episodi per urlare e ballare,
avendo bene in testa i significativi valori della vita, principi che anche un
disco ci può ricordare.
L’INTERVISTA
Parto dalla
prima cosa che mi ha colpito, precedente all'ascolto, l'immagine di copertina.
Per chi come me è stato adolescente negli anni '70, la cover evoca frammenti di
passato significativo. Che cosa vi lega maggiormente a quel periodo che non
avete vissuto direttamente?
Rot: Contrariamente a quanto di solito accade, come chitarrista non sono un
fan sfegatato di quel periodo, che sto riesplorando piano piano negli ultimi
tempi e di cui comunque riconosco l'immenso valore artistico. La mia prima
musicassetta comprata nel '90 è stata degli Anthrax e ha dettato la rotta degli
anni successivi.
Alex: Fondamentalmente di quel periodo a me colpisce il senso
di libertà in generale più che
l’espressione musicale.
Quali sono le
band o i musicisti che hanno inciso in modo determinate sulle vostre attuali
scelte musicali?
Rot: devo dire che a livello chitarristico nutro una stima
viscerale per Nuno Bettencourt, da cui dopo aver suonato in lungo e in largo
Pornograffiti, ho assorbito ciò che si sposava meglio con il mio modo di
suonare.
Adoro
la sperimentazione sonora di Matt Bellamy, le armonie degli Opeth e il fisico
di Rihanna ahahah! Adesso c'è un ragazzo incredibile che ho scoperto che si
chiama Jakub Zytecki, un chitarrista dotato di qualità mostruose. Da sentire.
Mi
piace molto, in quanto sound engineer, ascoltare anche il lato
"produzione" dei dischi che mi capitano sotto mano e ultimamente
penso che i Nickelback siano un mio riferimento fisso per spinta, pulizia e
qualità sonora di Rock.
Alex: io amo i Motorhead… e
quindi Lemmy, che a livello bassistico non è proprio un “ ipertecnico” ma la “
pakka” che sprigionano mi da sempre una grossa carica!
Non amo molto
la suddivisione in generi ed etichette, ma resta elemento utile per fornire
indicazioni a chi si avvicina per la prima volta ad una band non conosciuta.
Come potreste definire "Sunset" e qual è la filosofia musicale base
del vostro progetto?
Rot:
Sunset è R&R, è heavy, è
italiano, è tutto ciò che abbiamo molte volte cercato in Italia e spesso non
trovato.
Alex: se ci si vuole classificare per forza io direi heavy
rock, ma penso che rimanere dentro un genere sia castrante per le idee future!
Ritorno un
attimo alla prima domanda. Il vostro album si intitola "Viaggio
Libero", e "il viaggio" era una condizione standard, un sogno,
tipico dell'ideologia hippie. Secondo voi ha ancora lo stesso fascino il
concetto di "spostamento" in un'era in cui possiamo “ viaggiare” da
casa?
Rot: la tematica del viaggio è un concetto che abbiamo
voluto sviluppare in diverse forme, da quello fisico in luoghi sperduti, a
quello mentale dovuto a una bevuta di troppo, a quello psicologico di una
storia di tradimento, lasciamo all'ascoltatore il ritrovarsi nell'uno piuttosto
che nell'altro.
Alex: il viaggio è inteso come libertà … prima domanda= prima
risposta!!!
Che tipo di
rapporto avete con le liriche? Sono fondamentali, in linea generale, per
"passare" il proprio messaggio?
Rot:
facendo rock in Italia, per
l'Italia, è importantissimo farsi capire e utilizzare il testo per comunicare;
in inglese probabilmente sarebbe stato più semplice per la minore immediatezza,
ma meno gratificante credo. Il legame tra il visivo (cover e booklet) e le
liriche, evidenziato dagli oggetti "ad hoc" e dalla scelta della
tematica, è ben marcato e fondamentale per far arrivare ciò che abbiamo da
dire.
Alex: le liriche sono importanti come la musica, altrimenti
che senso avrebbe avere un cantante? Io la voce in un pezzo la intendo come un
vero e proprio strumento per trasmettere veri significati, e a mio avviso è un elemento fondamentale a
prescindere dalla lingua, se ascoltata con attenzione.
Nel vostro
album ci sono tre ospiti importanti. Potete raccontarmi qualcosa sul come è
nato il loro coinvolgimento e trarre qualche conclusione di "fine
lavori"?
Rot:
Per quanto riguarda Graham B., è
stato uno degli idoli di Simon e per lui collaborare insieme in un brano
sarebbe stato fantastico, così gli abbiamo sottoposto il pezzo e si è
dichiarato entusiasta e pronto ad offrirci la sua voce... persino per una frase
in italiano!
Jennifer
B. l'ho sempre reputata una musicista atipica e una chitarrista dall'esperienza
fenomenale. Così, perché non provarci? Lei ha detto: "killer track!"... e allora andiamo!
Wilko è un po' il simbolo di quel ruvido rock italiano
che è un po' scomparso dalle scene e che sentiamo vicino alle nostre influenze
e alle nostre sonorità.
Alex: gli ospiti sono una figata, per me in particolare ha
grande importanza la collaborazione con Wilko dato che sono sempre stato un fan
dei Rats!
Che cosa
significa lavorare con la New Model Label di Govind Kurana?
Rot:
essere seguiti da professionisti
come Govind e la New Model Label nell'ambito promozionale e di publishing,
aiuta la band a concentrarsi sul lato più artistico, come d'altronde è naturale
che sia. Quindi avanti così!
Alex: significa avere qualcuno
che si interessa a te!
Che tipo di
reazione riuscite a suscitare nel corso delle performance live?
Rot:
Urca questa è davvero difficile... potrei
dire quelle che spero di NON provocare!
Cerchiamo
sempre di creare un dialogo con il pubblico, che è la linfa live di una band e
non perdiamo mai l'occasione di creare qualche gag divertente, che ci faccia
conoscere per quello che siamo... e qui Ale sicuramente mi aiuterà a completare
la frase!
Alex: se vuoi Alberto posso
raccontare quello che succede giù dal palco! A parte gli scherzi, creare un
dialogo con il pubblico è fondamentale, ognuno di noi ha una sua personalità ed
un suo modo di vivere il live, E ovviamente è il frontman che per primo ha in
mano le redini, ed in questo Simon è davvero un maestro!
Quanto amate
sperimentare e applicare nuova tecnologia?
Rot:
ho appena comprato iStomp... parli
con un tecnomane il cui limite di acquisto è solo il conto in banca!
Sicuramente mi piace esplorare nuove sonorità ma ci metto decisamente un po' ad
includerle nel mio songwriting chitarristico, aspetto sempre sia qualcosa di
davvero significativo più che qualcosa solamente di strano e mai sentito.
Alex: sono troppo anziano per
la tecnologia, io attacco il basso con 4 pedalini scalcinati e suono!
Che cosa vorreste
ci fosse nel futuro imminente di "Sunset" ?
Rot:
un milione di download da iTunes!
Alex: anche un milione di
copie vendute, sai com’è... io sono un romanticone e amo ancora il supporto
fisico… fosse stato per me avrei fatto solo vinili e musicassette!
Note varie
sono fruibili dal sito ufficiale: http://www.sunsetrock.it/
Altre info:
Line-Up
Simon – Vox, Harmonica
Rot – Guitars, Backing Vocals
Alex – Bass, Backing Vocals
Cacao – Drums
BIOGRAFIA
Il
progetto Sunset® nasce ufficialmente nel gennaio del 2008 dal sodalizio
artistico tra due amici di vecchia data: il chitarrista Rot e il vocalist
Simon, con l’intento di abbinare a un cantato italiano, un sound tipicamente
american style costruito su solide trame rock e spesso sconfinante in universi
musicali paralleli.
Immediato è il reclutamento al basso elettrico di Alex, amico di Simon e professionista stimato a fianco di nomi di spicco del panorama musicale tricolore, che partecipa alla rifinitura delle canzoni sviluppandone l’impatto sonoro in maniera originale e contribuendo a caratterizzare il sound ‘heavy rock’ della band.
Il completamento definitivo della formazione avviene con l’ingresso ufficiale alle pelli di Cacao, amico di Rot e drummer forte di una consistente esperienza costruita in incessanti tour europei ed americani e che già da tempo contribuiva all’intensa e infuocata attività live della band.
La pazza alchimia tra le parti e il divertimento assoluto fanno da propedeutico a un’immediata quanto efficace stesura dei brani che andranno a comporre, insieme a una bonus song cantata in giapponese, la tracklist del debut EP ufficiale intitolato: “Italian Heavy Rock”, uscito in autoproduzione all’inizio del 2009, esaurito in brevissimo tempo e ottimamente recensito dalle migliori testate musicali del web.
Dopo un tour di supporto legato all’uscita del primo lavoro che riscuote notevole gradimento nell’ambiente underground e intervallato da apparizioni televisive in diffusione regionale e nazionale, viene intrapresa la creazione di materiale completamente originale con l’intento di costituire un full-lenght che esprima tutta la carica adrenalinica e l’imprevedibile fantasia di scrittura musicale della band.
Grazie alla potenza e all’orecchiabilità esalate dai brani in fase di recording, artisti di fama nazionale quali Wilko Zanni, cantante dei Rats e di caratura internazionale quali Graham Bonnet, ex cantante dei Rainbow e Jennifer Batten, ex chitarrista di Michael Jackson, accettano con piacere di partecipare in qualità di ospiti di rilievo in alcune tracce dell’album.
Con il titolo definitivo di “Viaggio Libero” il nuovo lavoro viene completato avvalendosi della collaborazione quale ingegnere di mastering di Gorge Marino presso i prestigiosi Sterling Sound Studios di New York ed è attualmente in attesa di un supporto discografico adeguato e di rilievo.
La linfa vitale sprigionata dal quartetto da origine a una miscela esplosiva unica nel suo genere e meglio conosciuta come heavy rock italiano.
Immediato è il reclutamento al basso elettrico di Alex, amico di Simon e professionista stimato a fianco di nomi di spicco del panorama musicale tricolore, che partecipa alla rifinitura delle canzoni sviluppandone l’impatto sonoro in maniera originale e contribuendo a caratterizzare il sound ‘heavy rock’ della band.
Il completamento definitivo della formazione avviene con l’ingresso ufficiale alle pelli di Cacao, amico di Rot e drummer forte di una consistente esperienza costruita in incessanti tour europei ed americani e che già da tempo contribuiva all’intensa e infuocata attività live della band.
La pazza alchimia tra le parti e il divertimento assoluto fanno da propedeutico a un’immediata quanto efficace stesura dei brani che andranno a comporre, insieme a una bonus song cantata in giapponese, la tracklist del debut EP ufficiale intitolato: “Italian Heavy Rock”, uscito in autoproduzione all’inizio del 2009, esaurito in brevissimo tempo e ottimamente recensito dalle migliori testate musicali del web.
Dopo un tour di supporto legato all’uscita del primo lavoro che riscuote notevole gradimento nell’ambiente underground e intervallato da apparizioni televisive in diffusione regionale e nazionale, viene intrapresa la creazione di materiale completamente originale con l’intento di costituire un full-lenght che esprima tutta la carica adrenalinica e l’imprevedibile fantasia di scrittura musicale della band.
Grazie alla potenza e all’orecchiabilità esalate dai brani in fase di recording, artisti di fama nazionale quali Wilko Zanni, cantante dei Rats e di caratura internazionale quali Graham Bonnet, ex cantante dei Rainbow e Jennifer Batten, ex chitarrista di Michael Jackson, accettano con piacere di partecipare in qualità di ospiti di rilievo in alcune tracce dell’album.
Con il titolo definitivo di “Viaggio Libero” il nuovo lavoro viene completato avvalendosi della collaborazione quale ingegnere di mastering di Gorge Marino presso i prestigiosi Sterling Sound Studios di New York ed è attualmente in attesa di un supporto discografico adeguato e di rilievo.
La linfa vitale sprigionata dal quartetto da origine a una miscela esplosiva unica nel suo genere e meglio conosciuta come heavy rock italiano.