Blue Dawn è il nome di un “quartetto rock” che, dopo un
primo CD promo, ha esordito con l’ album
omonimo.
Il termine “esordio” in
realtà poco si addice a chi calca le scene da diverso tempo, ma è calzante se
si pensa alla novità del progetto.
Nell’intervista a seguire
e nella piccola bio successiva, è possibile delineare un quadro completo della band e della sua
filosofia musicale.
E’ rock duro quello che i
B.D. propongono, con un tono dark
che permea l’intero album.
I dieci episodi vedono in
evidenza i riff di chitarra tipici di un certo modello hard, ma il sottofondo è
costellato da atmosfere sognanti, eteree, a volte inquietanti.
La bellissima voce di Monica Santo (non tutte le belle voci
sono adatte ad un determinato tipo di musica) aiuta nella costruzione di un particolare
mood che nasce con il primo brano, Crossing
the Acheron, e termina solo con
la conclusiva A Strange Night.
Ma è impossibile separare
ciò che si ascolta-musica e testi- da ciò che si vede.
La prima cosa con cui
normalmente si viene in contatto, in fase di nuovo avvicinamento, è
ovviamente la “forma”, il contenitore, il CD pieno di notizie.
Il booklet di “Blue Dawn”
è l’anticipazione del contenuto, una serie di fantastiche immagini in bianco e
nero-tranne il blu scuro di Shattered Illusions- che sono in stretto contatto
con il messaggio e sono il preludio di ciò che di li a poco arriverà assieme
alla musica.
Testi -in lingua inglese-
introspettivi, carichi di significati esistenziali, realisti e poetici al
contempo.
Per realizzare il sound
voluto, i quattro musicisti si sono avvalsi della collaborazione in studio di
alcuni ospiti che hanno dato un importante contributo a livello di tastiere,
sintetizzatori e sax, ma l’impronta metal rock è un marchio indelebile dei B.D. che riporta ai modelli conosciuti
degli anni ’70, ma con un’attenzione ai dettagli che un tempo era improponibile.
Forse la vera evoluzione
di quella musica, rock, prog, o qualsiasi altra, sta proprio in un nuovo
bisogno che musicista e ascoltatore dimostrano di avere, la necessità di
rendere completa ed espressivamente variegata la proposta, un contenitore dove
un accattivante svisata di chitarra o un virtuosismo ritmico fine a se stesso
non sono più comprensibili, se non costituiscono una parte di una struttura
organizzata. E poi dal vivo tutto è concesso!
Ma questo i Blue Dawn lo sanno bene…
Un album da non perdere,
se si ama l’energia… controllata.
L’INTERVISTA
Risponde Enrico Lanciaprima
Chiedo spesso ai nuovi gruppi se esistono
motivazioni particolari che hanno condotto alla scelta del nome, convinto che,
seppur a livello inconscio, un link possa esistere. Perché Blue Dawn?
L' alba è un simbolo di
(ri)nascita, adatto ad un progetto completamente nuovo per noi che comunque non
siamo musicisti di primo pelo, in più ha un sapore esoterico, il che su di noi
esercita un certo fascino.
Ciò che proponete ha solide radici che partono da
periodi molto lontani. Su che tipo di formazione personale potete contare… che
cosa vi ha realmente influenzato in campo musicale?
Per quanto mi riguarda, sicuramente
l' hard rock degli anni 70, Black Sabbath e Led Zeppelin su tutti, ma anche
gruppi sperimentali come King Crimson, Magma, Roxy Music, fino a bands più
moderne come Celtic Frost, Voivod, Tool; per gli altri componenti, sono stati
importanti anche Deep Purple, Rainbow, My Dying Bride, Jeff Buckley.
La vostra musica mi pare particolarmente adatta
alla performance live. Che tipo di interazione riuscite a stabilire con
l’audience nel corso dei vostri concerti?
Il pubblico risponde con
entusiasmo, soprattutto sui brani più energici, ma dimostra attenzione anche in
quelli più da “ascolto”, diciamo, dove le strutture sono più complesse e
dilatate, ci danno anche input, commentando con noi i brani a fine concerto.
Se è vero che Monica Santo è la lead vocalist, si
può comunque notare una certa suddivisione delle parti, con raddoppi e scambi
vocali. Questo gioco di squadra è qualcosa di studiato a tavolino, in funzione
del vostro progetto e delle vostre caratteristiche personali o è il frutto di
ciò che è nato spontaneamente nel corso delle prove?
Un po' d' entrambe le cose...
conoscendo le caratteristiche vocali molto diverse che abbiamo io e Monica,
sapevamo che alternandole avremmo potuto ottenere risultati interessanti, poi
in sala proviamo ad improvvisare e vediamo cosa può funzionare oppure no;
continueremo a sperimentare anche in futuro, e nel secondo disco ci sarà anche
un duetto con un cantante ospite di un certo rilievo, ma non posso ancora
svelare il nome.
Pur conoscendola maggior adattabilità della
lingua inglese alla musica rock, è imperativo chiedervi: ” Perché testi in lingua inglese?
Come dici tu l' inglese è molto più
adatto dell' italiano alla musica rock, perché ha parole brevi e dal suono duro
e a noi piace il risultato, pensiamo che funzioni così, ciò non toglie che si
possa provare anche un brano in italiano, in futuro.
Ho notato una particolare cura dell’art work, con
precisa scelta di immagini e colori. Quanto realmente conta per voi tutto ciò
che non è musica ma fa parte di essa?
Ha la sua importanza, l' artwork e
l' immagine della band servono ad indentificarci e, quindi, a promuoverci nella
maniera giusta, è un aspetto fondamentale per un artista, soprattutto in quest'
epoca.
Come è avvenuto l’incontro con la BWR e che cosa
vi ha portato di concreto?
Conosco Massimo Gasperini da circa 25 anni, avevo già lavorato
con BWR negli anni 90 con la band che avevo allora, quindi è stato naturale
entrare in contatto con loro per questo nuovo progetto. BWR ci sta promuovendo
e distribuendo e, grazie alla loro grande professionalità, ci stanno facendo
conoscere al mondo musicale attuale.
Torno un attimo ai testi. I vostri mi sembrano
molto intimistici, legati ad aspetti interiori. Quanto è importante per voi il
messaggio contenuto in una lirica?
I testi sono importanti, perché
aiutano a comprendere ed assimilare ciò che la musica sta trasmettendo, sono
introspettivi, ma contengono anche metafore riferite al mondo esterno.
Che idea avete dell’attuale businnes musicale e
cosa pensate delle potenzialità di internet in relazione alla possibilità di…
vivere di sola musica?
L' industria musicale per come la
conosciamo, sta morendo, si trasformerà, esattamente come è difficile dirlo,
probabilmente si comprerà e venderà tutto online; vivere di sola musica sarà
sempre più difficile, a parte per i grandi colossi, ma penso che il segreto sia
diversificare le proprie attività, i propri progetti, essere versatili e darsi
molto da fare, promuoversi in ogni modo. In questo la rete ti dà molte
possibilità, anche gratis, bisogna saperla usare.
Provate a esprime un desiderio musicale, lungo da
qui al 2015.
Vorremmo incidere altri 2 album e
andare in tournee in Italia ed in Europa.
BIOGRAFIA
BLUEDAWN nascono
nel corso del 2009 da un'intuizione di Enrico
(basso) e Andrea (batteria). A loro
si aggiungono nel corso del 2009 Monica alla
voce e Paolo alla chitarra. Quattro
personalità diverse, con gusti musicali diversi cercano di fondare un percorso
musicale organico che parta dalle radici dell'hard-rock anni 70 fino ad
arrivare a sonorità moderne. Dopo un breve periodo di rodaggio, i BLUDAWN
decidono di raccogliere in un album le canzoni che hanno composto. L'album
registrato ai nadir-studios cattura l'attenzione dell'etichetta BLACKWIDOW RECORDS che si offre di distribuirlo…
Distribuzione: Black Widow Records
Track List:
CROSSING THE ACHERON
THE HELL I AM
INNER WOUNDS
HYPNOTIZED BY FIRE
SHATTERED ILLUSIONS
IN MY ROOM
A STRANGE NIGHT
DEAD ZONE
THAT PAIN
DECONSTRUCTING PEOPLE
BLUE DAWN is:
Monica
Santo - vocals
Paolo Cruschelli - guitars
Enrico Lanciaprima - bass and vocals
Andrea
Di Martino - drums
special guests:
James M. Jason - keyboards on Crossing the acheron,
Shattered illusions and In my room, sinthesizers on A strange night
Tommy Talamanca - keyboards on Inner wounds, Dead zone
and Deconstructing people
Roberto Nunzio Trabona - saxophone on Deconstructing
people
Laca
- accordion on Deconstructing people