martedì 12 aprile 2011

Delirium/Sophya Baccini Band al Teatro Govi di Genova


Il mio lungo fine settimana musicale è iniziato venerdì, al Teatro Govi di Bolzaneto, con un concerto inizialmente previsto nel mese di dicembre ( venerdì 17...brutta data!) quando due sicuri protagonisti della serata, Sophya Baccini e Lino Vairetti, erano rimasti bloccati per ore sul’autostrada ghiacciata:

http://athosenrile.blogspot.com/search/label/DELIRIUM%20%2B%20SOPHYA%20BACCINI%20band

Ma basta aspettare… e il concerto arriva, magari con un ospite in meno, Vairetti, ma con lo stesso entusiasmo.

Ancora una volta le strada dei Delirium e di Sophya si incrociano, e in maniera spontanea si alimentano le collaborazioni, sul palco e in sala di incisione.

Il teatro è gremito e il concerto verrà trasmesso in diretta su Yastaradio.

La prima parte di serata vede on stage un trio, Sophya Baccini e la sua band, ovvero chitarra e violino, oltre alla voce e al piano suonato da Sophya stessa.

Proposta intimistica, che richiede una certa attenzione per entrare in buona sintonia. E l’alchimia prende corpo, e la prima ad esserne convinta è l’emozionata cantante, che racconta di essere su un palco genovese per la prima volta, nonostante la ventennale collaborazione con la Black Widow Record, la label organizzatrice dell’evento.

Un musicista su di un palco, quando l’interazione col pubblico funziona, si carica di energia positiva e la restituisce con gli interessi, in una sorte di “gioco di specchi” che fa crescere la qualità dell’esibizione, ed è palese l’emozione e la soddisfazione di Sophya Baccini che sfrutta l’ambiente quasi familiare e “si racconta”, non solo attraverso i suoni, e le liriche.

La fetta più grande va ad “Aradia”, l’album “solo”, arrivato dopo molti anni di esperienze varie, soprattutto nei Presence. Testi significativi, da lei introdotti, e musica raffinata che tocca nel profondo l’audience, sempre molto attenta e misurata nel corso dell’esibizione, ma calda nei momenti di passaggio tra i differenti brani. Nel mezzo di tutto ciò un medley personalizzato di canzoni varie, momenti che hanno caratterizzato il percorso di vita della cantante napoletana, dai Led Zeppelin a Kate Bush, passando per il Trovatore di Verdi. Una donna da sola, col suo piano, la sua storia e una voce incredibile… davvero emozionante.

Successo meritato.

Piccolo intervallo per i settaggi del caso e piacevole opera di socializzazione trai musicisti presenti, gli operatori del settore e gli appassionati del genere.

Entrano in scena i Delirium, anche se Martin Grice era già stato ospite nella prima parte di serata.

E’ in previsione una buona escursione nell’ultimo album “Il Nome del Vento”, disco uscito nel 2009, con i testi di Mauro La Luce, presente in teatro.

I problemi tecnici impediscono uno svolgimento lineare del concerto, e questo non risulterà un grosso problema per il pubblico, che sa leggere tra le righe e non è sul posto casualmente, ma è palese il nervosismo e l’insoddisfazione di Ettore Vigo e soci, per non poter dare il meglio davanti al proprio pubblico.

Personalmente non giudico mai una performance dalla perfezione tecnica e preferisco sottolineare il feeling che si viene a creare. In discussione non c’erano qualità e competenza, ingredienti che nel caso specifico sono testimoniati dalla storia dei Delirium, e alla fine, ciò che per molti sarebbe stato un problema insormontabile, si è trasformato in un’opportunità di maggior avvicinamento alla platea, con qualche gag e frequenti scambi di battute. Ma la vera protagonista è stata la musica, a dispetto della chitarra acustica di Solinas che non “emergeva”, o del microfono di Grice che si rifiutava di svolgere il proprio lavoro.

Oltre ai brani nuovi abbiamo assistito ad una panoramica della gloriosa storia pregressa, da “Il Canto di Osanna” a “Jesahel”, con qualche cover d’autore, come “La musica che gira intorno”, di Fossati o “Monnalisa” di Graziani.

Col passare dei minuti la situazione si è normalizzata e sono venuti fuori cuore e mestiere, e Vigo, Di Santo, Ghighini, Solinas e Grice, sono apparsi sollevati e rinfrancati, e il risultato sul palco è stata la ovvia conseguenza.

Una buona miscela quella dei Delirium, con qualche anima prog, qualche tocco di puro rock e un po’ di funky, tutte caratteristiche che sono emerse nel corso della serata.

Ma più delle mie parole, sono le immagini e la musica che possono descrivere la riuscita di questo venerdì musicale di completa soddisfazione.