Pochi giorni fa... pochissimi giorni fa... tre giorni fa, ho partecipato alla presentazione di un libro, come spesso mi capita, a sfondo musicale.
Ho sottolineato l’aspetto temporale perché difficilmente trovo il momento per leggere un libro (in questo caso più DVD) di normali dimensioni in poche ore, mentre diventa imperativo dare subito un mio giudizio. Probabilmente dalle prossime righe risulterà evidente anche il motivo questa rapidità inconsueta.
Sto parlando di “Voglio Cantare”, un book/manuale che descrive il“Vocal Care”, il metodo che svela i segreti del canto, fornendo elementi didattici potenzialmente adatti ad ognuno di noi, e non solo in ambito artistico.
La scrittrice è la savonese Danila Satragno, musicista, cantante, insegnante e “Vocal Coach delle Star”, come riportato nelle note di copertina.
Non avevo mai visto, ne sentito cantare Danila, e osservandola e ascoltandola mi sono dato immediata risposta alla solita domanda che mi pongo ogni volta che sono davanti a chi, ad un certo punto della vita, decide di raccontarsi attraverso le pagine di un libro. Mera curiosità la mia.
Credo che un libro sia spesso scritto come “senso del bilancio” di una fase della vita; a volte invece è la necessità di lasciare “qualcosa in eredità”, oppure, per quelli già esperti, un bisogno di rinnovata visibilità. Non sempre si hanno cose oggettive da dire, perché si può anche giocare con la fantasia. Forse una”sbriciolata” di questi elementi può anche aver toccato Danila Satragno, ma quello che ho percepito in un’ora di ascolto è invece qualcosa che conosco da vicino e che muove ogni mio passo quotidiano quando parlo e scrivo di musica.
Sto parlando di condivisione, quella necessità che si abbina spesso alla parola musica, ma che nella realtà non è così automatico realizzare. La bellezza del regalare i propri risultati non é affare per tutti, e spesso gli enormi sacrifici necessari al raggiungimento di un obiettivo diventano l’alibi per tenere tutto per sé, della serie “… che anche gli altri soffrano come ho sofferto io, prima di raggiungere la meta…”.
La mia visione idilliaca di alcune situazioni musicali, e questa ne è un esempio, spero non passi per ingenuità, ma in queste occasioni mi piace pensare che la passione sia la motivazione numero uno. Questo è quanto “mi ha passato”, in un fazzoletto di tempo, la “Vocal Coach”.
Ma mentre Danila raccontava la sua vita, inserita nella parte iniziale del libro, non ho potuto fare a meno di mettere la mia al centro della situazione. Immagino quanti dei giovani presenti alla libreria UBIK, apparentemente attenti, lasciassero in realtà un po’ di spazio alla propria situazione, invidiando magari Annalisa Scarrone (il padre presente ha affondato il coltello nella piaga) o pensando ad aggrapparsi alla scuola di Danila per inventare un futuro pieno di musica e soddisfazioni.
Io invece sono tornato indietro di 37 anni, ricordando un fatto banale che mi ha musicalmente traumatizzato per tutta la vita vita. La chitarra è stato il primo strumento ad entrare in casa mia e con quella ho suonato in gruppo, da adolescente. Un pomeriggio estivo, ad Albisola, nel corso delle prove, il cantante era assente e nessuno voleve intonare ” Impressioni di Settembre”. “Prova tu Athos…”
Sono intonato ma ho poca voce e quella poca non mi piace.Però mi lancio.
Dopo due minuti, non di più, il batterista mi ferma deridendomi: “Smetti… smetti… non puoi cantare con la erre moscia!!!”
E da quel giorno non ho più cantato. Io, uno che suona differenti strumenti e che scrive quotidianamente, incapace di comporre per intero una canzone, bloccato dalla timidezza e da un giudizio dato tanti lustri fa, per giunta da un amico. Eppure, negli anni a seguire mi è capitato di parlare, senza problemi, davanti a centinaia di persone!!!
Ecco un “caso umano” che Danila potrebbe risolvere!
Il secondo pensiero è andato immediatamente a Ian Anderson, leader dei Jethro Tull. Ian è famoso soprattutto per l’utilizzo del flauto mentre per altri è un ottimo chitarrista acustico. Ma ciò che ha reso quel gruppo capace di scandire i momenti significativi della mia vita è la sua voce. Ora questa voce non c’è più, e credo che la motivazione sia legata ad una malattia seria e a una conseguente operazione alle corde vocali. Di fatto ogni anno, noi fan, corriamo a vedere i suoi concerti italiani, soffrendo due volte, una per la mancanza della qualità di un tempo e l’altra per lo sforzo fisico che si manifesta davanti ai nostri occhi, con il collo che si allunga sino a sfidare le leggi della natura, nel tentativo di incanalare la fuoriuscita delle note.
“Chissà”, ho pensato, “se Danila Satragno potrebbe aiutarlo… aiutarci!”.
Ho letto il libro e ho visto il DVD. Neanche volendo avrei potuto testare i principi esposti, ma penso che almeno ci proverò.
Ufficialmente è adatto a tutti, cantanti esperti, aspiranti vocalist, insegnanti, avvocati, attori… tutte quelle persone che nel quotidiano hanno bisogno della propria voce e del proprio corpo per comunicare. Anche il silenzio comunica e può rivelarsi più assordante di un vecchio concerto degli Who, ma il modo di porsi e di relazionarsi è fondamentale, qualsiasi cosa se ne pensi.
Ogni azienda spende tempo e denaro in formazione specifica, e molti dei concetti che ho trovato in questo libro sono gli stessi che ho appreso in anni di “scuola obbligata”.
La parte iniziale è autobiografica e, specialmente i savonesi, potranno ritrovare elementi di piena comunione e interesse.
Ma buona parte del libro è dedicata alla didattica. Conoscenza del nostro fisico, esercizi, test e interventi a 360 gradi che delineano le linee guida della corretta alimentazione suggeriti da Gigliola Braga, con l’intervento scientifico del foniatra Franco Fussi.
Il DVD è a mio giudizio essenziale per rendere esplicite le parti che, se solo scritte, potrebbero lasciare alcuni dubbi.
Non avevo mai riflettuto sul fatto che la voce è unica per ogni essere umano, come un’impronta digitale, come l’iride del nostro occhio, e questa che sembrerebbe una nota scontata, potrebbe portare a realizzare che la nostra voce, essendo non replicabile, va trattata e difesa con cura. E poi per chi ha velleità canore, a qualsiasi età, Danila ci ricorda che solo una minuscola parte della popolazione, il 3%, può considerarsi senza speranza. Per tutti gli altri, me compreso, il futuro può passare dal grigio al rosa.
Un manuale completo che invoglia a mettersi alla prova, e a mettere alla prova Danila Satragno e il suo fantastico( sicuramente negli intenti) metodo.
Notizie su Danila e sulla sua scuola possono essere reperite ai seguenti indirizzi:
http://www.danilasatragno.com/
Da parte mia, rileggerò il libro e forse parteciperò a qualche stage, perché prima o poi, anche io, riuscirò a cantare una canzone, senza grossi patemi.
Un’innocente, infantile speranza… ecco cosa mi ha spinto a “divorare” “Voglio Cantare”.
Una piccola luce in fondo a un tunnel…