La settimana appena terminata ha avuto un unico comune denominatore che ha unito milioni di persone.
Nelle città italiane, nel nostro continente, in tutti i continenti, si è ricordato John Lennon a trent’anni dalla sua morte. Il 2010 è anche l’anno in cui John avrebbe compiuto settant’anni, ed è anche la ricorrenza, quarant’anni, dallo scioglimento dei Beatles. Tante, troppe ricorrenze per essere ricordate con passività.
Nella mia città, Savona, gli eventi sono iniziati il giorno 8 (fu quello il momento in cui Chapman arrivò alla fine del proprio folle progetto) e sono terminati domenica 12.
Non sono interessato a stabilire graduatorie di merito, comparando il “nostro” programma cittadino con quello di altri siti, ma da spettatore, da “fruitore del servizio”, non posso che essere soddisfatto.
Il gruppo di lavoro costituitosi per pianificare gli interventi mi è parso nutrito, e sicuramente dimenticherei qualche attore importante se li elencassi, ma è dato certo che per chi ama la musica, il rock soprattutto, avere in città un assessore alla cultura appassionato ed esperto del settore rappresenta una garanzia di qualità e continuità.
Prima di arrivare alla serata conclusiva, ci sono state alcune tappe significative, dalla maratona radiofonica alla visone del film “The U.S. vs John Lennon”(preceduto da con un set acustico/teatrale), passando per la presentazione dei volumi “Beatles a fumetti” (Enzo Gentile e Fabio Schiavo) e “Shoot me” (Joe Santangelo). E qualcosa di certo dimenticherò.
Ma un commento personale mi… esce spontaneo.
Per chi si occupa di musica in maniera appassionata, ogni settimana nascerebbe l’occasione per ricordare e raccontare un evento, un uomo, un gruppo, una situazione.
Tra morti e nascite, tra festival simbolo e inganni, tra sogni e delusioni, ci sarebbe lavoro (e soddisfazione) per schiere di musicisti, musicofili, musicanti. Ma John Lennon, con i Beatles, ha rappresentato ciò che probabilmente nessuno avrà mai più la possibilità di rivivere, perché, alla faccia dei corsi e ricorsi storici, quel fenomeno di costume, musicale e culturale, non tornerà più, mai più.
Molti di quelli che hanno partecipato a queste giornate a tema non sono stati toccati dal fenomeno Beatles, se non a posteriori. La “storia” assume significati certi dopo lungo studio e spazio temporale, e forse chi domani “costruirà” una tesi di laurea sulla vita di Lennon ne saprà più dei tanti uomini “antichi” presenti al Teatro Chiabrera, ma il segno che i Beatles hanno lasciato sulla mia persona è enorme ed è argomento di cui potrei scrivere per ore, sicuro comunque di non rendere appieno l’idea.
Forse meglio utilizzare qualche citazione, come quella di Ezio Guaitamacchi che associa l’8 dicembre alla figura di quel “… coglione di barista che al mattino, mentre serviva il cappuccino mi diceva, senza la minima emozione, tra un croissant e l’altro, che John era stato ucciso!”, oppure quella di Giuseppe Terribile, musicista dei Cavern, che dal palco ha dichiarato( come spesso penso anche io) che avrebbe voluto avere qualche anno in più, per poter vivere appieno, con maggior libertà, certi momenti.
La serata conclusiva, il “Lennon Memorial”, si è svolta nella migliore location possibile, il Teatro Chiabrera.
Serata lunghissima, con tre set distinti, ognuno dei quali poteva rappresentare singolarmente un evento principale.
Ce ne ricorderemo. Me ne ricorderò.
Alle 21 il demarrage con “John Lennon. Omicidio di una rockstar”, invenzione di Guaitamacchi, che sull’onda del recente libro “Delitti Rock” ha realizzato un progetto raffinato, coinvolgente e di qualità.
Occupandomi di musica trovo sempre più spesso nuove proposte che presentano lavori complessi, unione tra più arti che si sposano a meraviglia, con risultati sorprendenti.
In questo caso abbiamo assistito al racconto di una vita, e che vita, attraverso la recitazione, la musica, la tecnologia e la pittura.
Gli episodi fulcro della John Lennon’s life sono stati raccontati da un Guaitamacchi al centro di un cerchio di chitarre, immagine forte e concettuale che ben si è linkata alla pittura di Carlo Montana, e che ha contribuito a realizzare la miglior scenografia possibile per l’argomento scelto. Brunella Boschetti, Laura Fedele e Boris Savoldelli hanno mischiato le carte, reinterpretando alcune arie beatlesiane in modo originale e sentito.
Una parola in più per Savoldelli, che conoscevo solo per sentito dire, e che usa la tecnologia in modo davvero originale, con l’utilizzo di una serie di loop che lo trasformano in un “uomo orchestra”, corrispettivo tecnologico del tipico musicista “one man band”.
Molto azzeccati gli arrangiamenti, e risentire canzoni come “Love Me Do”( di solito codificata secondo precise e immodificabili coordinate) ritoccate in modo così originale ha dato valore aggiunto allo spettacolo.
Davvero un bel modo per raccontare delle storie.
Lo step successivo ha visto on stage Claudio Bellato, bravissimo chitarrista savonese che, prima da solo, e poi in compagnia di Eliana Zunino (voce ) e Antonella Trovato (oboe e piano), ha riproposto brani dei Fab Four da lui riarrangiati.
Bellato è un virtuoso dello strumento, conoscitore di tutte le tecniche più evolute e capace di trasportare verso dimensioni più “profonde” attraverso una buona effettistica applicata al suo strumento acustico, e ci ha dato prova di come certe canzoni “facili” (molte di quelli dei Beatles lo erano), possano trovare un ammodernamento che soddisfa anche i più tradizionalisti.
Personalmente ho trovato felice l’inserimento dell’oboe, fiato non troppo usato nel “mio mondo rock”, ma di grande impatto.
Anche in questo caso piena soddisfazione.
Ultima parte dedicata alla sola musica, presentata nel modo più realistico e fedele possibile dai Cavern, la band di Savona che per tutta la vita ha continuato a portare sul palco la musica di John, Paul, George e Ringo.
Conosco molto bene la band e quindi sapevo cosa avrei ascoltato, anche se ogni volta rimango impressionato dalla cura delle voci, dai particolari, dalla maniacalità positiva che riporta alla Liverpool degli anni ’60.
Brani conosciuti, ma anche alcuni tra i più ”nascosti” nei vari album, hanno riportato a galla mille ricordi, mille scene in bianco e nero, tanti frammenti di giovinezza che niente come la musica è in grado di far riemergere.
L’atto conclusivo è quello che di solito si utilizza per alimentare lo spirito di condivisione.
Per “Hey Jude” i Cavern chiamano accanto a loro alcuni tra i musicisti che si sono esibiti in precedenza, parte degli organizzatori e qualche autorità cittadina. Bella immagine.
La città ha risposto e l’affluenza di ieri è stata significativa, ma non eccezionale, e per un evento del genere, per giunta gratuito, adatto a meno giovani e giovani, qualche sforzo in più si poteva fare, ma come qualcuno sottolineava dal palco.. “Savona è luogo bizzarro … “, “… e difficile resta la lettura dei comportamenti …”, aggiungo io.
A me rimarrà un ricordo indelebile, e la voglia di cercare e sperimentare altre strade… il solito effetto domino!!!
Il comunicato stampa
Savona celebra il più grande gruppo di sempre, i Beatles, con una settimana ricca di eventi ed iniziative, un evento che cade in occasione del trentesimo anniversario della scomparsa di John Lennon, figura carismatica della band di Liverpool. “Il programma è ricchissimo, e testimonia la vocazione culturale e musicale di questa città, anche nei riguardi di una icona del nostro tempo come i Beatles” hanno sottolineato i due assessori promotori della manifestazione, Ferdinando Molteni e Francesco Lirosi.
“Savona Beatles Week”, questo il titolo dell’evento, si terrà dall’8 al 12 dicembre 2010, ad ingresso libero. Ecco il programma:
8 dicembre
h 8-24 • Beatles Radio Marathon
su Radio Savona Sound con Alfa & il Professore, Andrea, Chiara, Flavio, Marco, Mister Rock, Sabrina e tanti ospiti. Collegamenti dalla postazione mobile al Molo 8.44 di Vado Ligure
9 dicembre
h 20,30 • Ricordando John al Filmstudio
con le immagini di “Beatles go to Baroque” e il film “The U.S. vs John Lennon” • Interventi live di Jacopo Marchisio e Zibba
10 dicembre
h 18 • Teatro Sacco
Libreria Economica presenta il volume “Beatles a fumetti” (Skirà) con gli autori Enzo Gentile e Fabio Schiavo intervistati da Chiara Giuria. Apertura live con The Lonesome Pines
h 18-21,30
Truelove di via Vacciuoli
Inaugurazione della mostra “Yesterday… ritagli di ieri”
Dj set “Come together” con Sim1 e Count Jo-Jo
11 dicembre
h 18 • Libreria Ubik
Joe Santangelo presenta il suo libro “Shoot me” (Chinaski). Intervengono Alfa & il Professore
12 dicembre
h 21 • Lennon Memorial al Teatro Chiabrera
I parte: Ezio Guaitamacchi presenta “John Lennon. Omicidio di una rockstar” con Brunella Boschetti, Laura Fedele, Boris Savoldelli e Carlo Montana
II parte: Cavern live in concert. Ospiti speciali: Eliana Zunino, Claudio Bellato
1-20 dicembre • Vetrina Carisa di corso Italia
“A Little Beatles Exhibition”
Una rassegna di copertine originali e immagini presentata da Elisa Scarcella