Da alcuni
giorni circolano in giro per l’Italia, e forse oltre, 1000 copie di un “book
fotografico elaborato”. Tradotto, significa un opuscolo contenente
fotografie rielaborate graficamente da Glauco Cartocci, con qualche
autorevole, musicalmente parlando, prefazione.
A seguire
la mia introduzione, molto
meno autorevole, con la spiegazione dell’iter ideativo/compositivo.
Per me è
stata una grossa soddisfazione coinvolgere tanti fans dei Jethro Tull, da Roma sino al Veneto che,
grazie alle tecnologie moderne, hanno avuto le informazioni necessarie e hanno
contribuito con l’invio di materiale prezioso.
Il book è
piccolo, ma pieno di significati, e non ho dubbi che col passare del tempo
diventerà una rarità per collezionisti.
"Le
passioni, qualunque esse siano, non sono fondate su di una logica, sulla
razionalità, su principi evidenti.
In realtà
qualcosa accade, ma resta a livello inconscio e indagare a fondo non è poi così
interessante: più affascinante pensare a qualche magia, a un’alchimia,
all’imponderabile.
La musica
di cui mi sono nutrito, e di cui mi nutro sempre più, ha fin dall’inizio avuto
diversi colori e varianti: ma non è un caso se definisco i Jethro Tull “la
colonna sonora della mia vita”… questo è l’irrazionale a cui accennavo.
L’amore
per i Tull mi porta ad azioni che non sarei arrivato a compiere nemmeno da
adolescente.
Non ci
sono dietro aspetti tecnici, né attaccamenti morbosi a un musicista o al suo
strumento; esiste solo una miscela emozionante, i cui elementi principali sono
la terna voce-flauto-chitarra, che casualmente è arrivata a scandire tappe
fondamentali della mia vita.
Piccole
cose, insignificanti, ma che riescono forse a giustificare comportamenti e
affermazioni che potrebbero essere definiti “da fanatico” (e il “fan” come
dicono gli inglesi, in fondo è proprio così!)
Questo
“book” parte da lontano, probabilmente dal 2006 , anno in cui
partecipai alla prima Convention, a Novi Ligure. Un libro: ma poteva essere
qualsiasi altra cosa … è un mezzo per dire e affermare un sentimento diffuso.
A Novi
Ligure entrai in contatto con un mondo sconosciuto: per la prima volta scoprivo
che anche coloro che ero abituato a vedere sulle copertine dei vinili, un tempo
irraggiungibili, erano ora ben disposti verso un contatto
diretto con l’uomo comune.
E
scoprivo anche come esistesse tanta gente come me, giovane e meno giovane, incantata
dal mondo dei Jethro, divenuto forte collante e veicolo per nuove amicizie.
L’ultima Convention di
ottobre, ad Alessandria, ha confermato e fortificato i miei
sentimenti.
La mia
idea era quella di realizzare qualcosa che arrivasse dal basso, laddove il “dal
basso” non è riferito all’importanza minore di un gruppo di persone, ma è
relativo all’insieme dei fan che segue assiduamente, ma in maniera passiva, le
tulliche vicende, senza poter creare niente di concreto da mettere a
disposizione della collettività.
Insomma,
la voglia era quella di lasciare un piccolo segno, utilizzando l’opera di
comuni appassionati, quale io sono.
Glauco
Cartocci è venuto in mio soccorso e la sua partecipazione non è stata meramente
tecnica e realizzativa, ma le sue idee e la sua esperienza ci hanno condotto al
“book” che tenete fra le mani.
Era
difficile pensare a qualcosa di originale: il mondo è pieno di fotografie e sul
web si trova di tutto e di più.
L’idea
innovativa è stata quella di rielaborare immagini scattate esclusivamente da
amanti della musica dei Jethro Tull in occasione di concerti italiani, e di
inserirle in un’atmosfera “mitologica/celebrativa”.
Non
avevamo foto di tutti i musicisti che hanno accompagnato Ian in questi anni ,
ma abbiamo sopperito quanto possibile alla bisogna, con i disegni di un altro
grande appassionato, Michelangelo Lucco.
I provini
eseguiti da Glauco hanno convinto tutti della qualità del lavoro.
Ma
raccogliere le idee, mediare, fugare i dubbi , senza potersi guardare negli
occhi, è cosa ardua.
Ciò non
ha impedito di arrivare alla conclusione del viaggio e ho notato in alcuni
grande entusiasmo, quello stato d’animo che a volte mi è venuto meno, quando ho
percepito l’incremento delle difficoltà.
Ora sono
orgoglioso di questo libro, realizzato con irrisorio sforzo economico, senza
prezzo stampato sul retro, ma di enorme valore affettivo.
Non so se
riusciremo mai a regalarlo a Ian
Anderson e non so se lui potrebbe capire lo spirito che ci ha guidato;
da parte mia ho pensato di mettere da parte diverse copie, saranno il mio dono
spontaneo a persone a cui voglio bene, capaci di capire e giustificare un ex
ragazzo cinquantenne che… ancora adora la musica! "
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