venerdì 26 febbraio 2010

Il Festival di Altare


Alcuni mesi fa ho ricordato il mitico Festival di Altare.
L'opera di ricostruzione è stata complicata, e il risultato non del tutto soddisfacente.
Ciò che ne è derivato è stato pubblicato su "contrAPPUNTI", periodico dedicato alla musica prog.
Lo ripropongo integralmente.

Sulle tracce di un festival pop – Altare (Savona) estate 1972

A quattordici anni ero immerso nella musica rock.
Ricordo di essere rimasto affascinato, impressionato, incantato dal film dedicato al Festival di Woodstock.
Woodstock è ancora adesso, per me, un elemento di distinzione, di separazione, di eccellenza, e quando negli ultimi tempi mi sono trovato davanti a The Who o a Johnny Winter, ho pensato, prima, durante e dopo l’evento che… “cavolo sono riuscito a vedere chi ha suonato a quel Festival!”
Quando penso ai grandi Festival dell’epoca inserisco anche Monterey e Wight, tutti in un piccolo spazio temporale, ma Woodstock…
Oltre alla musica ero contaminato da tutto ciò ruotasse attorno a quel mondo.
Troppo piccolo per poter vedere messaggi e contenuti pseudo politici, ma nell’età giusta per subire l’influenza di chi, magari un po’ più grande, si muoveva con maggiore libertà. I capelli lunghi, le camice a fiori, le tuniche di garza, le borse, i profumi, la trasgressione. Woodstock era l’emblema di tutto questo, e arrivò direttamente, perché il film, che guardo ancora oggi una volta all’anno, fu determinante per apprendere cosa succedeva davvero in quel momento, in quel tipo di manifestazioni, e quali fossero i frequentatori.
In Italia ci furono eventi simili, non nelle dimensioni, ma nell’obiettivo. Gli echi degli accadimenti d’oltreoceano o d’oltremanica, arrivavano attraverso “Ciao 2001”.
Ovviamente c’erano gli introdotti, i musicisti, i giornalisti quelli in grado di viaggiare, tutte persone informate e quindi all’avanguardia, ma per noi ragazzetti di periferia le notizie arrivavano con grande ritardo.
Questo enorme spirito di emulazione portò non so chi ad organizzare un minifestival all’aperto, in campagna, nell’entroterra di Savona, la mia città.
Credo di aver avuto sedici anni ed era estate. Il festival a cui ho partecipato è quello di Altare, e vedrò di ricordare qualcosa di quella due giorni. Altare era a quindici minuti da casa e sarebbe stato facile tornare a casa all’ovile la sera, ma avrebbe perso molto significato, per cui convincemmo i genitori che era giusto dormire in loco. Eravamo abbastanza liberi a quei tempi, vivevamo per strada e non c’era la percezione del pericolo.
Purtroppo i pericoli c’erano e grossi, amplificati dallo spirito di emulazione e dalla necessità di far parte del gruppo, tipico dell’adolescenza. Ma i “grandi” non potevano saperlo. Sono stato fortunato.
Il punto esatto era “La pozza” di Altare, luogo in cui una specie di fossa piena di acqua inquinata (ma non lo sapevamo) permetteva un modesto bagno. Non ricordo esattamente come si diffuse la notizia, ma il gruppo dei musicisti, e degli spettatori, risultò nutrito.
La band del paese era Il Selvaggio Pasticcio di Miele, ma non credo abbiano proseguito l’attività. Per il resto, ricordo bene solo tre “entità”: Alan SorrentiFranco Battiato e il Circus 2000 (ma c’era anche il Balletto di Bronzo).
Noi eravamo in cinque, mi pare, e arrivammo sul posto con una Fiat 850 sport, color giallo canarino. Uno di noi aveva diciotto anni ed era fresco di patente. Del mio abbigliamento rammento solo una tunica bianca, tipo indiano, che mi faceva impazzire. La indossavo e mi sentivo un hippy.
E poi una bella borsa in cuoio, fatta a mano. E ancora tanto patchoulj, non so perché d’obbligo prima dei concerti. Non avevamo sacco a pelo, ma coperte e la mia era impareggiabile. Era un regalo di mia zia (anche la tunica era sua) e aveva la particolarità di abbinare tanti quadrati di differenti colori, i più variegati. Nessuno aveva una coperta simile! Arrivammo al campo e inquadrammo subito il palco. Là sotto avremmo passato la nostra notte di attesa. Lo spiazzo era pieno di tende e le più belle erano quelle delle band.
Addirittura quella del Circus 2000, rossa, sembrava una villetta, al confronto delle altre.
La pozza era già piena di “bagnanti”. Sicuramente era gente come me, che aveva visto le performance di Woodstock, e ora sguazzava seminuda in quella poca acqua, ridendo e divertendosi, riproponendo in chiave minore scene memorabili di film già visti. Noi non osammo tanto, eravamo solo apparenza e alla fine l’interesse primario era la musica.
Potrei sbagliare, ma il clou del concerto si concentrò in quella prima serata. Sorrenti non era quello di Figli delle Stelle, ma quello di Aria, cioè un innovatore, spesso accompagnato dal Dave Jackson dei Van Der Graaf Generator.
Ma non mi è rimasto niente che si possa descrivere, almeno dal punto di vista musicale. Dei torinesi del Circus 2000 idem. Ho solo un immagine di Silvana Aliotta, che suona le percussioni e canta. Battiato era completamente diverso da quello attuale ed era di difficile ascolto.
Conoscevo tutti i per mezzo delle pagine di “Ciao 2001”, dei poster, delle copertine.
Il pomeriggio lo dedicammo al girovagare per quel prato allestito, e ci sentimmo decisamente nella storia, quella storia che in quel momento era l’unica che contasse per noi.
Scegliemmo anche il posto dove dormire e ci sistemammo sotto il palco… un tetto in caso di pioggia era cosa saggia anche allora.
Di quella sera ricordo solo Sorrenti, con la sua voce eterea, ed un mantello nero sulle spalle.
La notte fu pressoché insonne, e i nostri pensieri di ex bambini innocenti, furono scalfiti dai ragionamenti di altri ragazzi, anch’essi sotto il palco, ma già alle prese con insane dipendenze. Tutto sommato ci trovammo a disagio.
Al mattino tanti occhi fuori dalle orbite e tante voci in circolo. Si parlò di perlustrazioni notturne di chi aveva il compito di sorvegliare il normale andamento delle cose, e di conseguente azione in flagranza di reato. Ma forse era solo per rendere “adulto” l’evento.
Del pomeriggio ricordo solo il Circus 2000. Un po’ di musica, qualche bagno nel fiumiciattolo, un ‘atmosfera da mondi lontani, e molto disagio da parte nostra, trasgressori immaturi e pentiti.
I genitori ci vennero a recuperare, quasi fossimo entrati in sintonia, quasi avessero ascoltato il nostro grido d’aiuto. Mentre lasciavamo il campo Battiato stava lanciando all’atmosfera i “rumori” figli della sua sperimentazione. Niente avrebbe lasciato presagire un futuro così roseo per lui.
Niente avrebbe fatto pensare a Sorrenti figlio delle stelle. Forse era immaginabile la fine del Circus 2000.
Cosa è rimasto di quei due giorni? Tanto, tantissimo.
Nel momento in cui la musica, quella musica, ed il suo contorno erano per noi come l’aria, eravamo riusciti a essere piccoli protagonisti, a vivere da vicino, un evento come quello dei nostri sogni.
Al posto di Cocker, Sorrenti; in luogo di Havens, Battiato; in sostituzione dei Ten Years After, il Circus 2000.
Ma quell’evento di trentasei anni fa mi è ritornato più volte alla mente, anche se un po’ sfumato, e con grande e fanciullesco orgoglio posso dire .. a me stesso: io c’ero.

LE FONTI

Ecco le informazioni che sono riuscito a reperire: chi scrive qui sotto è mio cugino che in quegli anni faceva parte della Pro Loco di Altare che aveva organizzato il raduno.
“Per quanto mi riguarda dovevo partecipare anch'io con il Selvaggio Pasticcio di Miele (il nome del gruppo era una pessima traduzione del brano Wild Honey Pie dei Beatles) anche se con il genere musicale del raduno non avevamo nulla a che spartire, eravamo una delle, come verrebbero definite adesso, garage band, e si facevano cover di gruppi famosi, Beatles, Rolling, Crosby Stills Nash & Young, Blind Faith, ecc.
Se non ricordo male il giorno precedente al concerto vero e proprio ci siamo esibiti ma non ho potuto partecipare alla serata clou in quanto avevo un febbrone da cavallo causato da un ascesso dentale (cazzo!!). Per cui non ho sentito né Alan Sorrenti né Battiato. Ricordo anche io con simpatia la definizione che ci veniva attribuita dagli altaresi, noi eravamo i beat, e per dirla in dialetto (spero che tu capisca) “votte a savaj cose fan si fioj a liciagni” (“va a sapere che cosa fanno sti ragazzi a Lipiani”). Beh c'era un piacevole odore che aleggiava e nei giorni seguenti si trovarono anche preservativi. Spero di essere stato sufficientemente esaustivo, ho comunque "diramato" richieste di informazioni ad altri amici e se mi risponderanno ti invierò le notizie” (Federico Perrone).

“… parliamo di quasi 40 anni fa (mi fa paura persino scrivere il numero), comunque per quello che ricordo, il festival fu organizzato dalla locale Pro Loco presieduta dal Sig. Dott. Ing. Oreste Saroldi. La vera forza motrice dell'organizzazione era Fulvio Michelotti e mi sembra di ricordare Paola Ferraro, ricordo coinvolto Bruno Berta. In parte minore anche io, ma ero più coinvolto nella "partecipazione" che nell'organizzazione. Mi sembra che l'anno fosse il 1972, ma non ne sono sicuro al 100%. L'organizzazione tecnica/musicale, inviti dei cantanti, marketing, promozione ecc... era del Gruppo Virus di Torino, un'organizzazione molto attiva in quegli anni ma di cui non trovo più traccia. Il festival ebbe luogo nella parte di Isola Grande vicino ai Pini (ora area Picnic), la zona fu interamente recintata nel vano tentativo di fare pagare i biglietti. Fu montato un palco ed organizzato un catering con panini e bevande. Il concerto durò un giorno, ma il pubblico rimase diversi giorni prima e dopo. Le conseguenze ambientali furono gravi, la zona dovette essere ripulita di sporcizia, ed i contadini rimborsati delle razzie dei "Beat" come li chiamavano gli altaresi.
Fu un grande successo di pubblico accorso da tutta Italia, ma un disastro economico che mise in ginocchio la locale Pro Loco... ed il gruppo Virus. Pochissimi pagavano né per gli ingressi né per il catering, lo spirito di Woodstock aleggiava... e la gente non voleva pagare quello che riteneva un proprio diritto e si sentivano protagonisti e non spettatori. I performers erano di grandissima caratura, basta nominare Franco Battiato, Alan Sorrenti ed il Balletto di Bronzo. C'era poi una cantante che a me era piaciuta moltissimo, ma di cui non ricordo assolutamente il nome. Tutto sommato un grande evento, ricordato da tantissime persone, per tanti anni. Anche Battiato (o Sorrenti ??) lo menzionò in una intervista ricordando lo spirito di quei giorni, che era poi quello di quegli irripetibili anni.” (Gabriele )



2 commenti:

  1. Grazie io mi presento e " spooky" il chitarrista del Circus 2000 ma che bella sorpresa e che bei ricordi si Altare io ho ancora una foto e' stato un bel punto di inizio con molta energia. Io vivo in Inghilterra dal 96' e sono sempre nello show business grazie di nuovo per i Ricordi.

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  2. ... bello se vuoi, mandami la foto, anch'io era là. grazie. pnicob@gmail.com

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