giovedì 26 novembre 2009

Convention "tullica" a Alba

Sabato 21 novembre ho assistito alla mia terza Convention dal profumo “Jethro Tull”.

Gli organizzatori di Novi Ligure e Alessandria (cito gli eventi a cui ho partecipato), si trasformano in collaboratori, e il pallino passa nelle mani di “Jethro’s Friends”, cioè gli amici di Alba, che costituiscono un gruppo importante e attivo, amante della musica di Ian Anderson e soci, e capace di preparare eventi di grande rilievo.

Conosco personalmente Felice Prunotto e Franco Gastaldi, ma credo che il tutto funzioni per effetto di un gruppo di lavoro di buona efficienza e tenacia.

Contrariamente a quanto accaduto nelle precedenti occasioni, non potrò soffermarmi sui dettagli “hors” concerto, sull’atmosfera e sui piccoli episodi che rendono una Convention una manifestazione speciale. Impegni personali hanno fatto sì che io arrivassi solo all’ultimo momento (lo scorso anno, ad Alessandria, ero sul posto un giorno prima) e credo di aver perso il vero sapore della serata ( e di quella precedente). Provo a spiegarmi. Chiunque si fosse trovato per caso ad Alba, sabato scorso, avrebbe potuto dire, a posteriori, di aver assistito a un grande concerto. Ma la Convention è molto di più … è vivere insieme a vecchi amici, è conoscerne di nuovi, è avvicinare gli artisti e scambiare con loro quattro chiacchiere, è fare fotografie, richiedere autografi e familiarizzare con chiunque, nel magico nome dei Jethro Tull. In quelle occasioni si azzerano gli spazi esistenti tra “vite normali” e miti viventi, tra onesti lavoratori e animali da palcoscenico.

Mi è capitato spesso negli ultimi tempi di trovarmi in queste situazioni ideali, ma in questa occasione specifica mi è mancata “l’immersione totale”, che non potrò quindi descrivere. Beh, a dire il vero, quando sono entrato nel circolo adiacente il teatro, e ho trovato una tavolata piena di…Fairport Convention, di Clive Bunker, di Mcshee’s … ho pensato che non era poi una cena così comune!!! Insomma, figure che ero abituato a vedere sfumate nei vinili, erano li accanto a me!

Ma veniamo alla musica. Il piatto forte erano in Fairport Convention, carichi di storia tullica, con Dave Pegg e Jerry Conway in formazione. A completamento la presenza dell’immancabile Clive Bunker, della “Pentangle” Jacqui Mcshee’s (moglie di Conway), di Phil Hilborne(non molto tullico, in verità, ma chitarrista di valore)e della Beggar’s Farm di Franco Taulino.

Era prevista la performance di Barriemore Barlowe, ma un impegno dell’ultimo momento ne ha impedito l’arrivo. In realtà ho captato che nelle speranza degli organizzatori c’era il colpo a sorpresa, difficile da realizzare e quindi tenuto nascosto(forse per scaramanzia):Ian Anderson.Ho più volte scritto che un raduno dei fan poteva prescindere dalla presenza del “re” Ian, tra l’altro il meno disponibile di tutti. Ritornandoci su, e giudicando da esterno un po’ introdotto, direi che avere LUI in zona è estremamente impegnativo e condizionante, e anche quando non lo si vede sul palco si ha l’impressione che tutto sia sottoposto al suo giudizio, e quindi si è”pressati” da una sorta di tensione positiva. Ma è ovviamente solo una mia impressione.

Le differenti performance sono state precedute dai filmati realizzati da Wazza Kanazza, che hanno ricordato la scomparsa di John Glascock, mancato trenta anni fa, il 17 novembre 1979, a soli 28 anni. Nel corso della rappresentazione, Aldo Tagliaferro, il presidente di “Itullians” esporrà il basso di John, a completamento della commemorazione.

E’ stata anche una serata con lo sguardo rivolto ai più bisognosi, e il ricavato netto è stato devoluto ad associazioni benefiche.

E poi... l’ospite a sorpresa.

Nel corso della prima parte, dedicata ai Fairport, Peppe Leone viene chiamato sul palco.

Non lo conosco, ma incanta tutti per il modo in cui suona il tamburello e a serata inoltrata, quando arriva il momento dell’assolo di Clive Bunker, Peppe è presente, e le percussioni si dividono in due.

Vediamo come nasce la collaborazione(riporto fedelmente come mi è stata raccontata).

Peppe "Peppino" Leone era per una casualità presente il venerdì sera, prima della Convention, a cena nello stesso ristorante in cui si trovava Dave Pegg e i F.C. Peppino ha improvvisato al tamburello (il suo strumento) con loro, dopo la cena, e i Fairport si sono letteralmente innamorati di lui e lo hanno invitato a suonare con loro a Alba la sera dopo. Peppino suona il tamburello come nemmeno gli stessi Fairport avevano mai visto suonare, e pare che nemmeno Clive abbia mai visto fare cose simili e ha chiesto al giovane tamburellista di partecipare assolutamente ai suoi prossimi "clinic" in italia! Una vera folgorazione per musicisti abituati a suonare da più di 40 anni su tutti i palchi del mondo!”

Trovarsi al posto giusto al momento giusto” è una perla di saggezza di cui si sente sempre parlare, e … come possiamo definire la situazione in cui un ragazzo qualunque, magari abituato a piccoli spazi musicale, si trova a suonare con chi ha fatto la storia della ”nostra” musica?

I Fairport sono stati straordinari. Conoscevo la loro musica attraverso i loro album e i loro DVD, ma vederli a due metri di distanza è stato davvero emozionante. I duetti tra Ric Sanders e Chris Leslie sono stati per me i momenti di massimo spettacolo, e i passaggi di Simon Nicol, supportati dall’immenso Dave Pegg e dal preciso e instancabile Gerry Conway, mi hanno fatto passare momenti indimenticabili.

E che dire della fantastica e inossidabile voce di Jacqui Mcshee’s?!

Un solo brano per Phil Hilborne, il più rochettaro di tutti, e poi la Beggars’ con Bunker, nel solito vincente mix di artisti a cui Taulino e soci ci hanno abituato. Tanto “Jethro” , con brani che Ian dal vivo non propone più, e pubblico davvero contento.

La mia soddisfazione supplementare è quella di aver potuto scambiare quattro chiacchiere con Sanders e avergli strappato la promessa di un’intervista.

Ho rivisto molti amici, ho sentito la “mia musica”, ho passato un’altra serata indimenticabile.

Sulle facce dei “nuovi organizzatori” ho visto un po’ di giusta stanchezza, ma anche tanta soddisfazione.

Certi avvenimenti partono da lontano e quando il sipario si chiude e ci si può sedere la fatica viene pareggiata dal risultato dell’evento, se positivo.

Un mio plauso personale a “Jethro’s Friends”, e a tutte quelle persone che hanno contribuito alla realizzazione di questa particolarissima giornata, che ancora una volta rimarrà nel cuore e nella mente di noi ammalati di musica.



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