“Bulfrog Blues”
è il nome di una vecchia e tradizionale canzone americana (interpretata anche
dai Canned Heat e da Rory Gallagher), ma Bullforg
è anche il nome di una band di Verona, che propone un classico hard rock di
buona fattura.
Il gruppo nacque nel
1993, dalle ceneri di altre importanti band veronesi, come i Great Fish,
Capricorn, Highshooter e Hitchers.
La partenza è quella
della classica cover band che propone i classici dei Free, Bad Company, Grand
Funk, Led Zeppelin, Mountain e altro blues standard.
Il sound risente
dell’influenza del classico trio anni ‘70, con molto spazio riservato
all’improvvisazione e ai “solo”.
In poco tempo Bullfrog
si guadagna una buona reputazione suonando ai numerosi festival di
motociclisti, con show interminabili che spesso superano le quattro ore.
Gradualmente, seguendo
un naturale percorso di sviluppo, la band incomincia a scrivere e suonare
materiale proprio, dimostrando chiaramente l’amore sviscerato per il rock anni ‘70.
Nel 2001 Bullfrog
entra finalmente in studio per registrare l’album di debutto, “Flower On The
Moon”, per l’etichetta Andromeda Relix.
L’album include nove
composizioni originali, più un’interessante cover di “Sail on, Sail Away”,
registrata in origine da Moxy, una grande e tristemente dimenticata band
canadese degli anni ‘70.
Nel maggio 2002 la
band debutta in televisione in occasione del live show “Terremoto”, sul
Matchmusic channel, realizzando una versione unplugged di “Trouble In Paradise”
e “Flower On The Moon”.
Nel marzo 2003 la
canzone “Stranger To The Danger” è inclusa nella compilation CD “Burn!”,
venduta con il nuovo rock magazine “Classix.”
Nell’aprile 2004 viene
pubblicato un nuovo CD, “The Road To Santiago”, un grande lavoro di puro hard
rock, che include 9 brani originali più una cover del classico “Walk Away”,
della James Gang.
Stilisticamente vicino
al precedente “The Flower of the Moon”, questo lavoro evidenzia una produzione
più accurata e una rilevante crescita musicale.
Nei mesi a seguire
l’album ottiene entusiastiche recensioni di critica e di pubblico.
I brani “Sundance” e”
The Road to Santiago” sono inclusi in 2 compilation di band locali,
“MusicAlive#2” and “Tales”.
Il nuovo album, “BEGGARS & LOSERS”, è sul mercato da
marzo 2009.
Ancora una volta la
musica richiama i giganti dell’hard rock passato, ma la personalità della band
emerge più forte che mai.
Bullfrog ha anche
avuto il privilegio di “aprire” per i più grandi eroi dell’hard rock (John
Lawton Band, Micky Moody & Bernie Marsden , Uriah Heep, ), ottenendo
incondizionati e sinceri riconoscimenti.
L'intervista.
Per prima cosa vi chiedo di soddisfare
una mia curiosità, nata dalla lettura della line up.
Al nome Silvano Zago corrisponde la
voce “Gibson & Marshall”(e voce).
Qual è il significato
dell’enfatizzazione della marca e non dello strumento?
È fondamentale il suono Gibson per il
vostro sound?
È più che altro un vezzo, una cosa
nata per scherzo e che poi è rimasta. Vero è che l'utilizzo di una
strumentazione adeguata è parte caratterizzante del nostro sound, ed è anche il
motivo per cui nella foto siamo immortalati assieme ad essa... È un po' un
biglietto da visita, se vedi uno che si presenta sul palco con Ibanez e
Brunetti ti fai già una certa idea di quello che suonerà... La nostra è una
strumentazione tipicamente Hard-Rock!
Ho ascoltato il vostro CD di getto, da
Genova a Savona, e istintivamente mi sono ritrovato in un “antico” rock duro
che, senza informazioni preventive, mi avrebbe portato a formazioni
d’oltremanica o d’oltreoceano. Solo pochi giorni fa un importante “gestore
della musica” mi diceva che piuttosto che far suonare un gruppo italiano che fa
blues, tanto per citare una “categoria” musicale, preferisce un gruppo DOC che
arriva dall’America, magari allo stesso prezzo. Quali riflessioni potete fare
su questo tipo di atteggiamento, che sicuramente avrete dovuto affrontare anche
voi?
Ti dirò, in un certo senso posso anche
capire il suo punto di vista... Un genere come il nostro parla inglese, c'è
poco da dire. Il problema vero è che spesso in Italia non si sa neanche che qui
c'è chi fa dell'ottimo rock “anglosassone”, ritenendo erroneamente che il
tristo “cantautorato-con-la-chitarra-elettrica”, che sarebbe poi il cosiddetto
“rock italiano” attuale, sia quello che soddisfa tutta la domanda.
Guarda, ce ne fossero di locali o
promoter che fanno suonare i gruppi americani, servirebbe se non altro a creare
cultura, il problema è che preferiscono le cover band di Ligabue o Vasco Rossi,
è contro questa mentalità che bisogna combattere!
Mi sono sempre chiesto perché ogni
gruppo di rock, anche molto duro, inserisca tra i vari brani almeno una canzone
“lenta”. È la necessità di spezzare il ritmo, il rispettare il cliché o solo il
canonico momento di riflessione?
Ma, a onor del vero in “Beggars &
Losers” c'è la nostra prima vera e propria ballad su tre album. Non so, noi non
ci poniamo mai il problema di “che tipo di pezzo fare”, di solito componiamo in
modo abbastanza spontaneo, tanto più che questo pezzo è arrivato praticamente a
ridosso delle registrazioni, l'abbiamo suonato per intero per la prima volta in
studio! Nel nostro caso, probabilmente conta l'influenza di gente come Free o
Bad Company!
Quanto conta la buona tecnica dei
singoli nella riuscita globale di un album? Un buon produttore può cambiare il
destino di un CD?
Conta la tecnica che ti permette di
esprimere al meglio ciò che vuoi dire. Noi da questo punto di vista non siamo
certo dei mostri, puntiamo molto sul groove, sull'impatto sonoro, soprattutto
dal vivo. Non mi dispiacerebbe essere più bravo, ma non farei cambio con un
suono d'insieme più “mollo”! Per tirare fuori un buon suono il produttore conta
eccome; per questo ultimo album Fabio Serra, il nostro produttore, ha fatto un
ottimo lavoro nel cercare di catturare in studio l'energia del nostro live-set.
Il tocco finale l'ha dato il mastering agli Sterling sound di New York, col
fondamentale lavoro sulle dinamiche e il “pompo”.
Cosa significa per voi far parte della
scuderia Black Widow?
Per noi è un grande onore, perché
sappiamo che loro si muovono prima di tutto col criterio della passione, e quindi
promuovono solo i lavori che gli piacciono.
Per un gruppo come il nostro l'unica
possibilità di visibilità è il supporto di persone che condividono la nostra
stessa passione per la musica, e abbiamo avuto la fortuna di trovarle nei
“ragazzi” dell'Andromeda Relix, la nostra etichetta, e ora nei responsabili
della Black Widow, che cura la distribuzione internazionale di B&L.
L’impressione che ho è che ci sia una
grande fame di musica, che colpisce i miei coetanei, ma anche i giovanissimi.
Dopo un lungo buio la richiesta aumenta.
Verificate anche voi che la situazione
sia favorevole dal punto di vista partecipativo?
Sicuramente c'è più voglia di musica
“vera” di quanto i media “mainstream” e le case discografiche vogliono far
credere, chiunque vada ad un concerto “vero” può rendersene conto.
Penso però che dal punto di vista
della “dedizione” e della curiosità ci sia ancora strada da fare, tanti ragazzi
non fanno neanche lo sforzo di scoprire che al di là del concerto degli Iron
Maiden, del disco degli Iron Maiden, della tribute-band degli Iron Maiden c'è
tutto un mondo da scoprire...
Penso che ormai ci si può dimenticare
che il Classic Rock torni ad essere un genere di largo consumo; potenzialmente,
però, potrebbe uscire tranquillamente dalla nicchia in cui qualche
industrialotto in vena di produrre dischi anziché scarpe o mobili l'ha
relegato!
Esiste un gruppo del passato che ha
determinato le vostre scelte musicali?
Sono molti. Due te li ho già citati,
ma potrei aggiungerne una miriade: noi ascoltiamo molta musica e siamo dei
cultori dell'Hard Rock settantiano quindi, accanto ai “soliti” nomi come Deep
Purple, Led Zeppelin, Cream, Grand Funk, Mountain e via dicendo, hanno un ruolo
rilevante anche i nomi “minori” come Hard Stuff, Sir Lord Baltimore, ecc...
Quanto conta l’armonia e l’amicizia
all’interno di una band? È possibile raggiungere obiettivi musicali senza un
perfetto accordo interno?
Beh, noi ci conosciamo da vent'anni
(Michele e Francesco, essendo fratelli, da ben di più!), suoniamo assieme da
quindici e andiamo d'accordo sia musicalmente che su altre cose, siamo
praticamente sposati... Penso che sia molto importante; non è necessario essere
amici del cuore e vedersi tutti i giorni, ma è fondamentale essere in sintonia,
facilita le cose.
Se poteste ritornare a quel 1993, anno
di nascita di Bullfrog, cambiereste qualcosa?
Ma no, tutto sommato non credo, siamo
partiti già con le idee abbastanza chiare e cioè costituire un power-trio che
suonasse Hard Rock anni '70, principalmente per divertirci. Con gli anni sono
arrivati tre album, tanti concerti, la condivisione del palco con alcuni dei
nostri idoli di sempre, tanti consensi e tanti amici trovati durante questo
percorso. Nel 1993 non avremmo potuto chiedere di meglio!
Quali sono i vostri progetti futuri?
Suonare il più possibile, e magari
continuare a comporre buone canzoni Hard- Rock... Ma innanzitutto promuovere “Beggars
& Losers”! Invito tutti a seguirci sul nostro sito www.bullfrogband.net, da lì si può
accedere ai sample e seguire le nostre date... Se siete appassionati di questo
genere come lo siamo noi, penso che sarà qualche minuto speso bene!
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