sabato 26 novembre 2011

Ricordando Freddie Mercury a 20 anni dalla morte...


La mia amica Scilla Prog, mi ha ricordato con un suo articolo che un paio di giorni fa, il 24 novembre, ricorreva l’anniversario della morte di Freddy Mercury. Sono già passati 20 anni e mi sembra ieri quando, nel corso di un volo Madrid-Milano, leggevo la drammatica notizia.
Utilizzo un vecchio post per ripercorrere la strada di Freddy.

Freddie Mercury (Stone Town, Zanzibar, Tanzania, 5 settembre 1946 - Londra, Inghilterra, 24 novembre 1991), pseudonimo di Farrokh Bulsara, è stato uno dei più grandi cantanti rock di tutti i tempi.
Britannico di origine indiana, raggiunse una fama internazionale incredibile come leader del celebre e ormai mitico gruppo britannico Queen.
Figlio di Jer e Bomi Bulsara, il padre era un funzionario inglese di origine Parsi (una comunità di antica stirpe persiana residente in alcune zone dell’India e praticante un derivato dell’antica religione Zoroastriana).
Freddie, nato a Stone Town, Zanzibar, si ritrovò a svolgere gli studi a Panchagani (Bombay), presso la Saint Peter’s Boarding School.
Ottimo studente dotato di un notevole talento artistico (era un ottimo disegnatore), Freddie eccelse anche nello sport: fu infatti un abile velocista e un discreto pugile, raggiungendo buoni risultati anche in altre discipline sportive come l’hockey su ghiaccio, il cricket e il tennis da tavolo. Questo comunque non gli impedì di farsi notare per la passione musicale che già nutriva; infatti dopo che il preside ne parlò con i genitori, Freddie prese parte alla classe di musica, entrando nel coro della scuola e imparando a suonare il pianoforte.
Fu nella scuola che frequentava che, nel 1958, nacquero gli Hectics, dei quali Freddie era il pianista.
Nel 1962, finalmente il futuro capo carismatico dei Queen termina gli studi e riabbraccia la famiglia a Zanzibar.
Soltanto due anni più tardi dovranno abbandonare l’isola, a causa dell’instabilità politica per trasferirsi in Inghilterra.
L’Inghilterra poteva soddisfare la sua passione per l’arte, così mentre occupava le vacanze con dei lavoretti all’aeroporto di Londra Heathrow, concentrava la sua attenzione sulla pittura e sul design.
Nel 1966 si iscrive alla scuola d’arte di Ealing e i suoi studi in illustrazione, grafica e design sono accompagnati dalla passione per Jimi Hendrix e per il suo idolo: John Lennon.
Il suo gruppo preferito sono The Jacksons.
Suo compagno di scuola in quel periodo fu Tim Staffell, bassista e cantante degli Smile, completati da Roger Taylor alla batteria e Brian May alla chitarra. Conobbe anche Cris Smith con il quale incominciò a scrivere canzoni.
Terminò gli studi accademici nel giugno del 1969.
Nello stesso anno si unirà agli Ibex di Liverpool, mentre lavora presso alcuni periodici di Kensington; gli Ibex cambieranno nome in Wreckage, ma si scioglieranno con l’arrivo degli anni settanta, che vedranno Freddie raccogliere un annuncio dei Sour Milk Sea che cercavano il cantante.
In sala prove restano impressionati dalla voce di Freddie Bulsara, e partono per Oxford dove ci sono alcuni concerti ad attenderli. Dopo questa esperienza deciderà di seguire la band dell’amico Tim Staffell, dando alcuni consigli su come fare i concerti; dopo non molto Tim Staffell accetterà un’ottima proposta in un altro gruppo lasciando così gli Smile.
Freddie - che condivideva una bancarella di abiti usati con Roger Taylor - accoglie l’invito dell’amico e sostituisce Tim Staffell negli Smile, ai quali cambierà nome in Queen; cambierà anche il suo in Freddie Mercury, in onore di Mercurio, il messaggero degli dei.
Durante questo periodo conosce e si innamora di Mary Austin (con la quale convivrà per sei anni).



Nel 1971, Freddie opta per John Deacon come bassista; la scelta si rivelerà favorevole per il successo del gruppo.
Sul palco, Mercury si esibiva con gestualità teatrale incantando il pubblico, trascinato da un personaggio tanto carismatico.
La sua carriera musicale lo vede al centro dell’attenzione di tutto e tutti, media compresi. Sebbene sul palco Freddie si mostrasse come una persona spregiudicata e energica, lontano dalla luci dei riflettori era una persona timida e riservata.
Nel 1980, un’altra importante svolta nella sua carriera musicale e nella sua vita privata. Freddie, probabilmente conscio di non essere totalmente eterosessuale, trasforma il suo rapporto di amore e passione con Mary Austin in un rapporto di amore fraterno.
Si mostrerà al pubblico con un look vistosamente differente, capelli corti e baffi secondo il look detto “clone”, come a segnare una rottura con il passato.
Il 1981, sarà un anno di transizione, la vita pazza e sregolata di Monaco mette a dura prova la sua persona e alcune sue amicizie.
Il 29 aprile 1985 esce il primo album solista di Freddie, Mr. Bad Guy (titolo in riferimento a se stesso).
L’opera lasciò dubbiosa la stampa, anche per il fatto che si trattava di un mix di elementi musicali eterogenei. 
Il disco si ricorda per canzoni comunque belle e importanti quali Made in Heaven (che ritroveremo nell’omonimo disco del 1995 dei Queen, in versione diversa) e la title-track.
Dopo questa parentesi solistica, tornò a lavorare sul progetto Queen, vivendo liberamente la propria omosessualità, spesso schernendo gli intervistatori che gli chiedevano se fosse gay, a volte negando e altre volte ammiccando e dicendo frasi come “sono gay come una giunchiglia”; insomma non ammise mai apertamente di essere omosessuale, ma non fece nulla per smentirlo. Arrivò addirittura a girare un videoclip in cui lui e tutti i componenti dei Queen apparivano provocatoriamente travestiti da donne (sebbene la proposta originale fu di Roger Taylor, il batterista, da un’idea della sua ragazza, cfr. Gunn-Jenkins 1992 “Queen la biografia ufficiale” pg.188), smentendo però la connotazione omosessuale del video con questa frase: “Ma il travestimento del video di “I Want to Break Free” non è affatto una dichiarazione di appartenenza gay. Se avessi fatto una cosa del genere, la gente si sarebbe messa a sbadigliare. Mio Dio, guarda Freddie che dice di essere gay perché è una cosa di moda.”
Tuttavia il Freddie Mercury vero era quello del palcoscenico, autore di successi musicali che superano tempo e culture differenti, quello che accolse la sfida di produrre la colonna sonora di Highlander (oltre che di Flash Gordon di Dino De Laurentiis), e che cantò con Montserrat Caballé.
Nel 1987, appunto, esce "Barcelona", famosissimo duetto con la soprano Montserrat Caballé, un disco per molti versi innovativo che per la prima volta unisce il rock all’opera (strada che verrà seguita da Luciano Pavarotti e altri in seguito). La title-track diventa inno ufficiale dei giochi olimpici di Barcellona 1992 .
Freddie aveva ormai abbandonato la sua vita ricca di eccessi. Difatti non partecipò più a concerti live, dicendo che un uomo di 40 anni non poteva saltare con una calzamaglia indosso, non volendo dichiarare pubblicamente di avere l’AIDS; alcune testate scandalistiche cominciavano a sospettare che qualcosa non andasse.
Si fecero sempre più rare le apparizioni pubbliche, quasi nulle, ed egli visse sempre più nella sua villa a Kensington. Freddie nascose il terribile segreto della sua malattia anche agli altri membri dei Queen, per evitare che si potessero preoccupare per lui, impedendogli di cantare.
Il canto, infatti, era la cosa che più gli dava sollievo, e così dall’Inghilterra si trasferì in Svizzera a Montreux, dove acquistò un’appartamento, e dove incise alcune tra le più intense canzoni dei Queen.
Cantò quasi fino alla fine, fece l’impossibile per i suoi fan, spesso, facendosi pregare di smettere dagli altri componenti del gruppo, ma la musica e l’amore della gente erano le cose più importanti per lui. Memorabile la sua ultima apparizione in pubblico nel video della canzone “These are the days of our lives” del suo ultimo album Innuendo: Freddie appare in uno stato a dir poco pietoso: è molto dimagrito, ha le occhiaie, veste elegante e non porta più i suoi celebri baffi.
Rientrò in Inghilterra pochi mesi prima della fine, per stare vicino ai suoi cari. Solo 24 ore prima dell’annuncio della sua morte era stato diffuso un comunicato stampa con l’ammissione di avere l’AIDS.
Il sipario cala alle 18:48 di domenica 24 novembre 1991.
Muore nella sua casa ed il suo corpo, cremato, è conservato dalla famiglia (un’altra tesi ritiene le ceneri disperse nel lago di Ginevra, davanti alla “sua” Montreux).
Il suo funerale ebbe luogo in forma privata secondo le usanze zoroastriane.
Il 20 aprile 1992 a Londra si tiene il Freddie Mercury Tribute Concert.

Freddie Mercury è ricordato a Montreux con una statua in bronzo che si affaccia sul lago.

Ogni anno, dal 2003, in settembre, nella cittadina svizzera ha luogo il Freddie Mercury Memorial Day: centinaia di fan possono prendere diretto contatto con gli ambienti che furono di Mercury e compagni durante il lungo soggiorno svizzero, dalla famosissima “Duckhouse” (la casetta sul lago della copertina di Made In Heaven), ai Mountain Studios dove i Queen diedero vita a diversi progetti.
Il 16 novembre 1992 esce a quasi un anno dalla sua morte il The Freddie Mercury Album, una raccolta delle sue canzoni più famose da singolo, come Living On My Own, Barcelona e The Great Pretender.
Nel 2000 esce il Freddie Mercury Solo Collection, un box-set contenente 10 CD (Mr. Bad Guy, Barcelona, The Great Pretender più altri CD con sessioni di canzoni mai rilasciate ufficialmente) e 2 DVD: The Untold Story e The Video Collection; il primo è un documentario sulla vita di Freddie; il secondo è una raccolta dei suoi video.
Il 4 settembre 2006 viene rilasciata la più grande raccolta mai fatta in sua memoria: Lover of Life, Singer of Songs - The Very Best of Freddie Mercury Solo, 2 CD e 2 DVD per onorare quello che sarebbe stato il 60° compleanno dell’indimenticato frontman dei Queen.






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