Gli artisti, i musicisti, le band di cui parlo nel blog... profumano spesso di antico.
Magari galleggiano ancora, tra reunions e successo vero, ma il punto di partenza è davvero lontano. Ciò di cui parlo oggi rappresenta un vero tuffo nel passato, per quelli che come me hanno vissuto l’epoca del 45 giri usato nel mangiadischi, il Cantagiro e i juke box sulle spiagge. Sto parlando degli Aphrodite’s Child.
Tante canzoni da abbinare a momenti dell’adolescenza, una voce incredibile, “sopravvissuta” alla fine dell’esperienza di gruppo, e melodie ancora oggi attuali.
Personalmente, risentire “I Want to Live” o “The End of the World”, mette una tristezza infinita … maledetta musica ... fantastica musica!
Gli Aphrodite's Child nascono in Grecia, sul finire degli anni sessanta.
I loro dischi a 45 giri contenevano capolavori molto spesso sottovalutati e ormai diventati dei classici della storia della musica rock, paragonabili per il livello delle composizioni e degli arrangiamenti solo ai più grandi di quel periodo.
Il gruppo comprendeva Vangelis Papathanassiou, Demis Roussos, Loukas Sideras e Anargyros, detto “Silver Koulouris”.
Per tentare la fortuna, nel 1968 decisero di trasferirsi a Londra, ma il quarto elemento dovette rimanere in patria per assolvere gli obblighi di leva.
L'aereo faceva scalo a Parigi, e i tre vennero bloccati nella capitale francese per delle irregolarità nel visto dei loro passaporti.
Il loro tipo di musica era costituito da una miscela di rock e atmosfere folkloristiche greco-mediterranee.
I tre ottennero un'audizione presso la casa discografica Mercury Records e furono notati dal produttore francese Pierre Sberro, che propose loro di adattare in chiave pop il celebre Canone in re maggiore dell'abate Johan Pachelbel, compositore tedesco del Seicento, sulla scia del successo ottenuto dai Procol Harum, con una analoga operazione musicale.
“Rain and Tears”, questo il titolo che fu dato al brano, venne pubblicato proprio nei giorni del Maggio francese e, trasmesso incessantemente dalla radio, diventò suo malgrado una colonna sonora degli avvenimenti di quei giorni, per poi diventare nel corso dei mesi successivi uno strepitoso successo mondiale di vendite.
Sfruttando il successo derivante da questo brano , gli Aphrodite's Child sfornarono alcuni 45 giri tutti di grande successo.
Tra i più conosciuti: “It's Five O'Clock” e ” Spring Summer Winter and Fall”.
La formula del successo si basava soprattutto sulle sonorità quasi da chiesa dell'organo Hammond di Vangelis, e nella voce di Roussos, interessante per l'uso del falsetto, una delle più affascinanti del panorama pop del periodo.
Giunto all'apice del successo, il gruppo cominciò ad avvertire al suo interno i primi problemi.
Papathanassiou, autore di tutte le musiche, era stanco di scrivere canzoni semplici e di facile presa e intendeva passare ad un repertorio più impegnativo, pur sapendo di dover rinunciare in tal modo al denaro garantito dal successo commerciale del gruppo.
Demis Roussos era invece dell'idea di continuare sulla stessa strada.
Nel 1969 si parlò anche di una loro partecipazione al Festival di Sanremo, per il quale prepararono due brani (Lontano dagli Occhi e Quando l'Amore diventa Poesia), ma alla fine gli vennero preferiti altri interpreti.
In conclusione, Vangelis si rifiutò di partecipare alle stressanti tournée che il trio era costretto ad effettuare per tenere viva la fama e fu sostituito da Harrris Chalkitis.
Nel frattempo si dedicò alla realizzazione di un album che progettava da parecchio tempo e che aveva come tema centrale il libro dell'Apocalisse di Giovanni.
Sideras e Koulouris si offrirono di collaborare con lui, mentre Demis partecipò in pratica in veste di ospite cantante solo in tre brani.
A questo album partecipò anche la cantante-attrice Irene Papas, protagonista di una performance dalle chiarissime allusioni sessuali.Il disco - concepito come doppio vinile ed intitolato “666” (numero che rievoca i contenuti dell'Apocalisse e più in particolare può essere riferito al demonio) - venne bloccato poco prima della pubblicazione.
Nel frattempo i rapporti fra i tre si guastarono definitivamente e il gruppo, sul finire del 1970, fu ufficialmente sciolto.
A qualche mese di distanza dallo scioglimento, la casa discografica si decise a mettere sul mercato “666”.
L'album si rivelò un ottimo lavoro, anche per le tematiche affrontate nella sua struttura di “concept album”, ma il pubblico continuava a considerare gli Aphrodite's Child un gruppo adatto più a pubblicare brani singoli che non album, e rimase così disorientato da questo lavoro che niente aveva a che fare con la precedente produzione; probabilmente per questo motivo, il disco venne di fatto ignorato.
Soltanto tempo dopo, in pieno periodo progressivo, questo lavoro del gruppo otterrà il successo che - a detta dei critici - sicuramente meritava.
Demis Roussos e Vangelis hanno in seguito intrapreso carriere soliste in opposte direzioni,
Vangelis esplorando i terreni dell'avanguardia musicale tesa verso l'elettronica, mentre Demis ha continuato a proporre canzoni prettamente melodico-sentimentali che gli hanno garantito continuità nella carriera artistica soprattutto in Germania e in Italia.
Io credo che tutti quelli della nostra età, più o meno, conoscano gli Aphrodite's child ed abbiano sognato con la loro musica.
RispondiEliminaA me piaceva moltissimo Demis Roussos, per il suo modo di presentarsi, il suo aspetto un pò così, tra il "trasandato ed il sognante" con le sue tuniche che gli davano quel certo non so che e la sua voce, una delle migliori che abbia mai sentito, mi faceva letteralmente impazzire! Con quelle canzoni "sballottate" da mangiadischi in mangiadischi da una festa all'altra ho ballato, sognato,pianto e malgrado abbia la memoria corta i loro "pezzi storici" ogni tanto si affacciano in quella sezione del cuore che si chiama nostalgia..."quella bella" che ti prende e ti lascia sul viso il sorriso sereno ed un pò ebete dei bei ricordi....
Che belli questi tuffi nel passato!
Raffaella