venerdì 2 maggio 2008

Steely Dan


Gli Steely Dan, un'invenzione del pianista Donald Fagen e del bassista Walter Becker (entrambi scrittori di canzoni di New York, che avevano gia` pubblicato una colonna sonora), coniarono uno stile elegante e rilassato, da salotto, che fondeva pop, jazz, soul e blues e lo abbelliva con liriche erudite, dissonanze chitarristiche e cambi di tempo .
Nonostante la sua intellettuale austerita`, "Can't Buy A Thrill "(, 1972) frutto` due piccoli hit, “Do It Again” e “Reeling In The Years”, ma il sound era ancora influenzato dai compagni di scuderia Three Dog Night.
"Countdown To Ecstasy" ( 1973) fu l'album che li emancipo` dal resto della scena musicale: “King Of The World”,” Bodhisattva”, “My Old School”,” Show Biz Kids” proponevano pop-jazz da camera.
Il formato era quello dell'easy-listening, ma il contenuto era quello della musica d'avanguardia.
"Pretzel Logic "(1974), su cui canta anche Michael McDonald (futuro Doobie Brothers), accentuo` l'elemento jazz e scodello` la canzone piu` orecchiabile della loro carriera, “Rikki Don't Lose That Number”.
Gli Steely Dan divennero celebri anche per le maniere un po' snob con cui evitavano concerti e interviste e tutto lo star sistem.
Formalmente impeccabili, cesellati da fior fiore di session-men,” Katy Lied “(1975) ,” The Royal Scam” (1976) ( l'album piu` tetro del gruppo), e “Aja” (1977), con cui imposero un nuovo standard di riferimento per la musica pop.
Il vellutato “Gaucho” ( 1980) chiuse la loro carriera con le raffinate divagazioni di “Hey Nineteen”, “Babylon Sisters”, “Time Out Of Mind”,” Gaucho”, e con un altro ballabile esteso, “Glamour Profession”.
Spesso impostate attorno a melodie banali, le canzoni degli Steely Dan, interpretano alla perfezione lo spirito qualunquista del borghese medio che anteponeva la "qualita` della vita" alle istanze rivoluzionarie. In pratica, rispolverarono l'easy-listening degli anni '50, ma furono davvero degli "artisti", o quantomeno degli "autori".
Dopo la separazione (Becker era notoriamente dipendente dalla droga), Fagen registrò due album, distanti undici anni l’uno dall’altro: "Nightfly" (1982) è una raccolta dolce e sentimentale di musica intima, la quintessenza dell’arte degli Steely Dan, costruita intorno ad un collegamento con le sue origini (alla Pete Townshend), mentre "Kamakriad" ( 1993) è un lavoro sottile psicologico e, concettualmente, molto più ambizioso di quanto avesse mai fatto prima .
"Decade" ( 1985) è un’antologia di successi.
Il duo si riformò per "Two against nature" (2000) che ritorna al tipico suono degli Steely Dan con "Gaslighting Abbie" e che vanta il "tour de force" di "West of Hollywood".
"Everything must go" (Warner, 2003) è meno ispirato sebbene ancora prodotto in modo impeccabile .






Citazione del giorno:
"Quando costruisci un team, cerca sempre quelli che amano vincere. Se non riesci a trovarli, allora cerca quelli che odiano perdere" (Ross Perot)

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