Non ricordo quale fu
il primo LP che acquistai, ma probabilmente e’
ancora tra i 200 vinili che custodisco con amore, senza peraltro mai sentire.
Molti
sono inascoltabili, rovinati dalla puntina di qualche piatto scandaloso.
A
quei tempi era difficile fare capire ai genitori che per ascoltare della musica
ci voleva “lo stereo”.
E
così mio padre, armato di buona volontà, decise di trasformare il vecchio
giradischi in impianto HiFi, costruendo due casse di legno pregiato, inserendo
due altoparlanti e collegando il tutto, come aveva imparato durante il corso
che seguiva in casa, della Scuola Radio Elettra di Torino.
Le
casse erano poi state pitturate a mano.
Inutile
descrivere il risultato, ovvero la qualità del suono.
Sono
passati molti anni prima di poter utilizzare uno stereo decente, e così ho
avuto modo di massacrare parecchi “Padelloni”,
come li chiamavamo allora.
Però erano
capolavori da
tutti i punti di vista: la copertina da ammirare e in taluni casi leggere, l’interno
pieno di notizie e testi, la qualità del suono (righe a parte) non paragonabile a quella attuale.
E
poi era un rito ... gli amici sul
divano e tu che, in qualità di padrone di casa, sceglievi cosa ascoltare.
Si
rimuoveva dallo scaffale il disco, rigorosamente catalogato per band, si faceva
uscire la busta interna che poi si inclinava leggermente, sino allo spuntare
del vinile.
A quel punto lo si sentiva nel palmo della mano e con l’indice si andava alla ricerca del foro centrale, prima di rimuovere per intero la busta.
Ora era possibile usare entrambe le mani per appoggiare il disco sul piatto.
Spesso questa operazione era preceduta dalla pulizia col panno antistatico.
E dopo tutta questa cura l’interruttore passava sull’ON e l’LP entrava in rotazione, mentre il cerchio centrale contenente le informazioni diventava strumento da ipnosi.
A quel punto lo si sentiva nel palmo della mano e con l’indice si andava alla ricerca del foro centrale, prima di rimuovere per intero la busta.
Ora era possibile usare entrambe le mani per appoggiare il disco sul piatto.
Spesso questa operazione era preceduta dalla pulizia col panno antistatico.
E dopo tutta questa cura l’interruttore passava sull’ON e l’LP entrava in rotazione, mentre il cerchio centrale contenente le informazioni diventava strumento da ipnosi.
E così si consumava il dramma di una puntina rovinata su di un
disco perfetto o, al contrario, di una puntina appena acquistata su un disco
arato recentemente da un agricoltore.
Ma
chi ha tempo adesso per tutte queste cose?
Anche
il CD e’ diventato troppo “lungo” per i nostri ritmi e l’MP3 ci può seguire
ovunque, a partire dal nostro cellulare.
Eppure
sono ben fiero della mia raccolta di “PADELLONI”, quei 200 dischi di cui mai
vorrei disfarmi, e che forse riuscirò ad ascoltare come Dio comanda soltanto … quando andrò
in pensione.
Questa mia malinconica riflessione nasce dalla lettura di un articolo trovato oggi sul “Corriere della Sera On Line”, di cui sintetizzo il significato.
In
Rete la rivincita degli Lp, vendite boom, Beatles in testa.
A 60 anni dalla sua introduzione sul mercato, il disco in vinile non solo sopravvive al progresso tecnologico, ma addirittura compete su Internet
A 60 anni dalla sua introduzione sul mercato, il disco in vinile non solo sopravvive al progresso tecnologico, ma addirittura compete su Internet
MILANO — Hanno tentato di farlo fuori in tutti modi. A colpi di compact disc, minidisc, laserdisc e, ultimo, il download di musica digitale da Internet.
Niente
da fare, a 60 anni esatti dalla sua introduzione avvenuta nel 1948, il vinile
resiste. Piccola enclave dell’industria discografica, addirittura sta
conoscendo una seconda giovinezza. Perché, come ha detto Bob Dylan «i dischi moderni sono
atroci. Oggi non puoi fare un disco che suoni come quelli che ascoltavo e amo
ancora».
Dischi
in vinile, ovviamente.
I
numeri sono esigui ma i segnali sono importanti. Nel 2007, in tutto il mondo,
sono stati venduti, tra album e 45 giri, 990 mila pezzi in vinile (+15,4 per
cento rispetto al 2006) per una quota di mercato pari allo 0,2 per cento (i cd
rappresentano ancora l’85 per cento, il download quasi il 15 per cento).
In
Italia, nel primo semestre dello scorso anno, il fatturato del comparto vinile
ammonta a 150 mila euro, che significa 10 mila pezzi venduti. Il 250 per cento
in più rispetto allo stesso periodo del 2006.
Nicchia in crescita«Il vinile non
rilancia l’industria discografica ma è una nicchia in crescita» dice Enzo Mazza
presidente della Fimi, l’associazione che riunisce le principali case
discografiche. «Il mercato è ormai polverizzato e la fruizione della musica
avviene sotto diversi formati, dai più moderni come la chiavetta usb e il
download, a quelli tradizionali, cd e, appunto, il vinile».
Il vinile, nel suo piccolo, è anche un fenomeno di moda a cui il settimanale Times Magazine si è interessato di recente.
Il vinile, nel suo piccolo, è anche un fenomeno di moda a cui il settimanale Times Magazine si è interessato di recente.
Scontato
che l’acquirente di vinile sia il 40-50enne legato ai miti dell’adolescenza, il
fenomeno ora interessa anche i giovanissimi che acquistano l’Lp feticcio, per
poi ascoltarlo su mp3 dopo averlo scaricato da Internet.
Gli artisti si adeguano volentieri. I Radiohead per esempio, che hanno sfidato l’industria discografica pubblicando il loro ultimo album "In Rainbows" su Internet e lasciando decidere ai fan quanto pagare per scaricare le nuove canzoni, dello stesso hanno distribuito nei negozi la versione in vinile.
Gli artisti si adeguano volentieri. I Radiohead per esempio, che hanno sfidato l’industria discografica pubblicando il loro ultimo album "In Rainbows" su Internet e lasciando decidere ai fan quanto pagare per scaricare le nuove canzoni, dello stesso hanno distribuito nei negozi la versione in vinile.
Ogni
nuova uscita dei Rolling Stones è accompagnata da una
tiratura limitata di copie in vinile. Lo stesso vale per i Depeche Mode, Manu
Chao,
mentre gli U2, per celebrare i
vent’anni di un loro storico album "The Joshua Tree", hanno scelto
l’edizione in vinile.
In
campo anche le major americane.
Se
negli Stati Uniti la casa discografica Wea dichiara che le vendite di musica in vinile
sono aumentate del 30 per
cento,
da noi la multinazionale Sony-Bmg ha iniziato a ripubblicare in vinile, al
prezzo di 14 euro, alcuni dischi che hanno fatto storia: Elvis Presley, Miles
Davis, Lou Reed, Simon
& Garfunkel e altri ancora perché
«l’obiettivo
è offrire un prodotto di alta gamma agli appassionati ma anche avvicinare i più
giovani a un prodotto che ha fatto la storia
della musica». La Virgin punta su alcuni big della scena
alternativa degli ultimi anni quali Blur e Massive Attack e celebra gli
anniversari di album come Sgt. Pepper dei Beatles o Never Mind the
Bollocks dei Sex Pistols ripubblicando in
vinile l’opera originale.
Le catene di negozi si adeguano, così come l’industria dell’alta fedeltà che ha immesso sul mercato nuovi piatti iper tecnologici che arrivano a costare anche 10 mila euro.
Le catene di negozi si adeguano, così come l’industria dell’alta fedeltà che ha immesso sul mercato nuovi piatti iper tecnologici che arrivano a costare anche 10 mila euro.
A
Milano e Torino Fnac riserva uno spazio vendite al vinile dove è possibile
trovare titoli che non sono più disponibili nel formato cd, operazione ora
intrapresa anche da Mediaworld. Fiutando l’affare, anche Amazon, il più
importante emporio musicale online, da ottobre ha aperto una sezione dedicata
alla vendita di vinile.
Al
momento, la classifica dei più venduti vede al primo posto Abbey Road dei Beatles. Ma che
non sia solo cosa per nostalgici vecchietti, lo dimostra la presenza nella top
ten di "The Black Parade" dei My Chemical Romance e di "Sawdust" dei Killers, band dell’ultima
ora, molto amate dai ragazzini.
E
visto che i Beatles sono come sempre i numeri uno ... ascoltiamoci questo
"Get Back"
Citazione del giorno:
"Se qualcosa e' semplice da riparare, e' semplice da costruire" (Leo Fender)
Leggo e sorrido.Il vinile rappresenta la musica per amatori...è il culto del suono...come la scelta dei diffusori...del pick-up,della testina.Quando c'era soltanto il vinile,autocostruirsi le casse acustiche non era poi così raro....consigliati e confortati chi da amici..chi dalla scuola(Radio Elettra :-) )chi come me prendendo spunto dal mensile "SUONO"..rivista che ha tenuto a battesimo migliaia e migliaia di audiofili.Per un lungo periodo ho smesso di ascoltare i dischi.Una dolorosa scelta....conseguente alla distruzione della quarta testina..da parte dei figli...Ancora bambini ,avevo trasmesso loro la passione per la musica..ma purtroppo ,in mia assenza,presi dalla curiosità e dal desiderio di ascoltare..accadeva che appoggiavano il pick-up direttamente sulla protezione in gomma del piatto.Due anni fa, in occasione del mio compleanno mi regalarono una testina nuova..Un regalo tanto inaspettato quanto gradito...EVVIVAAAA IL VINILE
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