La mia ricerca in
rete di materiale "dimenticato" porta ad artisti ormai relegati al
passato e solo a quello.
Parlo di musica che
difficilmente mi verrebbe in mente di ascoltare, canzoni che
però, abbinate alle immagini in bianco e nero, riportano a
qualche momento antico che
ha forte legame con la vita attuale.
Potrei scrivere per
ore del link esistente tra musica e ricordi,
ma non lo farei in modo oggettivo e cadrei certamente nel pentolone contenente rimorsi
e rimpianti, e... chissà che cosa triste ne uscirebbe!
Ieri sera sono stato
colpito da quello che io chiamavo "Maurizio dei
New Dada".
Un
tempo mi sarei mortalmente vergognato di ascoltarla, ora, tra Gentle Giant e
Yes, può risultarmi piacevole.
Cosa mi ricorda?
Una delusione amorosa
da adolescente... francamente non so quale, so solo che ascoltarla un po' mi
angoscia.
Questa e' la forza, positiva o negativa, delle note.
Vediamo qualche nota su Maurizio Arcieri
Nato
a Milano nel 1945, attivo musicalmente
dai primi anni '60, Maurizio Arcieri negli anni sessanta fu leader dei New Dada che nel giro di pochi
anni, dal 1965 al 1967 incisero uno "storico"
LP e una manciata di
singoli irresistibili, suonati con grinta e tecnica difficili da ritrovare in
altri gruppi italiani del periodo. D'altra parte i New Dada furono senza ombra di dubbio il complesso più
particolare dell’intera scena beat italiana. Curavano moltissimo
l’immagine, al punto che "Pupo" Longo, il batterista, suonava con i
guanti bianchi. Ma era soprattutto il leader, Maurizio Arcieri, a gettare lo
scompiglio tra le fans. Parteciparono all’edizione ‘66 del Cantagiro riscuotendo
ottimi consensi con “Non dirne più” (3° nella sezione Complessi, dietro a
Equipe 84 - "Io ho in mente te" e ai Rokes - "Che colpa abbiamo
noi") e si aggiudicarono diverse puntate di “Bandiera Gialla” grazie alla
cover di “Lady Jane”. I New dada furono inoltre scelti
come band di supporto nelle tre tappe del tour italiano dei Beatles. All’apice del
successo i New Dada si sciolsero e Maurizio intraprese
la carriera solista; parte dei New Dada
lo seguì nelle vesti di formazione accompagnatrice. Nel 1967 incise
"Ballerina" e "Il Comizio" ma il successo pieno arrivò
l'anno successivo con "Cinque minuti e poi" con cui partecipò al
Disco per L’Estate. La canzone non vinse ma risultò essere uno dei più grandi
hit dell’anno e fu il leit-motiv di "Quelli belli siamo noi” un fortunato
“musicarello” con Carlo Dapporto, Orchidea De Sanctis, Ric & Gian,
Carlo Delle Piane e Isabella Biagini e...Loredana Bertè! Nello stesso anno
presentò "Elisabeth". Negli anni successivi incise altri brani senza
tuttavia ottenere grossi consensi. Spesso si trattava di cover di brani
inglesi. Ad esempio una bella cover di "See me, feel me, touch me"
tratta da "Tommy" degli WHO, dal titolo italiano "Guardami,
Toccami, Guariscimi". Nel 1976 decise di dar vita a un nuovo progetto
musicale: i Chrisma. Il gruppo avrebbe “rilevato” il precedente contratto di
Maurizio con la Polydor. Chrisma non era altro
che la contrazione dei nomi dei due componenti, Maurizio e Christina Moser, conosciuta nel 1966
e diventata nel frattempo sua moglie. I due si trasferiscono a Londra e
incidono "Amore" e l'anno dopo "U", brani un po’ deboli,
tanto dal punto di vista creativo quanto per l’inclinazione stilistica
commerciale. Direttore artistico della Polydor era Nico Papathanassiou,
fratello di Vangelis, con cui i Chrisma diedero vita a un fortunato sodalizio
durato alcuni anni. Londra era agitata dal fenomeno del punk, ma il duo più che
sposarne la causa ne adottava il look: capelli colorati, pantaloni e giubbotti
in pelle nera, una spilla da balia conficcata nella guancia. Nel 1977 i Chrisma
incisero Chinese restaurant un disco rock decadente ed essenziale ricco di
contaminazioni elettroniche, atmosfere sospese e di allucinata tensione. Il 45
tratto dal disco, “Lola”, entrò nella Top 10: sembra che il brano dovesse
essere presentato a Sanremo, ma i Chrisma, non avendo voglia di cantare in
italiano, rifiutarono. Seguì una tournée di notevole impatto: uno spettacolo
ricco di luci e costumi, con immagini tridimensionali proiettate sui teli a
fondo palco. Maurizio si dimenava e cantava con molta partecipazione, spesso si
strappava la camicia con un coltellino tra lo scalpore del pubblico; una sera
addirittura si tagliò volontariamente un dito. Finì in ospedale e gran parte
delle date programmate finirono cancellate. Nel 1978 gli Arcieri incisero
Hibernation, inciso in Italia ma missato a Londra, disco con cui si
confrontarono con la musica elettronica. Il disco fu stampato in vinile color
ghiaccio e custodito in una copertina a specchio e pur essendo parecchio
elaborato riusciva a essere comunque accessibile al pubblico. Per lanciare uno
dei due singoli tratto dal disco, "Aurora B", venne realizzato un
video che fece scalpore, contenendo immagini di un suicidio e scene di sesso in
una stazione della metropolitana. Due anni dopo è la volta di Cathode mamma
lavoro nato dalla collaborazione con il musicista Hans Zimmer. Per l'occasione
cambiano il nome del gruppo in Krisma. Una azzeccata miscela di frizzante
electro-pop permise loro di ottenere il primo grosso successo da classifica:
"Many Kisses", brano che fece furore in mezza Europa.
Ricordiamolo così
5 minuti era in effetti un ottimo pezzo e Maurizio un gran bel personaggio. A complemento del tema aggiungo che 5 minuti è stata incisa anche recentemente da Claudio Baglioni, in una versione molto nostalgica e rispettosa dell'originale. Ciao.
RispondiEliminaOrchidea de Santis, prorompente avvenenza
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