Esattamente un anno fa, partecipavo alla mia prima Convention dei Jethro
Tull,
ovvero ad un raduno di fans, alla presenza di vecchi e nuovi membri del gruppo,
con un insieme di artisti meno conosciuti, ma decisamente bravi.
Chi
mi conosce sa della mia "malattia" musicale, la cui maggiore
componente si chiama appunto Jethro Tull, cioe' il gruppo che più di ogni altro
e' stato presente nella mia storia, dall'adolescenza ad oggi.
Voglio ricordare quel momento pubblicando le mie foto,
peraltro già presenti nel sito ITULLIANS, ma con una cornice sonora adeguata.
Inoltre sono presenti 3 filmati che
rappresentano scorci del set acustico pomeridiano.
I 3 FILMATI SONO NEL POST A SEGUIRE (scendere
in basso col cursore)
Gli artisti sono, in ordine di apparizione:
Vercesi+Rossetti+Scaravilli
Mocchetti e Perlini
Lincoln e Lelli
Per terminare, il mio commento di allora.
Sperando di fornire un piacevole ricordo... buona
visione.
Sabato ho partecipato per la prima volta alla "Convention"
dei Jethro Tull e vorrei raccontare la mia giornata, rimanendo in
superficie relativamente al fatto tecnico, alle capacità dei musicisti, alle
performance sul palco. Sono certo che le persone presenti avevano solo bisogno
di partecipare ed essere a loro volta protagoniste, senza voglia di critica
tecnica (anche se con le mie orecchie ho sentito dire "Tagliaferro al
posto di Jonathan Noice", che non mi è sembrata una nota di merito per il
presidente, ma una bocciatura per il bassista assente). Ma io, perché ero lì?
Perché, nell'occasione, mi sono iscritto al Fan Club? Perchè ero emozionato
come un adolescente all'idea di possedere una fotografia con Cornick, da
incorniciare e mettere in bella esposizione? Potrei limitarmi ai loro concerti,
tempo permettendo! Potrei ascoltare comodamente la loro musica seduto in
poltrona! Magari vedere un loro DVD o qualche scena "rubata" con la
mia videocamera! Ho aperto il libro sui Tull, comprato alla Convention, a scena
conclusa , e ho letto la frase di Wharol che mi ha dato prontamente la
risposta: "L'importante, nella vita, è crearsi una colonna sonora".
I Jethro Tull sono la colonna sonora della mia vita. Non esiste una motivazione
razionale che spieghi questo "folle amore", ma ho dentro immagini
indelebili, momenti molto nitidi, come quel giorno di settembre del '71, quando
assieme ad amici e amiche in vacanza in un paese delle Langhe, riuniti attorno
al tavolo ascoltavamo "Inside". Ecco l'affresco… una tavola, una
vetrata rivolta verso i prati verdi, la vacanza, l'amico del cuore, la ragazza
da stringere e… “Inside”. E poi mia madre che arriva a casa con la maglietta
comprata al mercato del lunedì, con su stampata la copertina di Aqualung. Lei
non aveva idea di cosa potesse rappresentare… io avevo già opinioni chiare!
Dopo questo lungo cappello, dedicato al cuore, veniamo
alla mia personale cronaca del 23-09-2006. Arrivo da Savona molto presto; sono
le 14.30 quando la mia ansia da concerto mi porta davanti al centro fieristico.
Mi guardo attorno per cercare di capire il verso giusto, non ho assolutamente
idea di cosa voglia dire, dal punto di vista organizzativo, un meeting a tema
come questo. Valeva la pena arrivare prima. In un tavolino esterno, nel bar del
centro fieristico, intravedo Glenn Cornick, con tanto di pargolo e
amici. Impossibile descrivere efficacemente cosa significhi per me avere a
pochi metri un "personaggio" che ho sempre visualizzato sulla
copertina di "Benefit", col nastro in testa. Certe persone sembrano
irraggiungibili e mi chiedo cosa possa provare una giovane ragazza come Silvia
Perlini a stare sul palco accanto a Ian. Un gruppo di romani lo saluta
calorosamente, come fosse un vecchio compagno di scuola ritrovato dopo tanto
tempo, e lui sta al gioco, o forse è davvero contento di suscitare entusiasmo.
Si alza per le foto richieste , ma i suoi occhi seguono il piccolo (immagino
sia il figlio) che di foto non ne vuole sapere. Glenn declina gentilmente la
richiesta, rimandando tutti all'interno, all'apertura degli stands. Tra me e me
penso:"Forse ad un autografo ci arrivo, ma il coraggio per una picture ...
dove lo trovo?" Sono le 15.30 ed entriamo. Registro un minimo di delusione
per le dimensioni ridotte dei locali. A posteriori direi che era sufficiente lo
spazio dedicato alle vendite mentre il palco, e soprattutto la zona antistante
ad esso, erano un po' sacrificati. Ho occasione di incontrare il presidente e,
presentandomi, chiedo lumi sull'iscrizione al Fan Club. Probabilmente si
ricorda del mio nome non comune, Athos, utilizzato in diversi scambi di
mail . Oppure e' un gesto di cortesia, ma mi indica comunque la pista giusta.
Non ho ancora capito molto dei vari meccanismi del Fan Club, non certo
assimilabili con la mera consultazione del sito, ma il solo fatto di sapere
della"confidenza" tra il presidente e i vari Tull, e della sua
possibilità di suonare spezzoni con loro, gli conferiscono ai miei occhi
un'autorevolezza che va oltre i suoi meriti di organizzatore. Che sia davvero
il prossimo bassista dei Jethro? Andrea Vercesi inizia a
suonare. Anche con lui ho avuto scambi di posta elettronica e nel corso del
pomeriggio riuscirò (forse) a farmi riconoscere. Mi sembra molto emozionato,
forse perché è la prima esibizione ad una Convention o più semplicemente per la
presenza dell'Olimpo con tutti gli Dei presenti. La sua trasformazione di pezzi
elettronici in acustici è molto gradevole ed io videoregistro il possibile, ben
piazzato in prima fila. Si uniscono a lui, in momenti diversi, un cantante (Rossetti)
ed un flautista (Scaravilli), che contribuiscono alla riuscita
dell'esibizione. Andrea non e' fortunato nell'occasione. Una corda della
chitarra si rompe ed anche il cambio chitarra, a fine canzone, risulterà
problematico, con una perdita di tempo significativa, per chi ha a disposizione
35 minuti. Ma quanto nervoso! "Andrea, non so quanto tu possa tenere ad un
mio giudizio, ma ciò che volevi far passare, la tua musica, e' arrivato a
destinazione". Vado avanti e indietro per il corridoio, incontro
Francesco, conosciuto al concerto di Milano di maggio e… ecco Glenn Cornick ad
un metro da me, contorniato da fans. Vado o non vado? Ma si, chissenefrega!!
"Francesco, mi fai una foto vicino a lui?". Mi avvicino, chiedo
l'autografo e… trovo il coraggio. Parte il flash. Non potrò esibire la mia
rarità, mia moglie ed i miei figli faranno solo finta di capire, ma io mi sento
felice come un bambino e avverto, a torto o a ragione, l'appartenza ad una
ristretta cerchia di persone, quelle persone che traggono beneficio interiore
dalla canzone giusta, dalla fotografia giusta, dall'atmosfera giusta ...il
tutto nel mondo dei Tull. Mi avvicino alla vendita del cd dei Wild Turkey. C'è
uno strano gioco consistente nell'indovinare la città posta sullo sfondo della
cover del cd. Premio, mi pare, una Fender con firma dei Jethro. Discuto con una
deliziosa ragazza inglese dietro al banchetto, cercando di carpire qualche
informazione, ma l'unica cosa che le "rubo" è che la città in
questione non è in Inghilterra, data la presenza di palme. Scrivo il mio nome
ed un banale "Miami", compro il cd più la line up del gruppo e mi
sposto. Incontro due vecchi amici di Savona, due gemelli musicisti , anche loro
a caccia di rarità "progressive". Mi impossesso di un dvd dei Focus,
vecchio gruppo che ad inizio anni 70 faceva il verso ai Jethro Tull , e mi
riavvicino al palco. Sono di scena Gianni Mocchetti e Silvia Perlini ed
io mi esalto prendendo ancora una volta coscienza che esistono persone giovani
come Silvia che amano un genere nato molti, molti anni fa. Certe cose vanno
coltivate ed io, nel mio piccolo, contribuisco, se e' vero che mia figlia di 12
anni, tra le variegate suonerie del cellulare, ha anche Bourèe.Ed ecco un altro
personaggio con cui farsi immortalare: John Weathers. Lo avevo
visto nel '72, credo, al teatro Alcione di Genova, con i Gentle Giant, alla
presentazione di "In a glass house", ed ora era li, sorridente,
apparentemente contento di essere coinvolto. Un altro flash di Francesco per
me. Sul palco arrivano Lelli e Lincoln. Non li ho
mai sentiti: accidenti che mostri! Il tempo vola e mi sento sempre più a mio
agio, sicuro di potermi vantare un giorno, dicendo:"Anche io c'ero!".
Sono le 18.45 e dobbiamo uscire. I possessori del mitico bollino blu incontrano
Ian. I comuni mortali come me riempiranno la breve pausa mangiando qualcosa. E
così scopro che a Novi Ligure si può mangiare pizza, gelato, birra e caffè per
la modica somma di 10€. Complimenti! Si apre l'entrata principale ed io mi
sistemo in posizione 306, davanti alla vendita della birra (forse c'era
qualcos'altro, ma io ho visto solo quella). Vicino a me i due amici di Savona,
e questa è una assoluta casualità. Francesco è nelle prime file, ma lui ha già
cinque Convention alle spalle… stellette guadagnate sul campo. Mi guardo
attorno, nel solito tentativo di "captare l'ambiente" e respiro
profondamente … anche i profumi si collegheranno ai pezzi sul palco e alla
mitica serata. Con puntualità iniziano i Wild Turkey. Sono contento di avere
preso il loro cd. E' buona musica quella che ci propongono e la presenza di Ian,
in un pezzo, nulla aggiunge alla loro performance, al di là del forte impatto
emotivo. Cerco di registrare il possibile, con mille difficoltà, tra teste
enormi che non stanno mai ferme. Non importa, è il ricordo che mi interessa e
la perfezione della mia ripresa non è importante..Sul palco Weathers si dedica
alle percussioni (non sapevo avesse problemi fisici) e Clive Bunker sembra
un ragazzino instancabile. Arriva l'intervallo che occupo con le mie solite,
noiose riflessioni: ho da sempre due passioni, il calcio e la musica ...e se
avessi perseguito con tenacia almeno una delle due? Non potrei essere anche io
sul palco ora? Oreglio mi riporta alla realtà quotidiana, alle serata passate
in famiglia a vedere Zelig. Mi strappa qualche risata, ma io sono lì per la musica.
Salgono on stage i Beggar's Farm e da quel momento è un mixing
di artisti che si susseguono, si interscambiano e si divertono. Mi stupisce la
fedeltà di certe "riproduzioni" (ma quanto e' bravo quel
Marcello/Barre) e mi viene da farmi una domanda terra terra: "Ma si riesce
a campare facendo la Cover Band?" Evidentemente si. Aleggia il nome di
Taulino, "richiamato" a più riprese durante la serata. Spero non ci
siamo motivi gravi dietro alla defezione. Ma quanti mostri sul palco! A questo
punto perdo la cronologia degli eventi. David Pegg, Bunker, Cornik,
Lelli, Lincoln,Tinkara (già vista a Mantova), Griminelli e… Ian
Anderson. Che uomo magico! Che genio! Secondo me non può esserne pienamente
consapevole. Non è il suo modo di suonare il flauto… non è il suo modo di
suonare la chitarra… non è il suo modo di cantare (si, anche attualmente e'
incomparabile)… ma è quello che riesce a creare, confezionare e trasmettere,
suscitando emozioni uniche. I vari componenti della Beggar's Farm si danno il
cambio sul palco e Ian li guida, puntualizzando i sui "desideri" con
la mimica, fornendo i tempi giusti. On stage anche il presidente, ma di lui,
come futuro membro dei Tull , ho già accennato. L'ultimo ricordo è per Silvia
Perlini. A me sembra una bellissima voce e poi… potrebbe avere migliore
legittimazione di quella di Ian? Silvia, ti invidio. Questo e' stato davvero
sorprendente per me… vedere Anderson alla chitarra accompagnare Silvia in
"Dun Ringill". Ora sono tutti sul palco. La serata è quasi finita e
non sono previsti bis. Vado avanti e indietro, come alla ricerca di
un'appendice musicale .Mi avvicino al palco e fotografo gli strumenti, mia
grande passione. Mi dirigo verso l'uscita, nell'unico posto vendita rimasto, e
compro il libro su i Jethro Tull. Ho sete; sono stato ore seduto, senza pensare
a bere un goccio d'acqua, ma ora una birra ci sta. Mi accorgo del formarsi di
un capannello di persone accanto al palco e mi avvicino. La coda dell'occhio è
oltre le tende , quelle tende che amici degli amici riescono a superare… anche
qui le conoscenze servono! Il muro di persone accanto al palco nasconde un
altro mito: Clive Bunker. E' il mio turno. Passo a Clivio il libro su cui
firmare e gli dico :"Clive, please, can you sign on the head of
Ian?". Lui sorride ed esegue. Mi concede la foto e mi lascia un altro
ricordo da incorniciare. Ora è davvero finita. Mi metto in macchina ed
inserisco subito il cd dei Wild Turkey. Ripenso alla giornata, a ciò che ho
vissuto, all'esperienza fatta, e le persone che sono riuscito a
"toccare" ritornano ad essere per me un mondo irraggiungibile. Sogno
ad occhi aperti, immagino di incontrare Clive, Glenn, Pegg (Ian non oso neanche
sfiorarlo) e a loro chiedo:"Suoniamo assieme stasera? " Sognare costa
poco
… ma poi, quel giorno che arrivai a casa col vinile di "Thick as a Brick" appena comprato, messo sul "giradischi", e sentito 10 volte di seguito… se mi avessero prospettato un 23 settembre 2006 come quello appena passato… non l'avrei scambiato per un sogno?
… ma poi, quel giorno che arrivai a casa col vinile di "Thick as a Brick" appena comprato, messo sul "giradischi", e sentito 10 volte di seguito… se mi avessero prospettato un 23 settembre 2006 come quello appena passato… non l'avrei scambiato per un sogno?
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