Jethro Tull, Jimi Hendrix, Yes and Pink Floyd.
lunedì 31 marzo 2025
Ricordando Wegg Andersen
Jethro Tull, Jimi Hendrix, Yes and Pink Floyd.
domenica 30 marzo 2025
In memoria di RAY SHULMAN, mancato due anni fa
Era il più giovane dei tre fratelli dei Gentle Giant
ed era considerato il collante che teneva insieme l'incredibile musica della
band. L'influenza del bassista e violinista Ray Shulman può essere
ascoltata in tutti i lavori più noti del gruppo, che includono The Power And
The Glory, Free Hand e Octopus.
La sua morte, avvenuta all'età di 73 anni, ha lasciato
un'eredità impressionante per gli aspiranti artisti che preferiscono che la
loro musica abbia una vena più soddisfacente.
In un modo o nell'altro, Ray Shulman era destinato ad avere
una vita nella musica. Nato l'8 dicembre 1949, è conosciuto soprattutto come
membro dei Gentle Giant, ma avrebbe potuto facilmente diventare una star del
violino nel mondo classico.
Ray era un talento musicale prodigioso, abile sia con il violino che con la chitarra. I suoi genitori non vedevano l'ora che entrasse a far parte dell'Orchestra Nazionale Giovanile della Gran Bretagna, ma il fratello Derek aveva altre idee. Elettrizzato dall'arrivo dei Beatles, iniziò a forgiare la propria eredità musicale, formando la sua prima band con gli amici del liceo. Un giorno, mentre provavano nella sala d'ingresso degli Shulman, Ray iniziò a strimpellare il suo violino. Notando che suo fratello era chiaramente il musicista più talentuoso nella stanza, Derek gli chiese di unirsi a lui.
"Questo è stato l'inizio del viaggio dei fratelli
Shulman nel sordido ma incredibile mondo della musica popolare", dice
Derek Shulman. "Ho pensato: 'Se i Beatles ce la fanno, beh, posso
farcela anch'io!' Con grande sgomento dei nostri genitori, Ray preferiva
suonare musica R&B e soul piuttosto che suonare Bach e Bartók. Dovrei
essere dispiaciuto, ma onestamente non lo sono, perché se non fosse stato per
Ray niente di quello che è successo sarebbe potuto accadere".
venerdì 28 marzo 2025
L'esperimento di Gerd Weyhing ha coinvolto Alvaro Fella
Quando l’Intelligenza artificiale
incontra un protagonista della musica italiana: focus su Alvaro Fella e
Qualche mese fa, Gerd Weyhing, musicista tedesco conosciuto musicalmente molto tempo
prima, mi rendeva partecipe di un progetto che univa il suo amore per la musica
progressiva italiana dei seventies e la tecnologia spinta: tradotto, realizzava
in proprio un album attraverso l'utilizzo dell’intelligenza artificiale.
L’esperimento, come logico, ha suscitato sentimenti contrastanti ma il risultato resta qualcosa di pregevole.
Commento fruibile al seguente link:
https://athosenrile.blogspot.com/2024/10/gerd-weyhing-il-giardino.html
Dopo alcuni mesi, il buon Gerd mi invia un nuovo brano creato
con AI, nel quale spicca una vocalità molto simile a quella di Alvaro Fella, voce e componente di spicco di una
band storica italiana, i Jumbo.
Ma non sarebbe stato meglio miscelare gli elementi e ampliare
gli esperimenti con l’utilizzo della vera voce di Fella? E come l’avrebbe presa
il buon Alvaro? Restio davanti ad una azione iconoclasta e considerata sacrilega
per i puristi della musica o… curioso e voglioso di essere parte in causa in un
gioco che, forse, non è mai stato fatto?
La seconda delle due, come racconta Alvaro Fella, che avevo messo in contatto col musicista teutonico:
“Quando mi parlasti della cosa rimasi incuriosito, poi, quando Gerd mi mandò la base e il testo del brano provai subito a cantarlo, dandogli un sapore quasi recitativo. Visto il tema del testo e la ricchezza delle parole abbiamo fatto prima una versione quasi solo declamata, poi una seconda dandogli un pizzico di melodia, e credo che sia uscito un brano interessante, soprattutto per le modalità di creazione!”.
Dice Gerd a
proposito dell’esperimento:
“Ho realizzato circa 100 canzoni di Prog italiano e
Cantautorato con l’aiuto di AI durante l'inverno, e una di queste regalava l’immagine
delle Orme con alla voce Alvaro Fella; ho pensato che sarebbe stato bello se il
cantato fosse stato quello del vero vocalist dei Jumbo e così ho cercato di
contattarlo attraverso Athos Enrile. Con mia sorpresa, Fella ha accettato
l’esperimento, senza mostrare apparente sorpresa. Nessun limite da parte di
entrambi e alla fine non mi ha detto se aveva apprezzato la canzone o il testo,
ma suppongo che se non gli fosse piaciuta non l'avrebbe cantata!
Alvaro è stato molto gentile. Io non ho chiesto nulla in
particolare, gli ho solo dato la traccia originale con le voci AI e lui ha
preparato due versioni che mi ha inviato e io ho usato la seconda.
Insomma, una collaborazione tra due musicisti amanti del Prog Rock Italiano”.
Non resta che ascoltare la traccia, aspettando i commenti…
Viaggiatori nell’Universo
Tra galassie lontane, un viaggio
misterioso,
Nell'ombra delle comete, il cuore
curioso,
Seguendo l'antico eco di chi ci ha
preceduto,
Ogni passo un segreto, nel cosmo assoluto.
Mentre ruotiamo attorno a stelle
spente,
E pianeti in attesa silente,
Intrecciamo desideri tra spazi
eterni,
Nella danza del cielo, i nostri sogni eterni.
Le onde ci portano a mondi lontani,
Riflessi di luci sulle acque
pieganti,
Nel grande silenzio dell'infinito,
I nostri viaggi sono appena iniziati.
E trovando nuovi soli,
Seguiremo il cammino del vento,
Attraverso sogni di oro e argento,
In cerca di svelare l'eterno incanto.
Nel profondo di universi sconosciuti,
Ogni stella un mistero che ci unisce,
Con il cuore impavido ci lanciamo,
Verso l'eterno, verso l'ignoto.
Spinti da venti di galassie
dimenticate,
Percorriamo questo viaggio senza
confini,
I nostri occhi riflessi nel mare
stellato,
Viaggiatori senza fine, in un sogno
incantato.
La storia di "Carry On", manifesto di CSN&Y
"Carry On" è
una canzone di Crosby, Stills, Nash & Young, scritta da Stephen Stills, traccia di apertura del loro
secondo album Déjà Vu (1970).
Fu anche pubblicata in versione 45 giri come lato B di "Teach Your Children".
Leggenda narra che, mentre ci si avvicinava alla fine delle
sessioni di registrazione per Déjà Vu, Graham Nash disse a Stills che
non avevano ancora una traccia di apertura. Molti artisti o produttori preferivano
iniziare un album con una canzone particolarmente orecchiabile, per creare
l'atmosfera e incoraggiare il primo ascolto. Stills prese due canzoni (una
delle quali era la canzone "Questions", che aveva scritto e
registrato con i Buffalo Springfield), e le montò insieme ad alcuni spezzoni di
una jam session a cui aveva partecipato qualche giorno prima, e arrivò ad un
pezzo finito.
La canzone è nota per il bridge che evolve da un tempo più
veloce a uno più lento, con i versi del testo cantati a cappella, e fornisce l’idea
di due distinte sezioni assemblate, ma molto diverse tra loro.
Il messaggio sopra citato, che fa riferimento al colloquio tra
Nash e Stills, era in realtà rivolto a tutto il gruppo, dato che a quel punto
della storia era diventato complicato mantenerne l’unione.
La canzone fu anche un modello per i Led Zeppelin, la cui traccia "Friends" su Led Zeppelin III è generalmente vista come ispirata ad essa.
Parliamo dei significati…
"Carry On" è un brano complesso e ricco di
sfumature, che affronta temi di speranza, perseveranza e ricerca di un futuro
migliore.
Esiste una visione ottimistica e propositiva, con l’invito ad
andare avanti ("carry on") nonostante le difficoltà.
Il testo parla di un "nuovo giorno" e di un
"nuovo modo", suggerendo un desiderio di cambiamento e di un futuro
più luminoso, anche se pone delle domande esistenziali sulla felicità e sul
destino, riflettendo le incertezze e le speranze della generazione dell'epoca.
Il ritornello "rejoice, rejoice, we have no choice"
sottolinea l'importanza dell'unità e della forza collettiva per superare le
avversità.
Il tutto si può sintetizzare come un inno alla speranza e alla resilienza, e per capire la provenienza di tanta saggezza da parte di giovani uomini occorre forse inquadrare il momento storico e il luogo di vita.
"Carry On" nasce in un periodo di profonda
trasformazione sociale e culturale negli Stati Uniti e nel mondo, e appare essenziale
considerare alcuni aspetti che presento a seguire.
La fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 furono segnati da un forte movimento di contestazione giovanile. Le proteste contro la guerra del Vietnam, le lotte per i diritti civili e la ricerca di nuovi valori sociali erano al centro del dibattito pubblico. CSNY, con la loro musica e i loro testi, divennero una voce importante di questa generazione, esprimendo le speranze, le paure e le aspirazioni di molti giovani. Il movimento hippie, con la sua enfasi sull'amore, la pace e la libertà, influenzò profondamente la cultura dell'epoca, e la musica di CSNY si inseriva perfettamente in questo contesto. Da sottolineare che in quei giorni gli Stati Uniti erano profondamente divisi sulla guerra del Vietnam, con manifestazioni di massa e scontri violenti.
"Carry On", con il suo messaggio di perseveranza e
unità, può essere interpretata come un invito a superare queste divisioni e a
costruire un futuro migliore.
La loro esibizione al festival di Woodstock nell'agosto del
1969, solo qualche mese prima della pubblicazione dell’album Déjà vu, e
quindi della canzone “Carry on”, consolidò il loro status di portavoce di una
generazione.
Woodstock rappresentava l'apice del movimento
controculturale, un momento di aggregazione e condivisione di ideali di pace e
amore, ed è facile affermare che "Carry On" è un prodotto del suo
tempo, una canzone che riflette le speranze e le ansie di una generazione che
cercava di cambiare il mondo.
CSN
Stephen Stills – voce solista,
armonie vocali, chitarra acustica, chitarra elettrica, organo, basso,
percussioni
David Crosby
– armonie vocali
Graham Nash –
armonie vocali
Musicista aggiunto
Dallas Taylor – batteria
giovedì 27 marzo 2025
Dice Rick Astley: “Gli album solisti di Rick Wakeman erano semplicemente geniali… quando ho sentito che avrebbe suonato “The Six Wives of Henry VIII” all’Hampton Court Palace, ho comprato 12 biglietti”: il prog è il motivo per cui sono diventato un cantante
Nonostante la fama come cantante pop, Rick Astley ha
mantenuto forti legami con altri generi musicali nel corso degli anni. Si è
esibito con i Foo Fighters e ha persino realizzato una cover degli Slipknot.
Ma, come ha raccontato recentemente ha deciso di diventare musicista dopo aver
assistito a un concerto dei Camel, e in seguito è diventato un grande
fan di Rick Wakeman.
"Ascoltavo molto prog da piccolo, nei primi anni '70,
perché mia sorella maggiore ne era appassionata. Mi portò a vedere i Camel
suonare al Free Trade Hall di Manchester quando avevo circa 10 anni, e quel
concerto mi cambiò la vita. Suonarono brani da "Mirage" e da
"The Snow Goose", e avevano un enorme schermo dietro di loro con
proiezioni del cammello e della piramide, oltre a una cover di "The Snow
Goose". Non credo di essere mai stato a un concerto prima di allora, forse
solo dei Supertramp poco prima.
Non avevo mai visto uno schermo così grande. Ricordo che
qualcosa dentro di me cambiò quando le luci si abbassarono, e pensai… non so
cosa sia tutto questo, ma voglio far parte di questo mondo perché è fantastico!"
Sì, "Tales From Topographic Oceans" è stato un
altro grande successo per me. Ho adorato il singolo "Roundabout", che
è uno dei miei preferiti in assoluto, soprattutto il basso. Ma
"Tales" era qualcosa di completamente diverso. Era come un'avventura
sonora in cui tutto era permesso. Se volevano fare 32 battute di strane e
intricate chitarre acustiche mentre tutti gli altri aspettavano di entrare in
scena, lo facevano.
Ho ricordi vividi di quando l'ho ascoltato nella camera da
letto di qualcuno. Non ricordo esattamente di chi fosse la stanza, ma ricordo
di aver pensato: "Che cos'è questo? Cosa sta succedendo? Dove siamo?"
E non fatemi parlare di Rick Wakeman. I suoi album da solista negli anni '70 erano semplicemente geniali: "Journey To The Centre Of The Earth", "The Six Wives Of Henry VIII" e "The Myths And Legends Of King Arthur And The Knights Of The Round Table". Mia sorella andò a vederlo suonare alla Wembley Arena [l'ex Empire Pool] quando la trasformarono in una pista di pattinaggio sul ghiaccio. Quel concerto fu semplicemente mitico per me, che avevo 10 anni.
Quando annunciò che avrebbe messo in scena "Enrico
VIII" a Hampton Court Palace (nel 2009), andai online e comprai 12
biglietti. Eravamo io, mia moglie, mia sorella e suo marito... praticamente
tutti. Ho guardato lo spettacolo intero e ho pensato che fosse semplicemente
geniale. Ma vedevo mia moglie titubante e credo pensasse "Che diavolo è
questo?"
mercoledì 26 marzo 2025
Dice Ian Anderson: “Respiriamo tutti la stessa aria, raccogliamo tutti la stessa potenziale rovina dal cambiamento climatico, ed è meglio che tutti proviamo a salvare la barca”
“Curious Ruminant”, il terzo album
deli Jethro Tull in tre anni, è più meditativo e personale, mentre il loro
leader spiega perché è più motivato che mai
Curious Ruminant è il terzo album dei Jethro Tull nei tre anni
trascorsi da quando Ian Anderson ha rilanciato la band con The Zealot Gene del 2022. Il frontman si trova oggi in una modalità lirica più
contemplativa del solito.
"Curious Ruminant potrebbe riferirsi a un ruminante,
nel senso di “animale”, come una mucca o un cervo o una pecora, ma in questo
caso è applicato agli umani che riflettono su qualcosa, che ci rimuginano sopra",
afferma Anderson.
Anderson ha iniziato a scrivere l'album poco dopo aver
terminato RökFlöte, nel 2023: “Mentre quell'album era ispirato alla
mitologia nordica, il seguito presenta un'idea predominante, quella di essere
un po' più personale, un po' più sincero, piuttosto che oggettivo e pittorico
nello stile”.
Musicalmente, l'album di nove tracce evoca la produzione di
metà anni '70 dei Tull, specialmente con “Drink From The Same Well”, che dura
più di 16 minuti. È stata scritta diversi anni fa come duetto con il flautista
indiano Hariprasad Chaurasia, che alla fine ha deciso di non partecipare.
Anderson ha ri-registrato parti della canzone e ha sviluppato il testo.
"Si tratta del fatto che siamo tutti sulla stessa
barca: respiriamo tutti la stessa aria; raccogliamo tutti la stessa potenziale
rovina dal cambiamento climatico; faremmo meglio a stare attenti a gettare
l'acqua in mare tutti insieme e a fare pipì fuori e non dentro!".
C'è sicuramente la sensazione, man mano che si invecchia, che
questa vita non sarà per sempre.
La spiraleggiante "Over Jerusalem" guarda allo stato
attuale del Medio Oriente da una prospettiva diversa. "Traccia un
parallelo tra un uccello che osserva la città, con tutta la sua storia e le sue
debolezze e i suoi lati positivi e negativi, e il paragone con un drone
militare", afferma Anderson.
Ian ha suonato per la prima volta in Israele negli anni '80 e
ha donato i profitti degli spettacoli nel paese a ONG impegnate nei diritti
umani, nell'istruzione e nella cooperazione tra le varie fazioni sociali e
religiose. "Ho sicuramente cercato di non farne una canzone politica",
spiega. "È più un sentimento di affetto leggermente disperato".
Una delle canzoni più toccanti dell'album è la chiusura, Interim Sleep, con testi parlati basati su una poesia scritta per un amico immaginario che aveva sofferto un lutto. "Si basa sull'idea di cosa succede quando muori", dice Anderson.
"Mi diverto quando si parla di avere un’altra vita,
ma l'idea che ci sia uno spirito e una relazione che continua dopo la morte è
alla base di diverse religioni e costituisce un motivo di conforto per persone
di fedi diverse".
Curious Ruminant segna la continuazione della serie positiva di fine carriera
del 77enne Anderson, qualcosa che lui attribuisce a un mix di creatività e
urgenza e chiosa: "C'è sicuramente la sensazione, invecchiando, che tutto
questo non durerà per sempre. Si diventa sempre più consapevoli che
probabilmente è una buona cosa andare avanti e fare ciò che si vuol fare, sia che
si tratti di viaggiare o di registrare una nuova canzone. E una volta che hai
il morso tra i denti e stai scrivendo una nuova canzone, la palla di neve
inizia a rotolare".
Anderson ha in programma di immergersi in Curious Ruminant quando i Jethro Tull saranno in tour quest'anno, anche se non si aspetta che ci saranno date nel Regno Unito prima del 2026. "Suoneremo sicuramente un paio di canzoni dal nuovo album e continueremo a suonare una canzone da ciascuno degli ultimi due album", dice. "Ma la scaletta comprenderà altre canzoni dei primi Jethro Tull che non suono da qualche anno".
martedì 25 marzo 2025
Cofanetto "Wishbone Ash Live At The BBC" da dodici dischi in uscita a marzo
Wishbone Ash – At The BBC 1970-1988
contiene undici dischi di sessioni della BBC e un DVD live delle esibizioni
dell'Old Grey Whistle Test
A marzo uscirà un cofanetto contenente undici CD e un singolo DVD con le registrazioni dei Wishbone Ash effettuate dalla BBC tra il 1970 e il 1998.
Wishbone Ash – At The BBC 1970-1988 uscirà tramite Madfish Records, che ha curato cofanetti simili per Horslips, Gentle Giant , Al Stewart , Bonzo Dog Doo Dah Band e altri, il 28 marzo.
Il cofanetto presenta un mix di sessioni e performance mai ascoltate prima, restaurate e rimasterizzate da Pete Reynolds, e include spettacoli iconici del Paris Theatre, del Glasgow Apollo e dell'Hammersmith Odeon, oltre a esibizioni al John Peel's Sunday Concert, Sounds Of The Seventies , Top Gear e altro ancora.
Contiene anche un DVD di filmati del test Old Grey Whistle del 1971, 1977 e 1980. Include rare riprese scartate, esibizioni complete e momenti dietro le quinte.
Wishbone Ash – At The BBC 1970-1988 contiene anche un libro con copertina rigida di 72 pagine, completo di foto rare, documentazione delle sessioni dagli archivi della BBC e approfondimenti esclusivi della band.